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Sette orsi morti in dodici anni: dopo l’annegamento dei cuccioli di Scanno ancora allarme sicurezza

Sette orsi morti in dodici anni: dopo l'annegamento dei cuccioli di Scanno ancora allarme sicurezza
Sette orsi morti in dodici anni: dopo l'annegamento dei cuccioli di Scanno ancora allarme sicurezza, le condizioni della Rete di Pizzalto, foto per gentile concessione dell'Ufficio Stampa

Un lavoro di presidio e supervisione del territorio che le associazioni svolgono già da alcuni anni, e che è finalizzato a spingere enti, pubbliche amministrazioni e consorzi privati ad agire con urgenza.

Nello scorso mese di maggio arrivò la triste notizia del ritrovamento di due piccoli orsi marsicani nell’invaso di Scanno, a Collerotondo, in provincia dell’Aquila. Le associazioni Salviamo L’Orso e Rewilding Apennines si sono mosse immediatamente per verificare le cause, iniziando una serie di sopralluoghi in diversi invasi di montagna analoghi.

Ciò che è emerso è una diffusa carenza di sicurezza, rappresentando ciò un pericolo sia per la fauna selvatica che per gli uomini. Le associazioni hanno prodotto una relazione tecnica che contiene un’analisi dettagliata delle misure che devono essere urgentemente implementate per mettere in sicurezza le varie aree.

Tra queste, la costruzione di recinzioni di sicurezza di cui si forniscono non solo le specifiche ma anche i disegni tecnici e alcuni riferimenti estrapolati dalla letteratura scientifica in materia.

Il documento è stato successivamente condiviso con tutte le competenti Stazioni dei Carabinieri Forestali, nonché con gli uffici della Regione Abruzzo i quali, a loro volta, lo hanno fatto proprio e inoltrato agli Enti, ai Comuni interessati, alle Aree Protette regionali ed ai responsabili della gestione dei bacini sciistici dell’Alto Sangro e di Campo Felice, Ovindoli-Magnola.

Il problema della messa in sicurezza degli invasi di montagna non è recente, visto che, già nel 2010, a Villavallelonga, annegarono ben tre orsi su un invaso del tutto simile a quelli che ancora devono essere messi in sicurezza.

Negli ultimi mesi le associazioni hanno verificato la situazione di vari invasi di montagna e bacini a rischio, a partire da quello di Pizzalto, a Roccaraso. Qui, dopo le sollecitazioni del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, i gestori avevano annunciato la messa in sicurezza, ma la condizione di pericolo permane. La vecchia rete non è stata sostituita e quindi ancora inadatta a fermare un orso, nonostante la presenza nell’area di una femmina con due cuccioli.

Esempio di rete a norma, immagine per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

La situazione non è migliore per gli impianti sciistici di Roccaraso, recentemente rinnovati anche con fondi pubblici: anche qui ai gestori si chiede uno sforzo ulteriore e maggiori investimenti in sicurezza. Tra l’altro in una zona che ha acquistato notorietà, soprattutto per la presenza della fauna selvatica, come dimostrato dal caso dell’orso Carrito, investito da un’auto lo scorso mese di gennaio a Castel di Sangro.

Un esempio positivo viene invece dall’Autostrada dei Parchi, nella tratta Pescina–Cocullo, dove è stata installata una recinzione concordata con il Parco, modello che le associazioni vorrebbero replicare anche per gli invasi, con piccole modifiche basate su esperienze internazionali.

Per altre località come Scanno Collerotondo, Rocca di Botte, Tornimparte, Pescina, Ovindoli-Magnola, Campo Felice e Pescasseroli, nonostante i sopralluoghi e i solleciti, non sono arrivate risposte né proposte concrete di messa in sicurezza.

Le associazioni non possono nascondere delusione e impotenza, avendo cercato di fare tutto quello che era possibile, avendo messo in sicurezza più di 20 pozzi, vasche e cavità. Ad oggi rimangono lavori per cui sono necessari fondi, permessi e autorizzazioni che non sono in grado di fornire e su cui permane un diffuso disinteresse.

Il bilancio resta preoccupante: in dodici anni ben sette orsi marsicani, su una popolazione di poco più di sessanta individui, sono morti annegati in invasi privi di protezioni. Le associazioni ritengono che, ad oggi, non ci siano più scuse: i diretti interessati devono agire prontamente o altrimenti dichiarino che la vita di un orso vale meno del costo di una recinzione.

Luca Malgeri

Giornalista, laureato in Scienze Politiche, svolge la professione con passione, curiosità e il desiderio costante di conoscere e informare. Per quasi venti anni ha collaborato con la Tattilo, casa editrice che ha fatto della poliedricità il suo punto di forza, affrontando temi diversificati. Negli ultimi anni, seguendo l’evoluzione del settore, ha abbracciato il giornalismo online, concentrandosi su tematiche quali ambiente, sostenibilità e benessere degli animali. Il calcio rappresenta una delle sue più grandi passioni, che non solo segue da tifoso, ma continua a praticare con entusiasmo, nonostante l’inesorabile passare degli anni. Ama la famiglia, la vita attiva, le passeggiate, il buon cibo e vivere la natura. malgeri.greenplanetnews@gmail.com
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