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Rifiuti tessili, lavaggi più brevi e scelte consapevoli per dare una mano all’ambiente

Rifiuti tessili, lavaggi più brevi e scelte consapevoli per dare una mano all’ambiente
Rifiuti tessili, lavaggi più brevi e scelte consapevoli per dare una mano all’ambiente, foto di Peggy_Marco da Pixabay

Fondamentale la consapevolezza e l’informazione dei consumatori nella scelta delle macchine, con un occhio sempre attento all’efficienza energetica, riducendo costantemente le distanze tra le buone intenzioni e l’effettiva messa in pratica.

Quello della necessità di smaltire i rifiuti tessili è un problema dibattuto da tempo e alla ricerca di soluzioni sempre più efficaci. Cercare di prolungare la vita degli indumenti è una necessità stringente, potendo ridurre il significativo impatto ambientale causato dall’industria della moda.

Spesso si ignora che questa genera più gas serra di quanto tutti i voli internazionali e le spedizioni non facciano insieme. Ogni cittadino europeo scarta circa 16kg di rifiuti tessili all’anno, l’88% dei quali finisce in discarica o viene incenerito, nonostante la maggior parte degli articoli sia ancora utilizzabile. Dati certamente allarmanti che richiedono una crescente presa di coscienza.

In questa direzione va la quinta edizione dell’AEG Care Index, un nuovo studio che rivela la progressiva predominanza dello “speed laundering” in Europa, ovvero l’abitudine di prendersi cura dei capi sempre più velocemente. L’adozione di cicli di lavaggio più brevi e a temperature più basse può aumentare la vita dei vestiti di oltre il 50% e di conseguenza fare in modo che si limiti l’impatto sull’ambiente dei rifiuti tessili.

Il rapporto prende in esame 22,6 milioni di cicli di lavaggio e 6 milioni di cicli di asciugatura effettuati nel 2024 e le ricerche condotte su oltre 15.000 adulti in 14 Paesi europei. L’indagine evidenzia un chiaro spostamento verso routine di bucato più veloci.

I risultati chiave includono la crescente ascesa del lavaggio “sotto l’ora”: un terzo (33%) predilige lavaggi da meno di 60 minuti, mentre un ulteriore 25% opziona un programma che si completa in appena 1-1,5 ore.

La stessa tendenza emerge per l’asciugatura dove il 24% sceglie cicli che terminano in meno di 90 minuti, e quasi la metà degli intervistati (47%) utilizza quelli di una durata inferiore alle due ore. Si è rilevato anche un cambiamento nell’orario: ora prevale quello mattutino.

La maggioranza (54%) degli europei adesso preferisce fare il bucato prima di mezzogiorno, consolidando una tendenza iniziata durante il lockdown del 2020.

Dal 2022 AEG sta monitorando il punto di vista dei consumatori nei confronti dei costi degli elettrodomestici e dell’utilizzo di energia.

Questo ultimo rapporto dimostra che per oltre la metà degli europei (53%), l’efficienza energetica avrà grande rilevanza sul loro prossimo acquisto di grandi elettrodomestici. Anche se leggermente in calo rispetto al 59% dell’anno scorso, questo dato dimostra chiaramente che questa caratteristica continua a essere determinante nell’acquisto di elettrodomestici per il bucato.

Le preoccupazioni sui costi energetici impattano in modo rilevante anche sull’uso dell’asciugatrice: un significativo 43% dei proprietari, infatti, cerca di usare meno il proprio elettrodomestico; inoltre più di un quarto (28%) ha attivamente cambiato le proprie abitudini di asciugatura negli ultimi dodici mesi proprio a causa dei costi energetici.

Va detto però che l’asciugatura non è necessariamente costosa. Un’asciugatrice a pompa di calore da 8kg classe A con ciclo ECO ha un costo medio di circa 0,21 Euro per ciclo. Asciugare 160 carichi in un anno ha quindi un costo stimato di 33,50 Euro, che è circa quanto si spenderebbe consumando una volta al mese un cappuccino in una catena di caffetterie di punta.

Detto che la velocità è una priorità, il rapporto rivela inoltre possibili compromessi e lacune nelle conoscenze che, se colmate, potrebbero compensare il divario tra buone intenzioni e azioni concrete.

Nel 2024, l’84% degli europei si è detto concorde sul fatto di tenere alla cura dei propri vestiti. Solo il 25% delle persone interpellate, tuttavia, è consapevole del grande impatto che il lavaggio ha sulla vita dei capi. Introdotto lo scorso anno, l’AEG Care Index ha evidenziato che gli indumenti, inclusi jeans e t-shirt, possono durare il 50% in più con condizioni di lavaggio più delicate, ovvero, cicli più brevi e temperature più basse.

Luca Malgeri

Giornalista, laureato in Scienze Politiche, svolge la professione con passione, curiosità e il desiderio costante di conoscere e informare. Per quasi venti anni ha collaborato con la Tattilo, casa editrice che ha fatto della poliedricità il suo punto di forza, affrontando temi diversificati. Negli ultimi anni, seguendo l’evoluzione del settore, ha abbracciato il giornalismo online, concentrandosi su tematiche quali ambiente, sostenibilità e benessere degli animali. Il calcio rappresenta una delle sue più grandi passioni, che non solo segue da tifoso, ma continua a praticare con entusiasmo, nonostante l’inesorabile passare degli anni. Ama la famiglia, la vita attiva, le passeggiate, il buon cibo e vivere la natura. malgeri.greenplanetnews@gmail.com
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