(Adnkronos) – "Ministro non si faccia portavoce del Governo, possiamo anche credere al suo personale sentimento di vicinanza ai familiari delle vittime ma non crediamo alla solidarietà del governo". Lo ha urlato un uomo nel cortile del Comune di Bologna durante la cerimonia per il 45esimo anniversario della strage di Bologna, rivolgendosi alla ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini a Bologna in rappresentanza del governo. "Quarantacinque anni fa fu una strage di mano fascista – ha continuato l'uomo, strappando un applauso dei presenti – con il coinvolgimento della P2 e con esplosivo provenienti da basi Nato". E oggi "il governo continua con leggi fascistissime come il decreto Sicurezza" e "continua con la complicità con la Nato", ha poi urlato l'uomo, che ha anche aperto uno striscione di carta sempre contro l'esecutivo Meloni, per poi essere invitato ad allontanarsi da alcuni agenti in borghese. L'uomo indossava una maglietta contro la Nato. "Piena solidarietà ai familiari delle vittime che noi onoreremo non soltanto a parole ma facendo cose concrete e quindi garantendo trasparenza per l'accesso agli atti e soprattutto garantendo il percorso della legge, che c'è sia alla Camera che in Senato, per garantire un margine ulteriore di risarcibilità ai familiari delle vittime", le parole della ministra Bernini, al termine del discorso tenuto dal presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna. "Sono rimasta su questo palco dall'inizio alla fine proprio per il profondo rispetto che a titolo personale e come rappresentante del governo nutro nei confronti dei familiari delle vittime dei sopravvissuti alle strage di Bologna e in qualsiasi parte d'Italia e del mondo, vista la situazione. – ha proseguito Bernini – Devo, però, dire che non sono d'accordo, né a titolo personale né come rappresentante del governo e lo sottolineo, non sono d'accordo, con qualunque riferimento fatto dal presidente Bolognesi all'attualità o all'attuale governo". "Qualunque collegamento con l'orrore della strage e l'attualità o l'attuale governo – ha ribadito con forza Bernini – lo respingo senza se e senza ma. Il rispetto che devo a titolo personale e come rappresentante del governo ai familiari delle vittime e a tutti i sopravvissuti e ai familiari delle stragi, mi ha tenuto ferma su questo palco perché questa è la democrazia: anche quando non siamo d'accordo, essere sempre presenti e ascoltare con rispetto l'opinione di tutti. Ripeto, sono in totale disaccordo su tutti i riferimenti all'attualità e all'attuale governo". "Continueremo a collaborare con l'Assocaizione delle vittime – ha sottolineato Bernini – a titolo personale e come rappresentante del governo e con il presidente onorario Bolognesi, come avevo promesso, nel dissenso reciproco: io dissento da quello che lui dice, lui dissente da quello che dico io, ma continueremo a collaborare e ci metterò tutto l'impegno, mio e del governo, per fare in modo che i familiari delle vittime e tutti i sopravvissuti alle stragi abbiano il massimo della trasparenza, verità e giustizia". "Alla presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra cosa è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare". Queste le parole del presidente uscente dell'Associazione dei familiari delle vittime, Bolognesi, dal palco in stazione a Bologna. "Presidente Meloni – ha detto ancora – condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici". "Sappiamo bene che gli amici degli stragisti non si collocano solo a destra, perché il partito dei nemici della verità è trasversale, così come era trasversale la famigerata loggia massonica P2. È però un fatto che tutti gli stragisti italiani passarono dal Movimento Sociale Italiano, partito costituito nel 1946 da esponenti della Repubblica Sociale Italiana (allora in gran parte latitanti perché ricercati dalla nuova giustizia della Repubblica democratica), che fino all'ultimo avevano combattuto con i tedeschi contro i partigiani, partito che si collocava apertamente contro la nascente Costituzione nata nel 1947 e ispirata alla lotta di Liberazione", ha continuato. Bolognesi ha proseguito affermando che "la verità con la 'V' maiuscola di cui parla il ministro Lollobrigida sembra assomigliare a una mistificazione più che alla realtà, a una menzogna più che alla verità. Di recente sono state rese note alcune chat tra due attuali esponenti della maggioranza parlamentare, l'onorevole Frassinetti e il ministro Lollobrigida, in cui riferendosi al processo relativo al 2 agosto, parlano di 'sentenza sbagliata' e il ministro Lollobrigida invita a tenere un basso profilo sulla strage alla stazione, cosicché una volta al Governo avrebbero potuto provvedere a diffondere la 'verità con la V maiuscola'. In effetti, bisogna riconoscere che certi personaggi hanno un solo modo per uscire bene da questa triste vicenda: non parlarne, fare finta di niente, sperare che ci si dimentichi". "Perché, se se ne parla invece – ha proseguito ancora Bolognesi – bisogna dire che per anni gli esecutori materiali della strage alla stazione, camerati amici di gioventù, sono stati furbescamente dipinti come ingenui spontaneisti armati, laddove invece erano stati ben preparati e addestrati militarmente e sono state inequivocabilmente provate le loro coperture in seno ai servizi segreti – ha sostenuto Bolognesi – Perché, se se ne parla, bisogna dire che sono incredibili i trattamenti di favore riservati agli stessi esecutori materiali dell'eccidio del 2 agosto che, pur essendo pluriergastolani mai pentiti, sono da anni in libertà, in barba al principio di certezza della pena sbandierato nelle campagne elettorali". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
