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Il decalogo di Legambiente per l’economia circolare

Il decalogo di Legambiente per l’economia circolare
Il decalogo di Legambiente per l’economia circolare

Il decalogo di Legambiente per l’economia circolare. L’Europa nel 2018 ha approvato il pacchetto di direttive che riguardano l’economia circolare, introducendo gli obiettivi di preparazione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti per i prossimi anni: 50% per il 2020, 60% nel 2030 e 65% nel 2035. L’Italia è certamente indietro, visto che la percentuale di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio si attesta al 43,9% (dati Ispra)

Il 2019 sarà un anno determinante per attuare quanto deciso in Europa e sui nuovi obiettivi previsti dalle direttive, favorendo il definitivo decollo dell’economia circolare nel nostro Paese. Per fare questo occorre però rimuovere con urgenza le barriere ancora presenti.

Di questo ed altro si è discusso a Roma, lo scorso 6 febbraio, in una giornata di studio organizzata da Legambiente e che ha visto confrontarsi governo, parlamento, imprese e associazioni.

Quanti ostacoli esistono ancora per uno sviluppo definitivo dell’economia circolare in Italia? Legambiente ha presentato 10 proposte urgenti e necessarie che mirano ad abbattere quelle barriere non tecnologiche ancora oggi presenti  e che stanno rallentando vistosamente la corsa dell’economia circolare.

1 Più riciclo con l’End of waste   

Prodotti assorbenti per la persona, rifiuti da costruzione e demolizione, plastiche miste e carta da macero, oli di frittura, rifiuti da spazzamento, gomma vulcanizzata granulare, ceneri di altoforno e scorie di fonderia, sono alcune tipologie dei 55 milioni di tonnellate di rifiuti, su un totale tra urbani, speciali e pericolosi di 165 milioni di tonnellate, pari quindi al 33% del totale complessivamente prodotto in Italia, che sono in attesa dei decreti End of waste (Eow), cioè la cessazione della qualifica di rifiuto, facendo sì che seguano la via del riciclo e non del rifiuto, evitando così la conseguente destinazione in discarica, negli inceneritori o il loro smaltimento illegale. Per far questo è però necessario approvare una norma semplice ed efficace, mentre in Parlamento si è assistito ad un balletto degli emendamenti nel decreto semplificazioni e nella legge di bilancio che ha complicato enormemente quanto stabilito dal ministero dell’ambiente. Per velocizzare l’iter è necessaria una task force che si occupi soltanto di questo.

2 Rifiuti zero, impianti mille     

E’ obbligatorio archiviare la stagione delle discariche e degli inceneritori e per fare questo occorre completare il sistema impiantistico per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali, rendendo autosufficiente ogni regione. Fondamentale, nel Centro sud del Paese, realizzare almeno un impianto di compostaggio e di digestione anaerobica con produzione di biometano in ogni provincia, evitando che i rifiuti organici indifferenziati debbano andare al Nord. In aggiunta, primaria la necessità di autorizzare in ogni regione almeno un impianto per smaltire i rifiuti contenenti amianto.

3 L’apertura al mercato non migliora le performance dei sistemi consortili         

Rafforzare il sistema dei consorzi obbligatori senza pensare a ulteriori aperture al mercato che hanno sempre fallito in questo settore nel passato.

4 Tariffa puntuale e obbligatoria per ridurre e prevenire la produzione dei rifiuti               

Serve approvare una norma che obblighi i comuni italiani ad abbandonare il sistema di tariffazione normalizzata passando a quella puntuale, basato su sistemi di raccolta domiciliare, sul modello di quanto già fatto con legge regionale in Emilia Romagna e Lazio. Il principio deve essere: chi inquina paga.

5 Una nuova ecotassa in discarica sui quantitativi pro capite di secco residuo smaltito

Necessità di una nuova ecotassa sui rifiuti in discarica basata sui quantitativi pro capite di secco residuo smaltito. Le regioni devono essere obbligate a modulare il tributo attraverso premialità, con l’obiettivo di ridurre il rifiuto indifferenziato in favore di riciclo, prevenzione e riuso dei materiali.

6 Appalti più verdi   

Secondo i dati dell’Osservatorio appalti verdi di Legambiente e Fondazione Ecosistemi su un campione di 1048 comuni solo il 27,5% adotta i Criteri ambientali minimi (Cam) nelle gare d’appalto per la gestione dei rifiuti, il 24,4% nella carta, il 18,5% nell’illuminazione, il 18,4% nelle pulizie e il 15,9% nelle mense. Diventa obbligatorio costruire un mercato dei prodotti realizzati con le norme relative al Green Public Procurement (GPP) e l’applicazione obbligatoria dei Criteri ambientali minimi (Cam) nelle gare d’appalto.

7 Approvare i disegni di legge “Salvamare” e sul “fishing for litter”                                                       

Approvazione in tempi rapidi del disegno di legge “Salvamare” sulla plastica monouso predisposto dal ministro dell’ambiente Sergio Costa, unificandone i contenuti con la proposta di legge sul “fishing for litter” presentata a Montecitorio dalla deputata Rossella Muroni, per permettere ai pescatori di fare gli spazzini del mare raccogliendo essi stessi  la plastica.

8 Meno plastica monouso per l’ortofrutta nei supermercati 

Serve emanare una circolare del ministero della Salute per sbloccare l’uso delle retine riutilizzabili per l’acquisto dell’ortofrutta nei supermercati, come già avviene in diversi Paesi europei.  E come fanno alcune aziende in Italia (ad esempio Ecor NaturaSì)

9 Più controlli per combattere la concorrenza sleale   

È urgente anche garantire più controlli lungo tutta la filiera dei rifiuti, urbani e speciali, per combattere la concorrenza sleale e i traffici illeciti con l’emanazione dei decreti ministeriali della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente formato da Ispra e dalle Arpa. Una più incisiva azione di controlli a tappeto sul territorio nazionale serve ad esempio anche a contrastare la vendita dei sacchetti fuori legge, garantire il rispetto del bando dei cotton fioc non compostabili, valutare la regolarità delle fideiussioni degli impianti di gestione rifiuti.

10 Promuovere l’innovazione di prodotto e processo   

E’ necessario introdurre un sistema premiante che renda più convenienti le nuove tecnologie di riciclo di materiali oggi difficilmente riciclabili e per l’innovazione di prodotto per ridurre fortemente la vendita sul mercato di prodotti performanti ma che possono essere avviati solo a recupero energetico o in discarica. Ad esempio per incentivare il riciclo delle plastiche più costose da avviare a recupero di materia è fondamentale prevedere agevolazioni fiscali per aziende e prodotti che utilizzano una quota minima di polimeri riciclati.

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