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A Roma la prima edizione dell’International Plant Translocation Conference 

A Roma la prima edizione dell’International Plant Translocation Conference
A Roma la prima edizione dell’International Plant Translocation Conference, foto per gentile concessione iptc2022, drosera rotundifolia

L’Università degli Studi Roma Tre, dal 20 al 23 giugno, ospiterà la prima edizione dell’International Plant Translocation Conference. Un congresso internazionale sulla conservazione delle piante minacciate di estinzione in cui confluiranno oltre 70 relatori da 16 paesi

Molte specie vegetali in tutto il mondo sono minacciate o già estinte a causa della perdita di habitat, dell’inquinamento, delle specie aliene invasive e del cambiamento climatico.

Tra le azioni che possono contribuire a ridurre il rischio di estinzione vi sono le cosiddette “traslocazioni a scopo di conservazione”, definite dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) come dei movimenti intenzionali di specie da un sito ad un altro allo scopo di generare dei benefici per la conservazione delle specie stesse.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite delinea la strategia di medio termine per invertire il trend di perdita globale di biodiversità, per integrare politiche di sfruttamento sostenibile delle risorse naturali da cui dipende il benessere della popolazione mondiale in crescita e per ridurre e mitigare i conflitti tra uomo e ambiente. Questi i principali temi generali trattati dalla conferenza, legati al Sustainable Development Goal 15Life on Land”, oltre a temi più specifici relativi alle tecniche di ripristino delle specie, e degli ecosistemi che influenzeranno la decade della Ecological Restoration delle Nazioni Unite.

L’International Plant Translocation Conference, una sede di alto livello scientifico

Il fermento relativo alle politiche green e gli ingenti stanziamenti di fondi a livello globale, che includono il ripristino degli ecosistemi minacciati e danneggiati dalle attività umane, hanno fatto sorgere l’esigenza di una sede di alto livello scientifico dove scienziati ed esperti possano fare il punto delle conoscenze, condividere esperienze e delineare le linee di ricerca future e le loro ricadute, anche in risposta al post-Covid e all’instabilità politica globale causata dalla guerra in Ucraina.

L’International Plant Translocation Conference (qui programma completo), a Roma da 20 al 23 giugno presso l’Università degli Studi Roma Tre, rappresenta un nuovo tipo di congresso che ha la sua prima edizione a Roma, città dalla lunghissima storia e al centro del cosiddetto hot-spot di biodiversità del Mediterraneo, a cui sarà dedicata un’intera sessione dell’IPTC2022.

Foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa Università degli Studi Roma Tre, Cryptostylis leptochila Bundanoon

Alla conferenza parteciperanno 9 invited speakers tra i top-scientist nel campo della conservazione della natura e provenienti da importanti istituzioni mondiali quali l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), il Center for Plant Conservation degli Stati Uniti, il Missouri Botanical Garden, la Curtin University (Australia), il Meise Botanical Garden (Belgio), la Liverpool John Moores University (Regno Unito), l’Università di Cagliari, l’Università di Pavia e l’Orto Botanico di Roma (Università La Sapienza).

Piante a rischio estinzione e agricoltura

Tra i temi “scottanti” trattati vi sarà il rapporto tra piante minacciate di estinzione e agricoltura, la migrazione assistita di vegetali in risposta al cambiamento climatico, le de-estinzioni.

L’agricoltura fornisce cibo per la crescente popolazione umana con un costo altissimo in termini di impatto sugli ecosistemi naturali, sulla fauna e sulla flora. Filosofie di coltivazione più sostenibili abbinate all’uso delle tecnologie più avanzate permettono di ridurre gli impatti dell’agricoltura sull’ambiente. In particolare, si parlerà di come l’uso più razionale e mirato di pesticidi ed erbicidi permetta di riportare nelle aree agricole specie di piante scomparse da tempo in zone fortemente vocate all’agricoltura, come la Pianura Padana, creando una sinergia tra specie rare e servizi ecosistemici che queste offrono agli agricoltori, ad esempio in termini di impollinazione e come indicatori di agricoltura di qualità.

Le de-estinzioni rappresentano l’ultima frontiera della conservazione. Per ora solamente teorica, l’idea di far rivivere specie estinte sta alimentando un ampio dibattito scientifico, tra decisi sostenitori, oppositori e approcci più pragmatici. I più recenti sviluppi nell’ambito delle de-estinzioni di piante saranno discussi all’International Plant Translocation Conference 2022.

L’impatto del cambiamento climatico è sempre più evidente per i danni, ma anche per le opportunità che esso crea in vari settori – ci racconta il prof. Thomas Abeli, docente del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre e organizzatore del congresso –. Le specie vegetali spontanee, ma anche quelle coltivate, non sono immuni dal riscaldamento globale e attuali azioni di conservazione della natura e ripristino degli ecosistemi danneggiati non possono non tenere conto delle già aumentate temperature, maggiore frequenza di eventi estremi e dell’innalzamento del livello del mare. Si parla pertanto di migrazioni assistite, tecniche che prevedono lo spostamento di specie in altitudine e latitudine come misura per anticipare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. L’IPTC2022 farà il punto su queste azioni molto dibattute e spesso fortemente contrastate per i rischi e l’incertezza che esse comportano”.

A conclusione del congresso verrà rilasciato uno statement che legherà i vari temi trattati da un punto di vista di prospettiva in un documento rivolto a tutti gli stakeholder al fine di contribuire alla politica di settore.

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