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Agenda 2030, gli obiettivi Ambientali dello sviluppo sostenibile

Agenda 2030 parte due: gli obiettivi Ambientali dello Sviluppo Sostenibile
Agenda 2030 parte due: gli obiettivi Ambientali dello Sviluppo Sostenibile
Articolo aggiornato in redazione il 2 dicembre 2020 alle ore 09.05.

Riprendiamo il tema Agenda 2030. Nei giorni scorsi, infatti,  abbiamo parlato del primo gruppo degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile: Equità sociale (Società) , questa settimana affrontiamo il secondo gruppo: Integrità dell’ecosistema (Ambiente). Successivamente vi parleremo del terzo ed ultimo gruppo: Efficienza economica (Economia)

La comunità degli Stati ha approvato l’Agenda 2030 i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi, i quali mirano a ridurre povertà e ingiustizie sociali e a lottare contro i cambiamenti climatici, in funzione del milgioramento economico e del progresso della società.

Al secondo gruppo appartengono gli obiettivi per l’Integrità dell’ecosistema (Ambiente):

  • L’integrità del sistema consiste nel preservare gli ecosistemi, non solo limitando le emissioni di gas inquinanti ma evitando ogni alterazione irreversibile.
  • Lo sviluppo non deve tener conto soltanto del reddito economico e della quantità dei beni prodotti ma anche della qualità dell’ambiente e della qualità della vita, che comprende le condizioni sanitarie, culturali e sociali della popolazione.
Obiettivo 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie

L’obiettivo 6 non solo affronta le questioni relative all’acqua potabile e ai servizi igienici, ma anche alla qualità e alla sostenibilità delle risorse idriche in tutto il mondo.

Un’ampia serie di fattori antropici, quali il riscaldamento della superficie terrestre, la continua crescita dell’irrigazione e degli altri consumi idrici, la progressiva scomparsa degli habitat acquatici, i numerosi fenomeni di inquinamento, influenzano profondamente il sistema idrico globale.

Ne conseguono il declino della biodiversità e il degrado degli ecosistemi.  Ambienti fondamentali per l’idrosfera come le foreste tropicali, le zone umide e numerosi bacini fluviali e lacustri sono sempre più a rischio

In cosa consiste l’obiettivo 6:

  • attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale (circa 2.400 milioni di persone) vive in paesi in cui l’acqua scarseggia, e ci si aspetta che il numero arrivi a due terzi entro l’anno 2025.
  • il cambiamento climatico sta causando sempre più spesso fenomeni meteorologici estremi, come siccità e inondazioni. In molti paesi ci sono anche delle difficoltà di accesso all’acqua pulita e, quindi, a condizioni igieniche adeguate, provocando grandi impatti in termini umanitari, sociali, ambientali ed economici.

L’obiettivo 6 ha come fine quello di ottenere l’accesso universale ed equo all’acqua potabile ed ai servizi igienici e di migliorare la qualità dell’acqua al livello globale.

Ruolo delle imprese:

  • le aziende devono gestire in modo sostenibile i loro residui idrici derivanti dalla lavorazione dei prodotti e dall’erogazione dei servizi.

Come misurare il contributo delle imprese:

  • alcuni indicatori per valutare le azioni aziendali comprendono: percentuale dei dipendenti che ricevono una formazione in materia di igiene; percentuale di impianti produttivi che rispettano le norme sulla qualità dell’acqua; percentuale e volumi totali di acqua riciclata e riutilizzata; grado di riduzione degli impatti ambientali dei prodotti e servizi.

Per approfondire: http://www.asvis.it/goal6

Obiettivo 7 – Energia pulita e accessibile

Obiettivo 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

L’energia è fondamentale per il raggiungimento di quasi tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile; gioca un ruolo cruciale nella lotta contro la povertà attraverso progressi nella salute, nell’istruzione, nell’approvvigionamento idrico e nell’industrializzazione, nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Se però i combustibili fossili sono il principale responsabile della crisi climatica e di vari danni alla salute, l’alternativa nucleare di fissione si è rivelata gravemente costosa, pericolosa, non pulita né rinnovabile.

L’energia ricavata dalle fonti rinnovabili, dal sole, dall’acqua e dal vento è sufficiente per soddisfare progressivamente i fabbisogni energetici dell’umanità, ma è necessario renderle più convenienti, orientare in modo favorevole i mercati, sviluppare ulteriormente queste tecnologie e riqualificare l’intera infrastruttura energetica.

L’obiettivo 7 punta ad aumentare la produzione di energia utilizzando una tecnologia sostenibile e nello stesso tempo ridurre i costi di produzione. Ma soprattutto si richiede una maggiore efficienza energetica: utilizzare meno elettricità per produrre di più in tutti i settori.

Industrie e aziende agricole che richiedano meno elettricità, ma anche maggiore efficienza nei prodotti: veicoli che consumino meno e utilizzino fonti rinnovabili, elettrodomestici che richiedano meno elettricità, case che necessitino di minor energia per il riscaldamento.

Per questo motivo entro il 2030 si cercherà di aumentare considerevolmente la quantità di energie rinnovabili nel consumo totale di energia.

Per approfondire: http://www.asvis.it/goal7

Obiettivo 11 – Città e comunità sostenibili

Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Oltre metà della popolazione mondiale vive nelle città. Si stima che, entro il 2030, 6 persone su 10 saranno abitanti delle metropoli e saranno incubatori fondamentali per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile.

Nel 2010 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale; nel 2030 il 60% degli otto miliardi di abitanti del pianeta vivranno nelle città. Ciò è ancor più vero in Europa, dove la popolazione urbana sfiora il 70% di quella complessiva.

Le città hanno un’impronta ecologica enorme: occupano solamente circa tre per cento della superficie terrestre, ma consumano tre quarti delle risorse globali e sono responsabili del 75 per cento delle emissioni di gas.

L’obiettivo 11 mira a ridurre l’inquinamento pro capite prodotto dalle città, in particolare per quanto concerne la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti. Lo sviluppo urbano dovrà essere più inclusivo e sostenibile, tra l’altro grazie a una pianificazione degli insediamenti partecipativa, integrata e sostenibile.

Dovrà essere garantito l’accesso di tutti a superfici verdi e spazi pubblici sicuri e inclusivi, soprattutto per donne e bambini, anziani e persone con disabilità. Dovrà infine essere assicurato anche l’accesso a spazi abitativi e sistemi di trasporti sicuri ed economici.

Per approfondire: http://www.asvis.it/goal11

Obiettivo 13 – Lotta contro il cambiamento climatico

Obiettivo 13: Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze

La principale e più urgente crisi ambientale è il cambiamento climatico. Il cambiamento climatico rappresenta una sfida centrale per lo sviluppo sostenibile.

I mutamenti del sistema climatico globale dovuti al riscaldamento dell’atmosfera terrestre compromettono le basi esistenziali di ampie parti della popolazione nelle regioni meno sviluppate, mentre nelle zone sviluppate sono soprattutto l’infrastruttura e singoli rami dell’economia a essere esposti a tali rischi.

Il cambiamento dei cicli delle precipitazioni e delle temperature interessano inoltre ecosistemi, come ad esempio i boschi, le superfici agricole, le regioni montane e gli oceani nonché le piante, gli animali e le persone che vi vivono. A livello mondiale le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono aumentate di oltre il 50 per cento tra il 1990 e il 2012.

Con l’Accordo di Parigi di dicembre 2015 (parte integrante dell’Agenda 2030), si è stabilito di contenere l’incremento della temperatura media globale molto al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, perseguendo tutti gli sforzi per limitarlo a 1,5°C.

Saranno necessari profondi cambiamenti del modello di sviluppo globale e dei singoli paesi, una rapida avanzata della green economy e una drastica riduzione del consumo di combustibili fossili.

L’obiettivo prevede un rafforzamento della resilienza alle catastrofi naturali provocate dai mutamenti climatici e ribadisce la promessa dei Paesi più sviluppati di raccogliere congiuntamente, entro il 2020, 100 miliardi di dollari all’anno provenienti da varie fonti per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai mutamenti climatici.

Per approfondire: http://www.asvis.it/goal13

Obiettivo 14 – La vita sott’acqua

Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Insieme alle coste e alle risorse marine, gli oceani hanno un ruolo fondamentale per il benessere dell’umanità e per lo sviluppo sociale ed economico del pianeta.

Gli oceani e i mari caratterizzano profondamente il nostro Pianeta, coprendolo per più dei due terzi della sua superficie. Essi producono la metà dell’ossigeno che respiriamo e assorbono il 30% delle emissioni antropogeniche di anidride carbonica, mitigando l’effetto del cambiamento climatico (anche se ormai questa capacità di assorbimento inizia a fornire segni critici, mentre cresce in maniera preoccupante lo stato di acidificazione degli oceani del mondo).

Le attività degli uomini stanno creando sempre più problemi, vediamone alcuni:

  • Riscaldamento
    Molti studi scientifici hanno scoperto che il riscaldamento dell’atmosfera, provocato dall’inquinamento, è stato assorbito soprattutto dagli oceani. Questo ha provocato un forte aumento della temperatura delle acque marine con gravi conseguenze per gli ecosistemi e la fauna acquatica: per esempio, nel nostro emisfero alcune specie si sono estinte e altre hanno dovuto migrare verso nord, dove ci sono acque più fresche.
  • L’aumento della temperatura dell’acqua provoca più uragani. Un uragano si alimenta infatti con il calore che incontra sulla superficie del mare, raccogliendo maggiore umidità e rinforzando così i propri effetti distruttivi.
  • Pesca eccessiva
    Un altro grosso pericolo è dato dalla pesca eccessiva (conosciuta con il termine inglese di overfishing). Quando si pesca troppo in acque poco profonde si rischia di esaurire la fauna marina, soprattutto perché si pescano anche i pesci piccoli e non si lascia il tempo necessario per la riproduzione.
  • Plastica
    Un problema ancora maggiore è dato dai miliardi di oggetti di plastica dispersi nel mare. Particolarmente pericolose sono le microplastiche: sono i frammenti di plastica più piccoli di 2 millimetri che vengono ingerite dalle diverse specie marine, entrando direttamente nella catena alimentare fino a noi.

Per approfondire: http://www.asvis.it/goal14

Obiettivo 15 – La vita sulla terra

Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica

l’Agenda fissa alcuni importanti obiettivi: garantire la salvaguardia degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride; arrestare la deforestazione, ripristinarle dove necessario e aumentare ovunque la riforestazione; combattere la desertificazione; porre fine al bracconaggio e al traffico delle specie protette di flora e fauna.

Tra il 1990 e il 2015, le aree occupate dalle foreste sono diminuite dal 31,7% sul totale delle terre emerse al 30,7%. Questa perdita è riconducibile alla conversione delle foreste in terre per altri tipi di uso, come l’agricoltura, o alla costruzione di infrastrutture.

Allo stesso tempo, però, molte terre sono state trasformate in foreste grazie alla piantumazione di alberi e piante. Se si mettono i due processi a confronto, si può stimare che la perdita annuale globale di aree coperte da foreste è passata dai 7,3 milioni di ettari del 1990 ai 3,3 milioni di ettari all’anno tra il 2010 e il 2015

La deforestazione e la desertificazione – causate dalle attività dell’uomo e dal cambiamento climatico – pongono sfide considerevoli in termini di sviluppo sostenibile, e hanno condizionato le vite e i mezzi di sostentamento di milioni di persone che lottano contro la povertà. Si stanno compiendo molti sforzi per gestire le foreste e combattere la desertificazione.

Per approfondire: http://www.asvis.it/goal15

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