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I mozziconi di sigarette e un pericolo trascurato

Foto di Sera Cocora da Pexels

Fumare, già di per sé, fa molto male, ma ancor più dannose sono le conseguenze per l’intero ecosistema dei mozziconi di sigarette abbandonati senza nessun controllo. Pochissimi tra i fumatori considerano un atto incivile e pericoloso buttare con indifferenza a terra un mozzicone

Ma forse sarebbe ora di iniziare a cambiare atteggiamento. Gli operatori ecologici raccolgono con relativa facilità i rifiuti ingombranti, ma i residui di sigarette sono così piccoli che di solito vengono tralasciati, per poi finire nei tombini alla prima pioggia e poi nei fiumi e nei mari.

I numeri di un’emergenza ambientale

Era ancora il 2012 quando l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) aveva calcolato in 51 miliardi le cicche gettate via ogni anno nel nostro Paese . Esse contengono 324 tonnellate di nicotina, ma anche sostanze radioattive come il Polonio 210, oltre 1400 tonnellate di catrame e condensato. Ma ci sono anche benzene e idrocarburi policiclici aromatici, cromo, nichel, cloruro di vinile, che sono tutte sostanze potenzialmente cancerogene, e il toluene, che può causare malformazioni dei feti. Oltre a 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa, ossia la plastica di cui, per la maggior parte, sono fatte.

Sono soprattutto i nostri mari a subirne le conseguenze più gravi. A maggio 2018 Legambiente ha pubblicato i risultati della campagna di indagine Beach Litter 2018. Ben 78 spiagge sono state prese in esame per una superficie totale di oltre 400 metri quadri. La ricerca ha trovato quasi 50.000 rifiuti, cioè una media di 620 ogni 100 metri di spiaggia e dunque più di 6 oggetti per ogni metro. I mozziconi di sigaretta figurano al sesto posto, dopo pezzi di plastica, tappi e anelli di plastica, bastoncini per le orecchie, pezzi di polistirolo e bottiglie e contenitori di plastica. Le cicche trovate sono state quasi 3.000, pari al 6,3% dei rifiuti e 38 per ogni 100 metri. Significa almeno un mozzicone ogni tre metri di spiaggia esaminata.

Il Cleanup report realizzato dalla Ocean Conservancy , associazione ambientalista che agisce a livello mondiale, mette i mozziconi al primo posto tra i tipi di rifiuti raccolti dai volontari nella giornata dedicata alla pulizia delle spiagge che si svolge ogni anno il terzo sabato di settembre. Le cicche trovate lo scorso anno sono state oltre 2 milioni e 400 mila, più degli incarti di alimenti, delle bottiglie e dei tappi di plastica.

Numeri che parlano drammaticamente chiaro e che segnalano tutta l’urgenza di intervenire in modo severo. Tutto deve partire dalla civiltà dei cittadini ma, se questa non c’è, è necessario ricorrere a soluzioni mirate e, se serve, punitive. I filtri delle sigarette sono realizzati in acetato di cellulosa, un materiale plastico, ed hanno bisogno dai 18 mesi a 10 anni per decomporsi. Lo dice una ricerca della Longwood University in Virginia.

L’esempio del Canada

Intervenire, in realtà, sarebbe molto più semplice di quanto sembra e l’esempio arriva dal Canada. Un gruppo ambientalista della città di Montreal, ha deciso di liberare le strade dai mozziconi e trasformarli in una risorsa riutilizzabile. Dal mese di giugno, la Société pour l’Action, l’Éducation et la Sensibilisation environnementale de Montréal (Saesem), ha installato decine di cassonetti per la raccolta dei mozziconi in molte zone della città che vengono poi spediti in un impianto di riciclaggio che si trova nei pressi di Toronto. Si consideri che interventi del genere erano già partiti anni fa a Vancouver con il primo esperimento mondiale e analoghe soluzioni potrebbero essere facilmente previste per i nostri arenili.

Fino a questo momento, i cassonetti sono stati installati lungo Saint Catherine Street, nel Gay Village e nel centro storico di Montreal. La società Saesem sostiene di aver già raccolto 10.000 mozziconi, ma si dice certa che potrà raddoppiare il numero entro il prossimo mese di marzo, data che segna la fine del progetto pilota.

Ogni settimana Saesem raccoglie i mozziconi dai bidoni e li spedisce a TerraCycle, un’azienda nei pressi di Toronto che si occupa di riciclo. La carta, la cenere e il tabacco di cui si compongono i mozziconi, vengono trasformati in compost, mentre la plastica nei filtri sarà aggiunta alla raccolta apposita e trasformata in nuovi prodotti.

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