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Cosa fa il calcio per l’ambiente?

Foto di Phillip Kofler da Pixabay

Negli ultimi anni si parla sempre più di cura dell’ambiente e degli spazi comuni. In tutti i settori la transizione ecologica sta cambiando le prospettive di vita. Così anche nel mondo del calcio che sempre più manifesta interesse verso l’ambiente

L’ecologia del calcio italiano

Il calcio ha ormai conquistato il mondo diventando uno degli sport più seguiti e pubblicizzati sul pianeta. Per il grande numero di supporters che riesce a muovere è naturale che può essere anche considerato come un veicolo di messaggi importanti. Per questo può essere portatore di messaggi che determinano un impatto importante su un tema delicato come quello della tutela dell’ambiente.

Se un pallone da calcio pesa solo 400 grammi, quello che ruota intorno a questo sport può essere pesante come un macigno ed essere davvero determinante. Da uno studio dell’Unione Europea del 2018 è venuto fuori, infatti, che un unico spettatore di calcio produce circa un kg di rifiuti in un giorno. Questo vuol dire che rapportare questa media ad un solo stadio significa contare almeno 4 tonnellate di rifiuti. Anche considerando questo allarme, la stessa Europa ha progettato il Life tackle (patrocinato dalla Figc) un progetto atto ad aiutare il calcio per ridurre il margine di inquinamento.

In Italia, su questa scia, alcune squadre particolarmente virtuose, si sono messe subito in moto affidandosi a criteri green nella selezione dei fornitori e studiando i dati sull’impatto ambientale per prevenire delle catastrofi. Quello che il mondo del calcio degli ultimi anni sta cercando di avviare è un invito alla sostenibilità che interessi tifosi, federazioni e club. Perché ogni cosa che riguarda questo sport può essere sostenibile. Dalla gestione della mobilità, ai rifiuti e all’illuminazione. Anche per questo motivo sono tantissime le campagne presentate a margine di grandi eventi sportivi con lo scopo di sensibilizzare sulle tematiche ambientali.

Ambasciatori di ecologia

L’Italia in questo senso si sta muovendo bene anche se a rilento: punta a ridurre i consumi energetici, il consumo di carta ad esempio dei biglietti di ingresso (favorendo quanto più possibile le modalità elettroniche), aumentando la qualità della raccolta differenziata e favorendo la scelta di materiali riciclati e riciclabili ma non solo.

Alcune squadre hanno anche adottato misure che riguardano il consumo di acqua e lo spreco di cibo. Per ridurre ancora le emissioni di CO2 alcuni club come il Werder Brema, hanno pensato di inserire, nel costo del biglietto, anche la possibilità di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici per raggiungere lo stadio. Tutte misure estremamente importanti che possono rivelarsi salvifiche per l’ambiente. Lo studio di Life Tackle ha infatti dimostrato che, in termini di impatto, ad incidere maggiormente è proprio la mobilità, con il 40% di inquinamento contro il 15% generato da food&beverage ed il 35% dall’energia.

Il calcio è lo sport più seguito al mondo e questo gli conferisce un compito oneroso e cioè quello di essere in grado di veicolare dei messaggi importanti. Grazie alla loro popolarità, infatti, i calciatori possono diventare dei veri e propri ambasciatori di ecologia. Basti pensare a quanti milioni di utenti scommettono ogni giorno sulle quote di serie A per capire che anche in Italia sono i calciatori i primi veri influencer.

Di questo devono approfittare cercando di sfruttare al meglio la loro popolarità per contrastare il problema. Forse se i club ed i calciatori avessero piena consapevolezza dell’importanza di queste tematiche riuscirebbero anche ad aprirsi ad un pubblico sempre più vasto di utenti che, a quel punto, non potrebbe più essere ignorato.

Il calcio che si gioca per la Terra

Il match più importante da giocare oggi è quello per la nostra Terra. Il cambiamento climatico è un problema ormai globale determinante per questo motivo la sfida green non può più essere sottovalutata anche perché le conseguenze negative sono dietro l’angolo. Per questo motivo non bisogna dare scarsa attenzione a queste tematiche ma anzi cercare di parlarne il più possibile per aumentare la sensibilizzazione su questi temi.

Sono tante le squadre italiane che hanno già iniziato ad investire su questa sfida green e che attuano comportamenti sempre più ecologici e salvifici per l’ambiente. Certo siamo solo all’inizio di un cambiamento che dovrà essere sostanziale se si vuole davvero ottenere dei risultati ottimali. Non a caso calcio e ambiente sono due argomenti che, specie negli ultimi anni, sono sempre più correlati ma non solo per chi lo vive in presenza.

Anche il numero di televisioni, tablet, pc e smartphone collegati per seguire le partite, ha un notevole impatto sui consumi di energia. Cosa fare allora per rendere gli stadi più green? Beh, si potrebbe pensare di introdurre l’illuminazione a led ricavando energia da fonti rinnovabili; studiare sistemi di raccolta delle acque piovane per irrigare i campi ( e ridurre dunque il consumo idrico).

Per quanto riguarda il consumo di cibo molte società stanno iniziando delle collaborazioni con associazioni benefiche che si occupano di donazione e distribuzione di viveri per i più bisognosi. Insomma, con un po’ di impegno e tanta consapevolezza si può davvero pensare a rendere il calcio non solo lo sport più seguito al mondo ma anche quello più sostenibile.

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