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Biomasse solide, il dibattito sulle rinnovabili alla fiera virtuale Geco Expo

Biomasse solide, il dibattito sulle rinnovabili alla fiera virtuale Geco Expo
Foto di recyclind da Pixabay

Geco Expo, Fiera virtuale in 3D sull’ecosostenibilità, ha proposto una tavola rotonda dal titolo “Energie rinnovabili: tipologie, vantaggi, impatti economici e criticità”

I vantaggi delle energie rinnovabili, il loro impatto economico e le criticità da affrontare oggi in questa delicata fase storica dell’Europa, dell’economia e del mercato energetico. Questi i temi al centro del dibattito a Geco Expo.

Durante la tavola rotonda sono state esplorate le diverse forme di energia rinnovabile disponibili quali soluzioni reali alla crisi del sistema economico messo alla prova anche da due anni di pandemia. In particolare, è stato analizzato l’impatto economico di ciascuna.

A partire dalle biomasse solide i cui benefici consistono nella piena attuazione del modello di economia circolare di cui sono l’ultimo anello nella catena di riuso dei materiali ottenuti dalla manutenzione dei boschi e dalle attività agricole.

Biomasse solide, tema caldo e bolletta “quotata in borsa”

Il tema, dunque, è un tema caldo anche in considerazione del fatto che la scellerata politica di questi ultimi anni ha portato all’Italia la bolletta quotata in borsa per i prezzi che ha raggiunto oggi invece della tanto auspicata autosufficienza energetica ( e non è solo il caos della guerra a quotarla in borsa ).

Al dibattito ha partecipato anche il presidente dell’Associazione EBS (Energia da biomasse solide), Antonio Di Cosimo che ha commentato: Le biomasse solide sono oggi una delle fonti rinnovabili più affidabili e sicure nell’attuale transizione ecologica e nel contesto economico minacciato da una crisi energetica e da un rincaro dei costi in bolletta senza precedenti. In questo nuovo scenario, inasprito purtroppo dal conflitto tra Russia e Ucraina, è emersa l’esigenza sempre più forte di diversificare le fonti energetiche realizzando un mix virtuoso che possa mitigare la dipendenza dall’estero del nostro Paese e dell’Europa”.

Biomasse solide che hanno un impatto economico misurabile anche in considerazione di una politica di riduzione dei rischi idrogeologici e legati agli incendi, e dunque dei costi conseguenti, se si attua una manutenzione e un corretto recupero e smaltimento dei residui. Due nodi che appaiono talvoltaa dir poco chimerici in questo paese.

Altre criticità

Pensando poi ad altre criticità, il presidente dell’Associazione EBS ha riportato l’attenzione sul paradosso per cui il contributo delle biomasse solide è conteggiato negli obiettivi del Pniec, che recepisce gli obiettivi UE definiti nella direttiva RED II, finalizzati alla decarbonizzazione.

“Nonostante ciò, ad oggi non vi è alcuna certezza del rinnovo del sistema incentivanteha aggiunto Antonio Di Cosimo – Tale situazione minaccia il mantenimento in esercizio degli impianti che vedono avvicinarsi la scadenza degli incentivi già nel 2023 con la conseguente distruzione di tutta la filiera di approvvigionamento faticosamente costruita nel corso di questi anni e il gap sugli obiettivi di sostenibilità ambientale da raggiungere tramite le energie rinnovabili”.

Appare evidente, insomma, che se vogliamo “imbellettarci” di politiche green, sostenibilità e Agenda 2030 ad ogni frazione di pensiero, sia necessaria una chiara politica di strategia nazionale non solo basata sui like e sul quel fantomatico “abbiamo fatto” che di fatto non fa nulla. Con l’aggiunta di una sburocratizzazione concreta e soprattutto di valide alternative sul fronte della decarbonizzazione. Altrimenti si finirà non solo con la bolletta quotata in borsa ma con un paese “con il cappello in mano”.

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