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Alberi, aumento del 5% in più in città meno mortalità premature all’anno

Alberi, aumento del 5% in più in città meno mortalità premature all’anno
Foto credits @Depositphotos_719199030_S

Porterebbe difatti a una riduzione del 2,8% delle concentrazioni medie annuali di PM2, 5, dell’1,4% per il biossido di azoto (NO2) e dell’1,2% per le concentrazioni medie estive dell’ozono (O3).

È il risultato di uno studio internazionale al quale ha partecipato ENEA, condotto in 744 città di 36 Paesi europei, pubblicato su The Lancet Planetary Health e realizzato nell’ambito del progetto europeo LIFE “Airfresh”.

La ricerca ha evidenziato inoltre che si potrebbero evitare fino a 12mila morti l’anno se ogni centro cittadino avesse una copertura arborea di almeno il 30%. 

Aumentando del 5% la superficie alberata in città si otterrebbe una riduzione degli inquinanti atmosferici tale da evitare circa 5mila morti premature all’anno.

Ogni aumento del 5% della superficie alberata in città rispetto alla copertura attuale porterebbe a una riduzione del 2,8% delle concentrazioni medie annuali di PM2,5, dell’1,4% per il biossido di azoto (NO2) e dell’1,2% per le concentrazioni medie estive dell’ozono (O3).

“In ambito urbano polveri sottili, biossido di azoto e ozono sono tra gli inquinanti più pericolosi per la nostra salute e per quella degli ecosistemi. Entro il 2050, si stima che circa l’80% della popolazione europea risiederà in contesti urbani, accentuando la rilevanza di queste problematiche”, spiega la coordinatrice del progetto per ENEA Alessandra De Marco, responsabile del Laboratorio Impatti sul territorio e nei paesi in via di sviluppo. “Aumentare la quantità di alberi in città – aggiunge – permetterebbe di ottenere benefici simultanei come il miglioramento della qualità dell’aria, la mitigazione dell’effetto isola di calore estiva, la conservazione della biodiversità e, soprattutto, il benessere dei cittadini”.

La Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) raccomanda l’adozione della strategia del 3-30-300 che consiste nel raggiungimento di tre obiettivi specifici: 3 alberi visibili da ogni casa, scuola o luogo di lavoro, 30% di copertura arborea in ogni quartiere e 300 metri di distanza massima della propria abitazione da un parco o da spazio verde pubblico.

Lo studio mette in evidenza che, utilizzando un approccio integrato che combina dati ambientali e sanitari a livello europeo su un arco temporale di 20 anni (2000-2019), la copertura arborea media è cresciuta di appena 0,76 punti percentuali e che il 73,5% delle città analizzate ha registrato un incremento del verde. Parallelamente, la mortalità attribuibile all’inquinamento atmosferico è diminuita in media del 3,4%.

Nel 2019, 130 città dei 744 centri urbani europei presi in esame (oltre 50 milioni di abitanti, pari a circa il 25% della popolazione di questi centri) avevano una copertura arborea media superiore al 30%. Attualmente, in Italia la copertura vegetale raggiunge il 30% solo a Napoli (32%), mentre a Milano e a Roma arriva, rispettivamente, al 9% e 24%.

“Una copertura arborea urbana al 30%, come quella raggiunta da alcune città europee, potrebbe ridurre le morti premature del 9,4% da PM2,5, del 7,2% da biossido di azoto e del 12,1% da ozono. Al contrario, abbattere la superficie alberata fino ad azzerarla comporterebbe un aumento della mortalità: +19,5% da PM2,5 (circa 19 mila morti premature in più ogni anno), +15% da biossido di azoto (oltre 5.200 in più) e +22,7% da ozono (circa 700 in più)”, sottolinea De Marco.

Il verde urbano non porta benefici soltanto in merito alla qualità dell’ariam bensì  gli alberi arrivao a ridurre la temperatura percepita, mitigando l’impatto delle ondate di calore come quella dell’estate 2022 che ha causato circa 62 mila morti in Europa (+4%).

La Strategia Ue sulla biodiversità al 2030 prevede l’impegno dei Paesi aderenti a piantare almeno 3 miliardi di alberi entro la fine del decennio per portare a un aumento significativo della copertura arborea media nelle città.

“Per raggiungere questo obiettivo, i programmi di piantumazione dovrebbero interessare non solo gli spazi pubblici, ma anche – e soprattutto – quelli privati, come cortili residenziali, oltre alle aree periurbane. È fondamentale che urbanisti e amministratori vengano incoraggiati a integrare infrastrutture verdi urbane pensate su misura per i diversi contesti locali. Questo approccio dovrebbe essere accompagnato da politiche di riduzione delle emissioni e da interventi complementari, come i corridoi di aria fredda o i tetti verdi, per massimizzare i benefici in termini di salute pubblica e qualità della vita, con il risultato di città più sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici nel lungo termine”, conclude De Marco.

Photo Credit: Depositphotos.

Germana Ferrante

Giornalista, Caporedattrice e responsabile della comunicazione per Green Planet News. Ha lavorato per molti anni nel mondo editoriale presso la A. Manzoni & C. S.p.a., storica concessionaria di pubblicità del Gruppo Editoriale L’Espresso. Svolge la professione di giornalista sulle tematiche ambientali e della sostenibilità online, settori che negli ultimi anni hanno avuto una crescita tale da acquisire importanza primaria. Tra le varie passioni ci sono la fotografia, i viaggi alla scoperta delle varie culture del mondo, gli animali pelosetti, la lettura e la cucina di cui intende portare avanti la tradizione con un pizzico di innovazione sul suo sito personale Mind Cucina e Gusto (www.mindcucinaegusto.com). g.ferrante@greenplanetnews.it.
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