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Vaccino, glicoproteina S di SARS-CoV-2 potenziale risposta immunitaria

Vaccino, glicoproteina S di SARS-CoV-2 potenziale risposta immunitaria
Vaccino, glicoproteina S di SARS-CoV-2 potenziale risposta immunitaria

La corsa al vaccino è iniziata da tempo. Senza farci illusioni, avremo da aspettare ancora. Si parla di un anno, più o meno. Ma le notizie sono confortanti perché gli “esperti” sono sulla buona strada.

Abbiamo diversi candidati in corsa, dove le nostre “eccellenze italiane”, come sempre, si stanno distinguendo e dimostrando che l’Italia ha risorse di “cervelli e creatività” adatte a trovare la soluzione vincente.

Abbiamo ad esempio il candidato “antidoto” messo a punto dall‘istituto Jenner dell’Università di Oxford in partnership con l’azienda italiana Irbm di Pomezia. “Ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56esimo giorno della sperimentazione in corso”, scrivono sulla rivista Lancet, dove sono stati pubblicati i risultati preliminari riferiti alla fase 1-2 di sperimentazione, attualmente in corso, che ha coinvolto 1.077 adulti sani. Saranno necessari ulteriori studi per capire se effettivamente il vaccino sua efficace.

Abbiamo poi lo stabilimento Catalent di Anagni, visitato lo scorso 6 luglio dal ministro Roberto Speranza, che ha parlato di “eccellenze italiane al centro della sfida”. La Catalent di Anagni si preoccuperà infatti dell’infialamento di 400  milioni di dosi del vaccino quando sarà messo a punto un altro processo produttivo, quello al vaglio della svedese-britannica Astra Zeneca.

Senza dimenticare la sperimentazione in atto all’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

Glicoproteina S, lo studio del Cnr

A questi processi di realizzazione del vaccino e studi su una cura efficace contro il Covid-19 aggiungiamo ora anche lo studio della glicoproteina S riportato dal Cnr che si rivela particolarmente interessante. Tra i principali filoni di ricerca attivati dalla comunità scientifica in seguito allo scoppio della pandemia da coronavirus SARS-CoV-2, per comprendere le dinamiche del contagio, cercare di limitarlo e trovare una cura efficace, fondamentali sono gli studi epidemiologici.

Tale ricerca è fondamentale per seguire e anticipare l’andamento del virus, per capire la relazione tra agente patogeno e organismo ospite, per capire i meccanismi molecolari e cellulari del virus e bloccarne la replicazione, per ideare e testare vaccini capaci di stimolare una risposta immunitaria efficace, durevole e sicura.

Oltre a questi metodi di indagine tradizionali, da qualche anno, si può fare affidamento su metodi di ricerca e sviluppo di vaccini basati sull’utilizzo di tecniche matematico-statistiche e computazionali, frutto della ricerca applicata in quest’ambito.

Nello specifico, i ricercatori dell’Istituto delle applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Iac), in collaborazione con il gruppo di bioinformatica dell’Università di Bangalore (India) e della Chicago Medical School di Chicago (Usa) hanno progettato al calcolatore un vaccino detto “multi-epitopo”. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports di Nature.

“Lo studio sviluppato in questa ricerca è stato effettuato completamente in silico, ovvero con l’ausilio del calcolatore, usando la glicoproteina S di SARS-CoV-2 come potenziale target della risposta immunitaria – spiega Filippo Castiglione di Cnr-Iac, coautore dello studio – La glicoproteina S del SARS-CoV-2 è preposta a mediare l’ingresso del virus nella cellula ospite ed è uno dei determinanti antigenici più importanti: stimolando il sistema immunitario a reagire in maniera specifica contro questa molecola è infatti possibile ipotizzare la definizione di un vaccino capace di indurre un’efficace produzione di anticorpi e cellule citotossiche in grado di eliminare il virus”.

La qualità complessiva del vaccino progettato sulla base della glicoproteina S, validata in silico, e la simulazione della dinamica molecolare ne hanno confermato la stabilità. Trovare porzioni della molecola glicoproteina S del coronavirus che risultino immunogeniche, ovvero capaci di scatenare una risposta immunitaria è importante perché costituiscono gli ingredienti principali nella definizione di un vaccino. Inoltre gli studi di docking, ossia l’interazione chimico-fisica a livello molecolare, hanno rivelato interazioni stabili del vaccino con i recettori del sistema immunitario dell’organismo ospite – prosegue il ricercatore – L’efficienza del vaccino candidato per innescare una risposta immunitaria efficace è stata valutata mediante il sistema di simulazione della risposta immunitaria C-IMMSIM, sviluppato da ricercatori del Cnr”.

“Lo studio dimostra come le applicazioni di metodi in silico possano essere usate nell’ambito della fase preclinica del vaccine design con costi estremamente contenuti in termini di tempo, denaro e modelli animali lasciando la valutazione della sicurezza alle fasi successive dello sviluppo del vaccino”, conclude il direttore dell’Istituto, Roberto Natalini.

Se la corsa è iniziata da tempo, auguriamoci che il migliore possa quanto prima tagliare il traguardo per farci uscire definitivamente da questa pandemia.

Foto: Pexels

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