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Kim Kardashian premiata a Venezia: “Il carcere non può essere la fine di una vita”

(Adnkronos) – "Restituire speranza, offrire seconde possibilità, dare a ogni essere umano la possibilità di redenzione". Con queste parole intense e dirette, Kim Kardashian ha incantato il pubblico del Teatro Goldoni di Venezia, dove questa sera ha ricevuto uno dei riconoscimenti più significativi della sua carriera: il Dvf Awards 2025. Il premio, istituito dalla stilista e filantropa Diane von Furstenberg, celebra ogni anno donne straordinarie impegnate nella trasformazione sociale, e quest'anno ha voluto accendere i riflettori sull'impegno sociale di Kardashian nella riforma del sistema carcerario americano. "Il mio impegno per la riforma della giustizia penale non si ferma – ha detto Kardashian nel suo discorso – con l'obiettivo di aprire un dialogo più ampio e di sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema cruciale. È tempo di un vero cambiamento sistemico: per restituire speranza, offrire seconde possibilità, e dare a ogni essere umano la possibilità di redenzione, anche dopo aver commesso errori e essere finiti in carcere".  Un messaggio potente e accolto da una standing ovation. La presenza di Kim Kardashian a Venezia, da poco laureata in legge, segna un ulteriore passo in una trasformazione personale e pubblica iniziata nel 2018, quando la celebre imprenditrice digitale e regina delle infuencer decise di utilizzare la propria piattaforma globale per battersi contro le ingiustizie del sistema giudiziario statunitense. Emblema di questo impegno è il caso di Chris Young, trentenne del Tennessee, condannato due volte all'ergastolo per reati legato allo spaccio di droga e liberato anche grazie alla pressione esercitata da Kardashian sull'amministrazione della Casa Bianca. Proprio Chris è salito questa sera sul palco veneziano per consegnarle il premio, trasformando il momento in un potente simbolo di riscatto. "Ringrazio Kim che mi ha tirato fuori dopo 11 anni di carcere. Le sono grato perchè ha guarito la mia ferita e mi ha riportato alla luce", ha detto l'ex detenuto che ha annunciato, tra l'atro, che racconterà la sua vicenda in un libro che uscirà per un grande editore americano nel 2026. "Chris rappresenta tutto ciò che questo riconoscimento ideato dalla carissima Diane vuole celebrare: compassione, coraggio, resilienza", ha sottolineato Kim. "Come madre – ha raccontato Kardashan – mi si è spezzato il cuore nel sapere che un giovane uomo di nome Chris che aveva riconosciuto pienamente le sue responsabilità e che continuava a mantenere uno spirito positivo potesse essere condannato all'’ergastolo per un reato del genere. Mi ha ricordato tutto ciò che non funziona nel sistema giudiziario americano, e ha rafforzato in me la volontà di contribuire a riunire famiglie spezzate da condanne sproporzionate e inique. Negli anni, visitando detenuti e ascoltando le loro storie, ho capito che non potevo fermarmi a un solo caso. Questa è diventata la mia missione. Il potenziale e l’umanità di Chris hanno acceso in me una determinazione nuova. Questo lavoro non riguarda solo il cambiamento delle leggi: riguarda la salvezza di vite umane". La motivazione del premio consegnato a Kim Kardashian sottolinea "il suo impegno nella riforma della giustizia penale negli Stati Uniti e nel supporto legale e umano a detenuti ingiustamente incarcerati, con particolare attenzione alle donne". Nota per i suoi vestiti glam, Kim si è presentata all'evento con un abito color perla con drappeggi della linea haute couture di Maison Margiela.  Diane von Furstenberg ha voluto dedicare la serata alla forza trasformativa delle donne, come ha raccontato all'Adnkronos: "Sono orgogliosa di premiare donne che lottano, resistono e ispirano". E poi ha aggiunto in una conferenza stampa: "Premiamo donne famose che danno luce a donne meno conosciute, diamo denaro e visibilità al loro impegno. Venezia è una città che amo e da quattro anni è teatro del mio premio. Venezia, nella sua fragilità e bellezza, è essa stessa una donna straordinaria". Diane von Furstenberg ha poi consegnato gli altri riconoscimenti: Hanin Ahmed, attivista sudanese, voce guida dell'Emergency Response Room, impegnata nel fornire aiuti umanitari e difendere i diritti civili in un Paese segnato dalla guerra; Christy Turlington Burns, ex top model e fondatrice di Every Mother Counts, in prima linea per garantire assistenza materna sicura e accessibile in tutto il mondo; Fany Kuiru Castro, coordinatrice generale della Coica, rappresentante della resistenza indigena dell’Amazzonia e attivista per i diritti ambientali e dei popoli nativi; Giulia Minoli, presidente di Una Nessuna Centomila, organizzazione italiana impegnata nella lotta alla violenza di genere e nella costruzione di un cambiamento culturale profondo.  Minoli, in particolare, nel suo intervento con i giornalisti si è soffermata sul fenomeno del sessismo su internet dopo la vicenda della pagina Facebook 'Mia moglie': "E' la punta dell'iceberg di una cultura al maschile che pratica la violenza non solo dal punto di vista fisico o psicologico, ma anche digitale. Una violenza ormai sistemica. Noi dobbiamo essere l'anticorpo all'indifferenza". (di Paolo Martini) —lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

AdnKronos

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