(Adnkronos) –
Vladimir Putin spia l’Europa dal mare. La guerra tra la Russia e l’Ucraina, con l’Europa a sostegno di Kiev, si combatte anche con l’attività di spionaggio. Mosca, in questo settore, fa affidamento sulla cosiddetta ‘flotta fantasma’ che comprende in particolare le petroliere. Le navi, nonostante le sanzioni adottate contro la Russia, salpano dal Baltico o dal Mar Nero trasportando greggio nell’attività fondamentale per i conti. Non si tratta però esclusivamente di rotte commerciali, come evidenzia la Cnn.
Le navi, spesso battenti bandiere di altri paesi, poco prima di saltare accolgono a bordo membri dell’equipaggio ‘a sorpresa’. I documenti consultati dall’emittente mostrano che, in due casi, la lista dello staff comprende personale non russo. All’elenco, in extremis, vengono aggiunti un paio di nomi russi, con tanto di dettagli relativi ai passaporti: sulla base delle informazioni raccolte dalla tv, si tratta di uomini che operano nel settore della sicurezza.
Il cardine dell’operazione, che rientra nel quadro generale di guerra ibrida, è la società Moran Security, che impiega anche mercenari e elementi in passato ingaggiati dalla Wagner. Al vertice dell’azienda c’è Vyacheslav Kalashnikov, ex ufficiale dei servizi russi. Per le intelligence occidentali, la Moran ha solidi legami con l’apparato militare e i servizi russi: la compagnia è stata sanzionata dagli Stati Uniti nel 2024. La presenza di questi elementi sulle navi, secondo l’intelligence ucraina, è diventata prassi negli ultimi 6 mesi.
E alcuni dei ‘marinai’ avrebbero anche scattato foto di strutture militari europei. Tra gli incarichi riservati ai russi sulle petroliere, anche la sorveglianza dei capitani delle navi: l’obiettivo è garantire che ogni attività venga svolta nell’interesse del Cremlino. Secondo informazioni fornite da servizi occidentali, afferma la Cnn, gli uomini della Moran sarebbero stati coinvolti anche in operazioni di sabotaggio: quali, però, rimane un mistero. I servizi ucraini hanno condiviso con la Cnn i nomi di almeno 8 individui russi che sono saliti a bordo di navi della flotta fantasma: in molti casi, sono stati evidenziati legami con la sfera militare.
Il caso più noto riguarda la petroliera Boracay: dopo le sanzioni, ha ripetutamente cambiato nome e bandiera. Il 20 settembre è salpata da Primorsk, nel Baltico. A bordo – in un equipaggio formato da asiatici – sono comparsi due russi, definiti ‘tecnici’. Uno dei due era un ex agente, che ha lavorato anche per la Wagner. A luglio, sulla stessa nave era salito un uomo legato a corpi speciali inquadrati nel ministero della Difesa russo.
La Boracay a settembre, in particolare dal 22 al 24, è transitata lungo le coste della Danimarca, proprio mentre un’ondata di droni mandava in tilt l’aeroporto di Copenhagen. Nessuna prova che i droni siano partiti dalla petroliera. La Borecay successivamente intercettata al largo della Bretagna. Le autorità francesi hanno arrestato il capitano cinese, reo di non aver seguito gli ordini impartiti: a bordo, sono state riscontrate irregolarità anche relative all’affiliazione della nave, formalmente con bandiera del Benin.
—
internazionale/esteri
webinfo@adnkronos.com (Web Info)