Il Locomotive Jazz Festival, la prestigiosa rassegna musicale, in programma dal 29 luglio al 5 agosto con oltre 20 concerti e ospiti prestigiosi tra cui Nina Zilli, Simona Molinari, Stefano Di Battista e Roberto Gatto, riparte da Sogliano con il tema “Archeologie”, uno sguardo al passato per scoprire il futuro. Emozioni, musica e tanta sensibilità alle tematiche ambientali. Ne parliamo in questa intervista con il direttore artistico Raffaele Casarano
Musica, luoghi, tradizioni, territori e una “irresistibile” vocazione green. Sono questi i tratti principali del Locomotive Jazz Festival che diventa sempre più “avvolgente” nella sua visione di “archeologie”, dove l’ambiente, il sociale e il coinvolgimento dei giovani si trasformano in sinergie di scambio e di comunicazione a più livelli. Non solo.
Abolita la plastica e la carta, da quest’anno il Locomotive è entrato a far parte di “Jazz takes the green”, ovvero, la rete dei Festival Jazz italiani ecosostenibili ed è ormai da anni un Festival sensibile alle tematiche ambientali. Raffaele Casarano, musicista e direttore artistico del festival, in questa intervista, ci racconta le caratteristiche di un evento che quest’anno assume ancora più valenza.
Ripartiamo da… Sogliano. Cosa significa dopo un anno di pandemia ritornare alla musica e alla “comunità”?
Sogliano Cavour è stato il luogo che ha dato i natali al Locomotive per i primi 8 anni, mentre per altri 8 ha viaggiato in lungo e largo per la Puglia e dopo anni di assenza ritorna e riparte da lì. Ma Sogliano è anche il paese dove ho vissuto sino alla maggiore età, insieme ai miei genitori.
Perché ripartire da un termine come Archeologie?
Archeologie è un termine che non esiste. Esiste Archeologia. Ma proprio per questo ci piaceva immaginare un senso ampio, immaginario, attorno alla riscoperta, al riportare in luce la storia, proprio come fa un archeologo. E il Locomotive si riscopre a Sogliano nella prima parte e nella seconda in uno dei luoghi più suggestivi della nostra Puglia: l’Area Archeologica Parco della Poesia.
Il Locomotive si contraddistingue per tre tematiche fondamentali: giovani, ambiente, il sociale. Possiamo spiegare meglio in che modo?
In verità, il Locomotive non è nato per affermarsi come un’organizzazione di concerti fine a sé stessa, ma per amplificare, attraverso la Musica, il senso che ha per noi la vita. E qual è il senso se non aiutarsi, aiutare gli altri e le cose intorno a noi? Da qui, un’attenzione particolare da circa 7 anni ai giovani, attraverso la nascita del progetto “Locomotive giovani”, che vivono durante i mesi invernali un percorso d’insieme, non inteso come una scuola di musica ma di pratica del musicista con tutto quello che ruota attorno alla sua figura (progettazione, management, conoscenza degli aspetti tecnici e pratici del palco, promozione, ecc). Ad oggi, si contano più di 80 ragazzi tra i 14 e i 30 anni che hanno preso parte a questo progetto.
Oltre a questo, c’è anche la sezione Ambiente, con un’attenzione nei confronti dei luoghi naturali (concerti nei parchi, in riva al mare come la tradizionale Alba Locomotive, masserie, ecc.) e una propensione a lasciare gli stessi luoghi come li abbiamo trovati. Ma devo anche dire che da questo punto di vista, il nostro pubblico ci ha sempre affiancato con comportamenti responsabili e attenti, e di questo ne siamo fieri. In questa edizione, il Locomotive aderisce nella rete nazionale dei festival green “Jazz takes the green”, tutta la promozione del programma è totalmente digitalizzato, non c’è un centimetro di carta stampata, né utilizzo di plastica. Come anche le auto elettriche utilizzate nel festival.
Infine, e non per ultimo, il Locomotive Sociale, che da sempre ha fatto si che tutti gli eventi potessero essere accessibili almeno al 99%. Da questa edizione abbiamo aumentato i servizi e lavorato con il nostro partner affinché tutto possa essere ancora più performante. Si, perché la Musica è di tutti. E tutti hanno gli stessi diritti. Ecco, questo è per noi il senso del Locomotive e la Musica è il nostro unico linguaggio attraverso il quale comunicare e renderci uniti gli uni agli altri.
Che estate sarà al Locomotive?
Sarà l’estate “del” Locomotive. Perché finalmente riconosciamo nell’aria, nelle emozioni di queste ore, il vero Locomotive fatto di donne e uomini che lavorano con grande passione a una grande festa. È ora di ritornare a sognare e riprenderci le nostre emozioni. Vedere tanti ragazzi, che sono cresciuti nel Festival, essere oggi dei grandi professionisti che si tendono la mano come una grande squadra, come un grande famiglia, fa si che già in queste ore il Locomotive pulsi energia positiva! Così sarà il Locomotive quest’anno e così mi piace immaginarlo.
Cosa significa entrare a far parte della rete dei festival di jazz sostenibili?
È un privilegio poter condividere insieme ad altre organizzazioni lo stesso pensiero di green. Significa esserci, non essere isolati nella sostenibilità, dare l’esempio. Quindi, è anche ora di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa per l’ambiente, la nostra Terra. Ognuno nel suo piccolo può fare tanto.
Lei è musicista e direttore artistico di un festival così importante in un momento come questo: di cosa c’è più bisogno in questo momento per un settore come quello della musica e degli spettacoli fortemente provato da mesi di chiusure?
Di riconoscenza da parte dello Stato verso questo settore, per troppi anni lasciato nell’ombra. Anche qui, sarebbe pure ora di cominciare a legittimare la posizione di artisti e lavoratori dello spettacolo a 360°. Bisogna prendere coscienza che è un lavoro e il lavoro nobilita l’uomo!
Progetti per il futuro?
Continuare a potenziare questo pensiero di Musica.
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