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Legambiente, voler bene all’Italia: l’orgoglio dei piccoli centri

Legambiente, voler bene all’Italia e l’orgoglio dei piccoli centri
Legambiente, voler bene all’Italia e l’orgoglio dei piccoli centri

Luoghi di pregio storico ed artistico, i piccoli comuni italiani pagano isolamento, pochi investimenti e la mancanza di infrastrutture reali e digitali. Occorre cambiare e per questo Legambiente guarda a Draghi affinché i borghi e le aree interne siano protagonisti nella sfida per la ripartenza del Paese. Illuminante l’esempio dei cinque piccoli comuni vincitori del premio “Voler bene all’Italia”, laboratori di economia circolare, democrazia energetica e innovazione sociale

Legambiente, in occasione del webinar “Piccoli Comuni, Next Generation” e la proclamazione dei vincitori del Premio “Voler Bene all’Italia“, lancia un forte appello al governo: “Borghi e aree interne, strategici nel rilancio del Sistema Paese, non siano dimenticati. Per tornare ad abitarli servono un’equilibrata distribuzione delle risorse del PNRR e una rigenerazione urbana e sociale basata sulla green economy”.

Con il nostro appello, vogliamo puntare i riflettori della politica sul ruolo strategico dei piccoli Comuni nel rilancio del Sistema Paese, realtà che mai come oggi si legano alla tenuta della comunità, a una migliore qualità della vita e a produzioni d’eccellenza del made in Italy: è urgente creare le condizioni per riabitare questi territori spostando attività e lavoratori dello smart working in una grande proposta di rigenerazione urbana e sociale fondata sulla green economy”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani .

La parità di condizioni tra grandi città e aree interne è essenziale per uno sviluppo sostenibile del Paese dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Portare la fibra ottica in zone dove la qualità delle connessioni è perlopiù molto bassa consente all’Italia di colmare quel divario digitale che si avverte particolarmente nelle zone rurali e meno popolose”, dichiara Andrea Falessi, direttore Relazioni Esterne di Open Fiber, azienda che contribuisce alla realizzazione di Voler Bene all’Italia 2021.

Foto di Piotr Arnoldes da Pexels

Da sempre tessuto identitario del Sistema Paese, ma per troppo tempo relegati ai margini dell’agenda politica nazionale, i piccoli Comuni pagano anni di isolamento e scarsi investimenti in infrastrutture reali e digitali che contribuiscono a uno spopolamento oggi apparentemente inarrestabile. Sul fronte digitale, in particolare, in oltre 2.100 dei 7 mila centri italiani che ricadono nelle cosiddette “aree bianche” – di cui la maggior parte è costituita da piccoli Comuni – è oggi attivo il servizio di connessione, mentre in 3.200 Comuni sono in corso i lavori, all’interno di un percorso di realizzazione della BUL (banda ultra larga) che riguarda le aree più marginali rispetto agli interessi del mercato e che sarà completato entro il 2023.

Al contempo, i centri che non contano più di 5 mila abitanti rappresentano il 72% delle municipalità italiane, insistono in aree di assoluto pregio ambientale, storico e artistico, e costituiscono sempre più spesso degli ideali laboratori di economia circolare, democrazia energetica e innovazione sociale, come dimostrano le cinque esperienze virtuose insignite questa mattina del Premio “Voler Bene all’Italia” promosso da Legambiente e dalla fondazione Symbola. Esperienze d’innovazione che, dalla Calabria al Piemonte, uniscono le possibilità offerte dalle nuove tecnologie a un turismo più sostenibile, a progetti di rigenerazione urbana, a una silvicoltura di precisione e a modelli di educazione inclusiva.

Le richieste di Legambiente e dei territori al Governo

Legambiente, insieme ai sindaci e alle comunità, ritiene prioritario destinare i fondi dei prossimi mesi ai piccoli Comuni per promuovere la diffusione di comunità energetiche, ridurre il rischio idrogeologico, attrezzare nuovi prodotti turistici legati al cluster del “turismo attivo e sostenibile” (dai cammini alle ciclovie), favorire lo sviluppo di filiere locali del legno, realizzare l’infrastruttura leggera della rete unica in tempi certi anche nelle aree bianche, incentivare lo smart working e defiscalizzare servizi e attività economiche di qualità che qui investono in lavoratori residenti e in centri innovativi di coworking. Per accelerare un cambio di passo, in particolare, sarebbe importante istituire una linea di finanziamento “SMART WORKING BORGHI”, con agevolazioni fiscali per l’insediamento di centri di ricerca e impresa digitale di prossimità nei piccoli comuni, incentivando la nuova residenzialità legata all’uso di spazi abitativi abbandonati e recuperati. Prioritario, inoltre, dare immediata attuazione a dispositivi normativi come la legge Salva Borghi o le green community inserite nel Collegato ambientale, per mettere i piccoli centri nelle condizioni di competere ed esprimere il loro potenziale.

La pandemia ha posto all’attenzione di tutti la necessità di ripensare la fruizione dei territori e il Pnrr rappresenta un’occasione unica perché borghi e aree interne tornino ad avere la centralità che meritano, per riequilibrare storici divari e dare nuovo slancio alla lotta alla crisi climatica – commenta Ciafani –. I piccoli Comuni necessitano di risorse certe e politiche forti per promuovere la rivoluzione energetica e l’economia circolare, sviluppare il turismo di prossimità e la multifunzionalità dell’agricoltura, favorire una mobilità e una gestione forestale sostenibili, colmare il digital divide, semplificare le procedure per la messa in posa della banda ultralarga e implementare l’agenda digitale. Queste le direttrici fondamentali lungo cui muoversi per innescare processi innovativi e sostanziali: lo dimostrano le storie da noi premiate, esempio di come i borghi possano essere motore propulsore della transizione ecologica e digitale”.

Foto di Piotr Arnoldes da Pexels

I cinque paesi vincitori del premio “Voler Bene all’Italia” 2021

La seconda edizione del Premio “Voler Bene all’Italia” assegna un riconoscimento a Vaccarizzo di Montalto (CS)tra la Valle del Crati e la catena costiera Paolana, per il progetto di living lab Home for creativity. Il borgo che rischiava l’isolamento, tra case vuote e assenza di servizi al cittadino, è stato recuperato nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana e sociale (studiato anche dal Mit di Boston) grazie al quale sono nati “I live in Vaccarizzo”, una cooperativa di comunità e una “putiga”, negozio di generi alimentari sfusi a km 0, mentre i terreni incolti sono stati inseriti nella “Banca delle Terre”: un’esperienza che unisce il nomadismo digitale all’ospitalità diffusa e alla progettazione condivisa.

C’è anche Colletta di Castelbianco (SV) tra le cinque realtà premiate, primo esempio di villaggio medievale telematico, dove la bellezza della tradizione s’incontra con un intervento di recupero architettonico innovativo, che ha incorporato in modo discreto l’alta tecnologia nel patrimonio urbanistico storico, tra muri di pietra e monitor che riportano dati e notizie, offrendo un’agorà elettronica unita a un buen retiro unico per qualità paesaggistica e organizzazione sociale.

E ancora, premiata l’esperienza di Civitella del Tronto (TE) e del suo Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini” che ha strutturato una proposta didattica di tele-collaborazione con il Canada e lavorato sul linguaggio audiovisivo come strumento d’inclusione:  è la sperimentazione “Scuole allo schermo”, destinata a ragazzi con problemi legati al linguaggio e all’uso della lingua, impegnati nella costruzione di relazioni con il circuito del cinema d’autore e in un uso di qualità dei cellulari, grazie alla realizzazione di riprese che hanno posto al centro il territorio.

Insignita del premio anche la Val di Sieve, in Toscana, per Forestsharing, piattaforma digitale tramite cui è stato realizzato un progetto di selvicoltura di precisione che ha coinvolto la comunità montana e che si è avvalso dell’utilizzo di droni: un’opera di collegamento digitale tra proprietari di boschi, imprese e professionisti che continua a creare valore partendo dai boschi abbandonati o non gestiti.

Premiati infine Serre de Laboi, a Ostana (CN), e il suo Monviso Institute che ha trasformato la borgata dell’alta Valle del Po, disabitata da 40 anni, in un centro di ricerca, didattica e imprenditoria per la sostenibilità, contribuendo al rilancio delle comunità montane e alla formazione di professionisti e studenti con progetti digitali diffusi a distanza in tutto il mondo.

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