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Ucraina, CEP no a “tetti” fissi per il prezzo energia in Europa

Ucraina, CEP no a “tetti” fissi per il prezzo energia in Europa
Foto @CEP

Il Centres for European Policy Network (CEP) rifiuta la proposta della Commissione Europea di fissare dei “tetti” a livello europeo per l’energia

Il centro studi del Centres for European Policy Network (CEP) ha effettuato una recente pubblicazione di uno studio che tratta il tema dell’energia europea, sulla base della recente comunicazione della Commissione europea “REPowerEU”, discussa poi dai capi di stato e di governo a Versailles il 10 marzo.

Da giugno 2020, anche a Roma ha aperto il “Centro Politiche Europee”, un centro studi specializzato in analisi della regolamentazione nell’Unione europea. Tale organizzazione costituisce l’articolazione italiana di una rete europea di ricerca, caratterizzata dal lavoro interdisciplinare di un ampio team di economisti e giuristi.

Il “Center for European Policy” fondato a Freiburg in Germania nel 2005 dall’ex Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Roman Herzog, intende contribuire anche ad una migliore comprensione reciproca degli interessi, spesso molto diversificati, dei Paesi membri dell’UE, nonché sviluppare proposte di soluzioni basate sul consenso nel quadro del modello di economia sociale di mercato.

L’Unione europea entro il 2027 in risposta alla guerra in Ucraina vuole rinunciare completamente ai combustibili fossili dalla Russia. Entro la fine di quest’anno, le importazioni di gas russo dovrebbero già essere ridotte di due terzi.

Il gruppo di esperti del CEP tedesco ha fatto una prima valutazione della recente comunicazione della Commissione europea “REPowerEU” che nel quadro della stessa sostiene in modo particolare il piano di pagamenti mirati alle famiglie e alle imprese come compensazione per ulteriori aumenti dei prezzi.

Gli esperti di Friburgo al contrario, rifiutano la proposta di fissare dei “tetti” a livello europeo per l’energia, anche essa presa in considerazione dal piano della Commissione.

“La Commissione vuole fissare dei massimali di prezzo per il gas e l’elettricità in tutta l’UE. Non si dovrebbe pensare ad una simile strada. Ha più senso fornire un sostegno finanziario mirato alle famiglie con redditi bassi e medi ed alle aziende in difficoltà”, dice Götz Reichert esperto giurista di energia del CEP che insieme agli economisti Svenja Schwind e Martin Menner, ha analizzato i piani della Commissione europea, discussi poi anche in modo controverso dai capi di stato e di governo a Versailles il 10 marzo 2022.

Il CEP, nell’attuale situazione per rendere l’approvvigionamento energetico dell’Europa indipendente dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, consiglia l’uso temporaneo e maggiore di carbone di origine non russa.

Questa misura, infatti, a livello complessivo non avrà alcun effetto dannoso per il clima. Il sistema per lo scambio di quote di emissione dell’UE impedirà l’aumento incontrollato delle emissioni di gas a effetto serra, limitando e abbassando le emissioni complessive”, sottolinea Martin Menner.

Tuttavia, il team del CEP è scettico su un rapido raggiungimento dell’indipendenza.

“Anche se tutti i piani dell’UE fossero effettivamente attuati sarebbe impossibile sostituire tutte le importazioni russe entro la fine di quest’anno. Le imprese e i consumatori non avranno altra scelta che risparmiare più energia. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha del resto già invitato i cittadini a farlo”, sottolinea Svenja Schwind.

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