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Ammirare e rispettare, l’importanza di aderire a #NoSelfieConSelvatici

Ammirare e rispettare, l’importanza di aderire a #NoSelfieConSelvatici
Ammirare e rispettare, l’importanza di aderire a #NoSelfieConSelvatici, foto di Diana Silaraja da Pexels

Ricordando che qualsiasi forma di disturbo e violenza è punita dalle direttive europee, dalla legge nazionale 157 del 92 e dall’articolo 544 ter del codice penale, essendo la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato e rigorosamente protetta. Comprendere, una volta per tutte, che non è uno scatto ma un attacco alla natura.

Riflettete bene: c’è qualcosa di più stupido che disturbare o impaurire un animale solo per nutrire il proprio ego e mostrare con fierezza gli scatti a qualcuno, che, il più delle volte, non ha né piacere né interesse a vederli?  

Un problema troppe volte sottovalutato e per nulla considerato dai malati di protagonismo. Cambiano i luoghi, cambiano gli animali, ma la dinamica è sempre la stessa: l’uomo invade, disturba, forza il contatto, scatta la foto e se ne va.

L’ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali, lancia quindi la campagna #NoSelfieConSelvatici per cominciare ad affrontare un tema che, complice il successo sui social di contenuti con protagonisti gli animali in genere, sta diventando un vero problema anche in Italia.

A pagarne il prezzo sono quasi sempre loro: gli animali selvatici. Togliere un animale dal suo habitat naturale, costringerlo a comportamenti innaturali o provocargli sofferenza è infatti un crimine punito dalla legge dall’articolo 544 ter del Codice Penale.

Gli episodi continuano a moltiplicarsi nonostante gli appelli, nonostante le denunce, nonostante le morti. Infatti, capita che, l’inutile tentativo di uno scatto rubato possa rilevarsi pericoloso e drammatico anche per lo stesso fotografo. Ricordiamo quanto accaduto al motociclista che questa estate ha perso la vita dopo essersi fermato in moto per scattare un selfie con dei cuccioli di orso.

Di questo weekend il caso, denunciato dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, di una lupa con cuccioli inseguita per uno scatto. Il Parco ha precisato con chiarezza: “La totale mancanza di scrupoli da parte di chi si rende protagonista di queste azioni è il sintomo più chiaro di quanto l’antropocentrismo e l’egoismo influenzino le nostre azioni”. Anche da chi si professa “amante della natura”.

Chi bracca, insegue, fotografa a tutti i costi un animale selvatico – anche da lontano – disturba un equilibrio. In certi casi lo distrugge: cervi nei parchi, cinghiali sulla spiaggia, volpi e daini foraggiati per uno scatto più ravvicinato. E poi stelle marine raccolte dall’acqua per una foto che le uccide. Ogni comportamento “per un like” ha conseguenze reali e spesso fatali.

La campagna #NoSelfieConSelvatici nasce anche dalla circostanza che il disturbo e il foraggiamento degli animali selvatici è vietato dalle direttive europee e dalla legge nazionale 157 del 92, essendo la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato, e rigorosamente protetta. Inseguire, forzare l’avvicinamento, alimentare animali selvatici, toglierli dal loro habitat: tutto questo non è solo sbagliato, è vietato.

C’è poi tutto un mercato che lucra sugli scatti con gli animali. Anche in Italia ormai, all’estero come ad esempio negli Stati Uniti (a New York o Los Angeles) è una triste realtà già da diversi anni, si riscontrano sempre più casi di persone che provano a lucrare sulla pelle dei selvatici: chiedono soldi in cambio di uno scatto con animali rari o esotici e, per farlo, li obbligano a stare per ore in luoghi affollati e turistici.

Come spiega Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa: “Ogni volta che interferiamo con la vita di un animale selvatico o un esotico, lo sottoponiamo a stress, disorientamento, dolore. Farlo per un selfie è irresponsabile e crudele. L’amore per la natura non si dimostra con un post, ma con il rispetto”.

L’iniziativa #NoSelfieConSelvatici vuole ribadire che è ora di smetterla con l’idea che tutto sia lecito in nome di una foto. La fauna selvatica non è uno sfondo, non è un giocattolo, non è un trofeo per i social.

L’Enpa continuerà a documentare, denunciare e sensibilizzare, ma serve che ognuno si assuma la propria parte di responsabilità.

Luca Malgeri

Giornalista, laureato in Scienze Politiche, svolge la professione con passione, curiosità e il desiderio costante di conoscere e informare. Per quasi venti anni ha collaborato con la Tattilo, casa editrice che ha fatto della poliedricità il suo punto di forza, affrontando temi diversificati. Negli ultimi anni, seguendo l’evoluzione del settore, ha abbracciato il giornalismo online, concentrandosi su tematiche quali ambiente, sostenibilità e benessere degli animali. Il calcio rappresenta una delle sue più grandi passioni, che non solo segue da tifoso, ma continua a praticare con entusiasmo, nonostante l’inesorabile passare degli anni. Ama la famiglia, la vita attiva, le passeggiate, il buon cibo e vivere la natura. malgeri.greenplanetnews@gmail.com
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