L’obiettivo è quello di riuscire a trovare risposte concrete e innovative alle grandi sfide globali legate alla perdita di biodiversità e alla crisi climatica.
Il National Biodiversity Future Center se da un lato continua inarrestabile a raggiungere risultati importanti nell’ambito della ricerca per la salvaguardia della biodiversità in Italia, dall’altro inaugura una stagione di rilancio della diplomazia della scienza.
Obiettivo, risposte concrete alla perdita di biodiversità
L’obiettivo è quello di riuscire a trovare risposte concrete e innovative alle grandi sfide globali legate alla perdita di biodiversità e alla crisi climatica, attraverso accordi strategici, reti di ricerca condivise e collaborazioni con centri di eccellenza di tutto il mondo.
Con il Quebec Center for Biodibersity Science tenutosi l’11 novembre a Montreal è stato siglato il primo accordo con l’intento di incrementare il numero dei progetti comuni volti alla salvaguardia della biodiversità e alla conservazione ambientale.
Forum Canada-Italia sull’Intelligenza Artificiale
L’accordo si inserisce all’interno delle attività della VII edizione del Forum Canada-Italia sull’Intelligenza Artificiale, che costituisceunatappa di rafforzamento della collaborazione privilegiata già in atto tra Italia e Canada e che mira a promuovere lo sviluppo etico, inclusivo e sostenibile dell’AI.
Nell’ambito dell’incontro diplomatico, di particolare risalto il tema della digitalizzazione della biodiversità: i rappresentanti di entrambe le nazioni hanno infatti convenuto sull’urgenza di sviluppare sistemi AI dedicati allo studio della biodiversità, attraverso la creazione di banche dati digitali specializzate, da addestrare e aggiornare con continuità.
Si è sottolineata anche l’importanza dell’approccio alla ricerca transdisciplinare, capace di implementare in maniera sempre più ampia la partecipazione attiva della popolazione nella missione di tutela del territorio (progetto CitizenScience-Spoke3, già avviato con successo in Italia) così come lo scambio costante di ricerche e progetti tra le comunità scientifiche dei due Paesi.
Il modello italiano, capace di integrare in un’unica visione strategica i quattro assi di intervento — Monitoraggio, Conservazione, Restauro e Valorizzazione applicati all’ecosistema — è stato considerato un benchmark “Virtuoso e meritevole di emulazione” dai delegati canadesi.
Cooperazione tra Italia e Cina, stipulati 31 accordi
Il 13 novembre, in occasione della XIV Settimana della Scienza Italia-Cina, la ministra dell’Università e della Ricerca (Mur), Anna Maria Bernini, ha guidato una missione in Cina, culminata con la stipula di ben 31 accordi di cooperazione tra i due Paesi, per trovare soluzioni a problematiche globali.
Tra gli highlight dell’incontro diplomatico, sui quali si intravedono elevate prospettive di ingaggio con la controparte cinese, spiccano, come nel caso del Canada, l’importanza dello scambio di conoscenze e di progetti tra le rispettive comunità accademiche, la necessità di digitalizzazione della biodiversità attraverso la creazione di banche dati, una rilevante sinergia tra l’ambito Health e la biodiversità, e l’importanza di un approccio alla ricerca transdisciplinare volto ad incrementare il coinvolgimento della popolazione nel processo di restauro della natura e del risanamento ambientale.
“Con queste nuove alleanze – afferma Luigi Fiorentino, presidente del National Biodiversity Future Center – intendiamo rafforzare il nostro ruolo nel panorama della ricerca mondiale sulla biodiversità. Le missioni diplomatiche che si sono moltiplicate in questo triennio dimostrano, ancora una volta, il costante impegno del Centro per la Biodiversità nel promuovere modelli e buone pratiche, risultanti dal lavoro di 2.000 scienziati e scienziate italiani, fuori dai confini nazionali. Salvaguardare e promuovere la biodiversità è una possibile soluzione, se non la soluzione, per un futuro più sostenibile e strumento imprescindibile per contrastare i cambiamenti climatici a livello globale”.