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Mico Geraci, dopo 25 anni scoperti mandanti omicidio sindacalista

(Adnkronos) – Svolta nelle indagini sull'omicidio di Mico Geraci, ucciso l'8 ottobre 1998 davanti alla sua abitazione a Caccamo (Palermo). A 25 anni di distanza hanno un nome i mandanti dell'omicidio del sindacalista siciliano della Uil. I carabinieri, su delega della Dda di Palermo guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, hanno notificato in carcere un'ordinanza di custodia cautelare ai boss di Trabia, i fratelli Pietro e Salvatore Rinella.  Aveva appena 44 anni, Mico Geraci, quando fu ucciso sotto la sua abitazione a Caccamo con cinque colpi di fucile a pompa. I killer, che erano in quattro, lo attesero sotto casa, trucidandolo davanti al figlio 17enne. Pochi mesi prima, a Caccamo, Geraci si era scagliato contro la mafia e contro il nuovo piano regolatore che secondo lui tutelava alcuni interessi non cristallini. La Direzione distrettuale di Palermo è riuscita a ricostruire minuziosamente quell’efferato delitto definito, per molto tempo, "senza verità e giustizia". "Si è accertato che Mico Geraci fu ammazzato per il suo impegno civico e politico (cioè si era schierato apertamente, in certi discorsi, contro la famiglia mafiosa di Caccamo), rivelandosi particolarmente scomodo per i consolidati assetti mafiosi di quel territorio, sì da suscitare l’intervento e la reazione dello stesso Bernardo Provenzano che, personalmente, ne ordinò la soppressione". Così il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, dopo la svolta nelle indagini. "Non ci speravo più, la mia famiglia si era ormai rassegnata… Ma finalmente mio marito avrà giustizia". Piange Enza Scimeca, la vedova di Mico Geraci, dopo l'arresto dei fratelli Pietro e Salvatore Rinella. "Non sono riuscita a chiudere occhio questa notte", dice la signora Scimeca, che da 25 anni chiede giustizia per il marito. "Ci sono voluti 25 anni per conoscere i nomi dei mandanti dell'omicidio di mio marito Mico – aggiunge – E ci sono voluti altri due pentiti. Avevo sentito che il caccamese Emanuele Cecala aveva iniziato a collaborare con la giustizia. E così è stato".  "Da oggi siamo una famiglia più serena, anche se mio marito non me lo ridarà più nessuno – prosegue – Non cambierà nulla ma almeno avremo giustizia". E aggiunge: "Finalmente una buona notizia. Sinceramente non ci speravo più. Ero rassegnata. Ne parlavo proprio pochi giorni fa con mio figlio Giuseppe. Pensavamo che non avremmo mai saputo chi aveva voluto la morte di mio marito".  "Finalmente… Siamo soddisfatti per la notizia dell'arresto dei mandanti dell'omicidio del sindacalista Mico Geraci – ha detto all'Adnkronos il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri – Dopo tanto tempo verrà finalmente fatta giustizia, cosa che avevo auspicato quando venni a Palermo a novembre. Noi non ci siamo mai fermati. Avevamo chiesto tutti insieme di identificare i mandanti. Bene così, finalmente". Negli anni l'inchiesta sul delitto è stata archiviata e riaperta più volte. A novembre Bombardieri era andato a Palermo per ricordare Mico Geraci in un incontro organizzato dalla Uil regionale. "Vogliamo ricordare Mico Geraci, uno di noi che nel difendere la legalità ha perso la vita", aveva detto il segretario generale della Uil.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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