L’iniziativa “Re Giorgio. Viva Re Giorgio” simboleggia la sua eredità duratura, non solo nello stile ma anche nella filosofia di “meno è meglio”.
Al di là dello stile c’è uno stile di vita che rifiuta il consumo eccessivo in favore di una moda etica e destinata a durare, in linea con i principi di sostenibilità per le generazioni future. Oltre le sfilate ci sono azioni che conducono a un futuro più responsabile. Per tutto quello che è riuscito ad esprimere nel campo della moda e, non da ultimo, per le sue iniziative a sostegno dell’ambiente.
I pilastri “People, Planet, Prosperity” dell’Armani Group
Nel 2021, per potenziare la gestione sul tema dello sviluppo sostenibile e responsabile, il Gruppo Armani ha rafforzato il proprio Dipartimento di Sostenibilità con l’assunzione di Direttore a livello di Gruppo e lanciando la nuova strategia di sostenibilità basata sui tre pilastri “People, Planet, Prosperity”.
“People, Planet, Prosperity” sono i pilastri della visione di sostenibilità di Giorgio Armani, che mirano a unire l’attenzione ai bisogni reali delle persone, la tutela dell’ambiente e la prosperità futura attraverso pratiche di moda sostenibile, l’uso di materiali riciclati e biologici, e l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale.
Questo impegno si manifesta con l’introduzione nel 2023 da parte del Gruppo di “Sustainable Collection”, di capi dotati di passaporto digitalo, un QR code che consente ai clienti di accedere a informazioni sulla provenienza dei materiali, sui processi produttivi e sulle certificazioni ottenute (tra cui ISO 14001 e OEKO-TEX).e l’integrazione di processi produttivi innovativi per ridurre gli sprechi e il consumo energetico.
People (Persone): Armani si impegna a considerare i bisogni reali dei consumatori e a migliorare la qualità della vita di tutti gli stakeholder, inclusi i dipendenti e le comunità.
Planet (Pianeta): Il gruppo si focalizza sulla tutela dell’ambiente, cercando di riallineare la produzione alle esigenze del pianeta attraverso l’uso di materiali sostenibili come il cotone biologico certificato GOTS, la lana rigenerata e il poliestere riciclato.
Prosperity (Prosperità): Questo aspetto si riferisce alla creazione di un modello di produzione sostenibile che assicuri un futuro prospero, bilanciando le esigenze del mercato con la salvaguardia dell’ecosistema.
All’interno delle linee Emporio Armani e EA7 sono già stati introdotti tessuti eco-friendly nella maggior parte delle loro collezioni implementando tecnologie innovative per ridurre gli sprechi produttivi, utilizzando macchinari a basso consumo energetico e materiali riutilizzati.
Fashion Pact, l‘adesione dello stilista
Giorgio Armani è stato uno dei firmatari del Fashion Pact, un’alleanza globale tra i principali brand del settore moda e lusso con l’obiettivo di porre fine all’inquinamento e limitare il riscaldamento globale attraverso obiettivi condivisi.
Tra gli obiettivi principali:
- Azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050: Raggiungere un bilancio neutro tra le emissioni e la loro rimozione, la
- Tutela della biodiversità: Proteggere gli ecosistemi e le specie che rischiano l’estinzione.
- Riduzione dell’impatto plastico: Diminuire la dipendenza dalla plastica e promuovere soluzioni più sostenibili.
Il Gruppo è riuscito a portare avanti obiettivi concreti all’interno dell’azienda e lungo l’intera catena del valore, in linea con l’approccio ESG (Environmental, Social, Governance) e con gli obiettivi del Fashion Pact1.
L’adesione di Giorgio Armani a questa iniziativa sottolinea l’impegno del marchio a promuovere una moda più sostenibile e responsabile verso l’ambiente e la società.
“Il contrasto ai cambiamenti climatici è un impegno molto complesso che richiede grandissima dedizione e che deve riguardare l’intero processo produttivo. Il concetto di sostenibilità, infatti, va adottato a 360°, producendo meno e meglio, selezionando materie prime a basso impatto ambientale, cercando sempre processi innovativi, riducendo gli sprechi e gli scarti, utilizzando fonti di energia rinnovabili e, in questo modo, diminuendo le emissioni dannose per il pianeta. Per questo sono particolarmente orgoglioso di questo importante percorso di sostenibilità che testimonia la volontà del Gruppo di proseguire con determinazione l’impegno intrapreso” – dichiarava Armani al riguardo.
Il Gruppo Armani, in questo contesto, ha reso ancora più concreto il suo impegno, annunciando ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG), approvati dalla Science Based Targets Initiative (SBTi2 ). Gli obiettivi prefissati sono stati giudicati coerenti con le misure di contenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, come previsto dell’Accordo di Parigi, che mira a prevenire gli effetti più dannosi del cambiamento climatico.
Inoltre alla luce di tali impegni, e in coerenza con la strategia e filosofia del “less is more”, il Gruppo ha messo in atto una serie di azioni mirate a una distribuzione più selettiva, con collezioni più contenute, una riduzione significativa di SKU, consegne non estremamente anticipate e più in linea con i ritmi delle stagioni.
Le azioni avviate negli anni per una visione di moda sempre più sostenibile
Giorgio Armani e la sostenibilità
Giorgio Armani attraverso l’upcycling e la produzione su piccola scala, ha promosso il riutilizzo creativo dei materiali creando capsule collection da stock invenduti o tessuti recuperati per ridurre gli sprechi.
In merito all’iniziativa Armani Green Project volta alla riqualificazione urbana e alla valorizzazione della biodiversità, questa prevede spazi verdi urbani, in collaborazione con enti pubblici e privati, nelle città italiane dove il brand è storicamente presente.
Il progetto fondato su una filosofia che unisce moda, natura e architettura, ha come obiettivo un forte impatto educativo e sociale, includendo azioni come la piantumazione di alberi (nell’ambito del progetto “Forestami”) e la creazione di orti urbani.
Parlare di sostenibilità a oggi prevede anche il monitoraggio dei progressi analizzando i dati concreti e proprio per questo Giorgio Armani ha sempre pubblicato periodicamente un Sustainability Report che presenta indicatori chiave sui risultati ottenuti. Il Brand difatti grazie a interventi strutturali negli stabilimenti, ha già ridotto del 47% le emissioni di CO2 Scope 1 e 2 rispetto al 2019.
L’obiettivo ufficiale è fissato al –50% entro il 2030, un traguardo validato dalla Science Based Targets initiative (SBTi). Inoltre il brand ha rivisto completamente la logistica, privilegiando trasporti ferroviari e marittimi rispetto a quelli aerei. Non è stato trascurato neanche il packaging che ad oggi è al 95% riciclabile e realizzato con carta FSC.
In considerazione di questa morte non improvvisa ma sicuramente non così certa ora ci sarà da rivedere le future sfide e soprattutto saranno da riprogettare le prossime azioni.
Dal 2025 al 2030 tra le priorità espresse sia da Giorgio Armani che dal Gruppo figurano: l’adozione al 100% di energie rinnovabili in tutti i siti produttivi, l’estensione del passaporto digitale a tutte le linee e il conseguimento della certificazione B Corp per il gruppo.
Auspichiamo che l’ambiente e il Pianeta continueranno ad avere un alleato fedele.