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I Prodotti dell’Appennino: sul web tra solidarietà ed e-commerce

I Prodotti dell’Appennino: sul web tra solidarietà ed e-commerce
I Prodotti dell’Appennino: sul web tra solidarietà ed e-commerce

La ripresa delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto 2016 deve necessariamente partire da un rilancio delle attività produttive. Le aree interessate vivono di un’economia prevalentemente agricola e le tante aziende hanno dovuto fare i conti con enormi difficoltà: stalle e aziende distrutte, macchinari fuori uso, campi non più agibili e animali morti sotto le macerie dei loro ricoveri

Nonostante l’impegno e lo spirito di sacrificio degli agricoltori, è d’obbligo individuare quante più soluzioni possibili per garantire un rilancio dell’intero comparto.

In occasione di Terra Madre Salone del Gusto di Torino, Cia-Agricoltori Italiani, con il supporto di JPMorgan Chase Foundation, presenta un nuovo progetto che promuove la vendita delle prelibatezze enogastronomiche delle aziende agricole del Centro Italia. Da Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Direttamente sulle piattaforme Ufoody e Amazon (categoria Made in Italy – Gourmet) arriveranno conserve, olio e vino, formaggi e salumi, golosità e pasta.

Una selezione di quasi 100 tipicità a marchio “I Prodotti dell’Appennino”, messe in vetrina e già in fase di vendita per più del 50% delle aziende aderenti, con acquisti, su Ufoody (73%), che arrivano soprattutto da Lombardia (18,67%), Piemonte e Emilia-Romagna (16%), ma anche dallo stesso cuore della penisola, Abruzzo e Marche (10,67%), che raccontano la storia di una rinascita, faticosa, ma più consapevole e determinata.

L’Umbria è la regione che soffre di più

Dal 2015 al 2017 – come emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi Cia su dati Istat – a risentire di più delle conseguenze del sisma è stata l’Umbria, il cui valore della produzione agricola è sceso del 15% con un fatturato che in tre anni è passato da quasi 845 milioni di euro a 715 milioni, perdendo il 14% del valore aggiunto agricolo. Segue la regione Marche con un -6% del valore della produzione agricola (1,1 miliardi di euro nel 2017 a fronte di 1,2 miliardi del 2015) e un -4% del valore aggiunto agricolo. Il terremoto ha inciso principalmente sulla zootecnica (carne ovicaprina -16% nel Lazio; carne bovina -6% nelle Marche) e nel comparto lattiero-caseario (latte ovicaprino -32% nel Lazio; -17% nelle Marche; 13% in Umbria). In Abruzzo è diminuita la produzione di olio (-12%), ma è andata meglio la vitivinicoltura (+30%), l’allevamento di carne suina (+23%) e la coltivazione delle patate (+23%). L’Umbria ha avuto il calo più consistente nella cerealicoltura (-46%), ma ha contato nel 2017 un incremento del 22% nella produzione di carne suina.

L’agricoltura del Centro Italia si è dunque tenuta in piedi, nonostante le enormi difficoltà, grazie soprattutto al grande lavoro degli agricoltori e alla solidarietà di tutti. Il progetto “I Prodotti dell’Appennino” si inserisce in questo scenario quale acceleratore economico per le aziende agricole, incentivando il rilancio delle attività imprenditoriali con la promozione e la vendita dei loro prodotti.

“La produttività del Centro Italia ha bisogno di un contributo più orientato a un salto di qualità, anche in grado di rigenerare l’appeal agrituristico dell’Appennino – ha commentato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino –. L’iniziativa con JPMorgan Chase Foundation arriva a supportare e agevolare questo processo, puntando sulle eccellenze del territorio, riconosciute in tutta Italia per autenticità e genuinità”.

Francesco Cardinali, Senior Country Officer di J.P. Morgan in Italia ha aggiunto: “Dopo aver sostenuto le operazioni di immediato soccorso alla popolazione colpita dal sisma del 2016, oggi J.P.Morgan è orgogliosa di poter aiutare anche le imprese del settore agroalimentare del Centro Italia, motore fondamentale dell’economia locale. Siamo convinti che imprese agroalimentari più forti e capaci di cogliere le opportunità offerte dalle piattaforme di commercio online possano dare un impulso positivo all’occupazione e contribuire alla rivitalizzazione e alla crescita economica duratura e sostenibile di queste comunità.

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