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“La nuova guerra del clima”, il nuovo libro del climatologo Michael Mann

“La nuova guerra del clima”, il nuovo libro del climatologo Michael Mann
Foto Ufficio stampa

Il climatologo e geofisico Michael Mann, una delle figure più importanti del dibattito sul cambiamento climatico più odiato dai negazionisti (e tra i più influenti del mondo), nel suo ultimo libro “La nuova guerra del clima – Le battaglie per riprenderci il pianeta”, afferma che non si tratta più di semplici negazionisti e ricostruisce le tecniche di manipolazione e propaganda in tema di cambiamento climatico messe in campo da aziende fossili, cleptocrazie e petrostati

L’ultimo libro di Michael Mann, “La nuova guerra del clima – Le battaglie per riprenderci il pianeta” (Edizioni Ambiente), esce anche in Italia e sarà disponibile dal 16 settembre. Con questo libro Mann ha l’obiettivo di risalire al cuore del problema.

Professore di Scienze dell’atmosfera presso l’Università della Pennsylvania, autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche sottoposte a peer-review, Mann ha contribuito al lavoro dell’ IPCC pubblicato nel 2001 ed è perfettamente cosciente delì’urgenza di reidirizzare l’attenzione dei cittadini.

Michael Mann, alla prima apparizione del famoso grafico “mazza da hockey” più di 14 anni fa, in cui descrive l’andamento della temperatura dal 1850 a oggi, simbolo della responsabilità umana del riscaldamento globale, è diventato icona e parafulmine nel dibattito sul clima.

Il grafico che mostra un forte aumento delle temperature globali nell’ultimo secolo, a causa della sua specificità empirica, sembrava avere più peso per molte persone rispetto alla semplice teoria o ai modelli informatici.

Quindi non è sorprendente che il grafico e il suo creatore siano diventati l’obiettivo che i negazionisti del cambiamento climatico volevano abbattere.

“La nuova guerra del clima”, le manipolazioni e le soluzioni per il clima

Ma cosa è successo da allora?

Mann ne parla nel suo libro “La nuova guerra del clima – Le battaglie per riprenderci il pianeta” (Edizioni Ambiente).

L’evidenza scientifica è ormai talmente schiacciante che nessuno, o quasi, osa più cavalcare i temi del negazionismo climatico vecchia maniera. Quello che negava la crisi, o almeno negava che l’umanità ne fosse responsabile, e che negli ultimi anni è stato sostituito da una forma di negazionismo più sottile, eppure non meno insidiosa.

Ricicla. Non prendere l’aereo. Non mangiare carne. Utilizza monopattini elettrici o imballaggi plastic-free.

Quante volte abbiamo sentito questi consigli, e quante volte ci siamo sentiti in colpa quando non siamo riusciti a fare il nostro dovere nella battaglia più importante di tutte, salvare il mondo dai cambiamenti climatici?

Intendiamoci: sono frasi e concetti che hanno ragion d’essere ma che purtroppo, molto spesso, vengono estremizzati per coprire realtà più complesse, distogliendo l’attenzione da altri problemi come la deforestazione per fare spazio alle coltivazioni intensive di cereali o lo sfruttamento del lavoro minorile.

Detto questo, è indubbio che questa bulimica enfasi sul comportamento personale non è altro che il risultato di una campagna marketing pervasiva e sottile che si è insinuata nel nostro quotidiano per dare all’individuo la responsabilità di risolvere la questione climatica.

Le compagnie produttrici di combustibili fossili e gli inattivisti, con abili sotterfugi comunicativi, fake news, bot, campagne di pubbliche relazioni, i reali responsabili del cambiamento climatico, hanno spostato l’onere dalle lobby dell’industria fossile alle persone: vivere in modo sostenibile va benissimo, ma non bisogna dimenticare che meno di 100 aziende dell’Oil&Gas generano più del 70% delle emissionicomplessive di CO2.

Queste aziende, oltre ad aver distolto l’attenzione dal loro ruolo, sono riuscite a bloccare l’adozione di misure davvero efficaci e a sminuire le alternative, come le rinnovabili, che potrebbero dare uncontributo essenziale alla risoluzione del problema.

E queste aziende, adesso che l’era del negazionismo climatico è ormai agli sgoccioli, stanno adesso contribuendo a distogliere l’attenzione dal loro ruolo, sostenendo campagne di disinformazione incentrate sulla responsabilità personale della crisi climatica.

Lo scienziato americano ricostruisce le tecniche di manipolazione e propaganda messe in campo da aziende fossili, cleptocrazie e petrostati, e propone diverse soluzioni per costringere i nostri governi e le nostre società a svegliarsi e compiere un vero cambiamento.

Le soluzioni:

  • Un approccio al carbon pricing basato sul buon senso e una revisione della versione del Green New Deal attualmente proposta
  • Consentire alle energie rinnovabili di competere equamente con i combustibili fossili
  • Sfatare le false narrazioni e gli argomenti che si sono fatti strada nel dibattito sul clima e hanno creato una spaccatura anche tra coloro che sostengono le soluzioni per il cambiamento climatico.

Il libro di Michael Mann, in vista degli appuntamenti di Youth4Cop e PreCop 26 (a Milano tra il 28 settembre e il 2 ottobre) e il successivo round dei negoziati globali (Glasgow 1-12 novembre), decodifica le nuove strategie di disinformazione e fornisce a tutti le motivazioni più chiare e concrete per unirsi alla lotta contro il cambiamento climatico.

Il booktrailer “La nuova guerra del clima” :

Per contrastare i potenti interessi che sostengono lo status quo dei combustibili fossili, servirà in ogni caso la partecipazione attiva dei cittadini.

A questo link il pdf del libro: https://we.tl/t-tJApGNYDen

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