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Giornata Mondiale dell’Acqua, Wwf: siamo “all’ultima goccia”

Giornata Mondiale dell’Acqua, Wwf: siamo “all’ultima goccia”
Foto @pixabay

22 marzo World Water Day, l’ultimo report del WWF sulla crisi climatica e le soluzioni per salvare la risorsa “acqua” nel nostro Paese

Oggi 22 marzo, il WWF in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua fotografa la situazione della crisi idrica negli ultimi anni nel suo ultimo report: “L’Ultima goccia. Crisi e soluzioni del prosciugamento climatico” indicando anche le priorità per risolvere il legame pericoloso e inscindibile tra acqua e clima.

La crisi idrica, i numeri

In molte regione il cambiamento climatico antropogenico ha contribuito ad aumentare la probabilità e la gravità dell’impatto della siccità (specialmente siccità agricola e idrologica.

Già oggi circa 4 miliardi di persone, sui 7,8 miliardi di abitanti umani della Terra, sperimentano una grave carenza d’acqua per almeno un mese all’anno. Il 7% di tutti gli eventi catastrofici nel mondo tra il 1970 e il 2019, sono stati legati alla siccità, ma hanno contribuito a ben il 34% delle morti legate ai disastri.

Circa 700 milioni di persone sperimentano periodi di siccità più lunghi rispetto al 1950. I rischi di siccità aumenteranno nel corso del XXI secolo in molte regioni, incrementando i rischi per l’intera economia.

La popolazione globale esposta a siccità estrema ed eccezionale aumenterà dal 3% all’8% nel 21° secolo.
Ma la crisi climatica dà origine a fenomeni estremi che provocano anche situazioni improvvise di “eccesso” d’acqua: tra il 1970 e il 2019, il 31% di tutte le perdite economiche hanno a che fare con le inondazioni.

La siccità, le conseguenze sull’agricoltura

L’agricoltura è stata influenzata dai cambiamenti del ciclo idrologico. Tra il 1983 e il 2009 a livello globale circa tre quarti delle aree coltivate (454 milioni di ettari) hanno subito perdite di rendimento indotte dalla siccità meteorologica, con perdite di produzione cumulative corrispondenti a 166 miliardi di dollari.

Il report mette in evidenza il susseguirsi sempre più frequente di crisi idriche, dovuto in parte ai cambiamenti climatici ma soprattutto alla cattiva e caotica gestione delle acque, e quindi è sempre più urgente la necessità di rivedere le modalità di gestione del patrimonio idrico.

Anche nella Pianura Padana come in altre aree storicamente ricche d’acqua si assiste sempre più frequentemente al problema della scarsità d’acqua.

L’agricoltura in Europa richiede almeno un terzo delle risorse idriche e incide sia sulla quantità che sulla qualità dell’acqua disponibile per altri usi.

In Italia il 60% dell’intera domanda di acqua del Paese è assorbito dal settore agricolo, seguito dal settore industriale ed energetico con il 25% e dagli usi civili per il 15%. La scarsità di acqua nasce ha anche un’origine più lontana: negli ultimi due decenni, il tasso globale di perdita di massa dei ghiacciai ha superato 0,5 metri di acqua equivalente per anno.

La crisi energetica

L’acqua principalmente viene utilizzata per la produzione di energia da idroelettrico, che genera una fetta cospicua di energia da fonti rinnovabili, ma che soffre e soffrirà sempre di più per l’estensione dei periodi di siccità.

Nel settore termoelettrico e idroelettrico si registra una riduzione dal 4 al 5% dei tassi di utilizzo delle installazioni durante gli anni di siccità rispetto ai valori medi a lungo termine dagli anni ’80.

In Italia sono presenti 4.509 impianti idroelettrici (dato ufficiale Terna al 31/12/2020) raddoppiati in questi ultimi anni.

Tale aumento considerevole degli impianti è dovuto alla diffusione del cosiddetto mini-idroelettrico, favorito dagli incentivi per la loro installazione.

Occorre fare di tutto per far convivere al meglio energia idroelettrica e salute ecologica dei fiumi, cessando di moltiplicare gli impianti in modo insostenibile e assicurando invece il recupero e la buona gestione degli impianti esistenti, con l’armonizzazione delle diverse esigenze dettata e controllata dalle Autorità di Bacino.

Giornata Mondiale dell’Acqua, le soluzioni

L’obiettivo prioritario è quello di raggiungere emissioni nette di CO2 zero entro il 2050 per rispettare l’Accordo di Parigi sul clima. Oltre a una massiccia e rapida decarbonizzazione, vanno spinti i progetti ispirati alle soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions, NBS) con la protezione, il ripristino e la gestione sostenibile dei serbatoi naturali di carbonio.

In questo modi si favorirebbe, ad esempio, la naturale ricarica delle falde in aree agricole o il drenaggio sostenibile in aree urbane o una diffusa rinaturazione degli ecosistemi d’acqua dolce che consenta anche il ripristino dei servizi ecosistemici e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il progetto di rinaturazione del Po, nato su proposta del WWF e ANEPLA e adottato dal Ministero della Transizione Ecologica che lo ha inserito nel PNRR, in questo senso rappresenta il più grande progetto di riqualificazione ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici in Italia sul quale sono stati investiti 357 milioni del recovery fund.

Un altro fattore essenziale per combattere la crisi idrica indicato dal WWF è la pianificazione a livello di bacino idrografico con il coordinamento di un soggetto unico, l’Autorità di bacino distrettuale, in grado di definire le priorità a scala di bacino. Queste Autorità sono state istituite ma poi marginalizzate con un ruolo subalterno alle Regioni che non garantiscono un’azione omogenea a livello di bacino.

Infine, occorre rivedere il sistema di concessioni, assolutamente inadeguato per la situazione attuale, riassegnando le quote di derivazione per l’agricoltura, per l’idroelettrico e per tutti gli altri usi civili, industriali e ambientali (deflusso ecologico) in base a un bilancio idrico di bacino che garantisca un utilizzo sostenibile dell’acqua; per questo è anche necessario incentivare modalità virtuoso di risparmio e di miglior efficientamento della gestione dell’acqua.

Risparmiare acqua, i consigli e il fai da te

Gli italiani consumano ancora troppa acqua: sono fra i primi in Europa per il consumo medio quotidiano.

Se pensiamo, infatti, che 50 litri sono il quantitativo minimo vitale giornaliero, certamente potremo ridurre gli attuali circa 230 litri medi al giorno pro capite, facendo più attenzione agli usi e agli sprechi.

Le statistiche Istati dicono poi che la spesa mensile media delle famiglie italiane è di 14,68 euro per la fornitura di acqua nell’abitazione, e nonostante l’indiscussa qualità della nostra acqua potabile, ammonta ancora a circa 12 euro la spesa mensile per l’acquisto di acqua minerale.

Sulla pagina Ecotips gli eco consigli del WWF per sprecare meno acqua.

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