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Oggi Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, le rivelazioni del SIMA

La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi
Foto Pixabay

Oggi domenica 20 ottobre Giornata Mondiale dell’Osteoporosi. L’ aumento di fratture, oltre all’età, possono essere associati ad una ridotta attività fisica, al fumo, all’esposizione ambientali. Lo suggeriscono recenti studi

Qualche dato dal 2000 ad oggi: oltre un milione e mezzo di fratture femorali da osteoporosi negli over 65enni, fino a raggiungere quasi 100.000 ricoveri/anno per questo tipo di problematica (+20% nelle donne e +30% nei maschi), una crescita costante.

Tra il 2000 e il 2019 i costi sanitari per ricoveri, interventi e riabilitazione sono stimati a 18 miliardi di euro, mentre sono 2  i miliardi pagati per le pensioni d’invalidità. Dati allarmanti: 400.000 decessi post-frattura e 200.000 casi di invalidità permanente. Secondo stime del Ministero della Sanitàin Italia l’osteoporosi colpisce circa 5 milioni di persone.

Aiuta le tue ossa, l’opuscolo informativo del  Ministero della Sanità.

Le proiezioni basate sulla recente pubblicazione su “Archives of Osteoporosis”, condotta dall’epidemiologo Prisco Piscitelli e coordinata dal professor Umberto Tarantino dell’Università di Roma Torvergata  (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29523987), evidenziano che due su tre dei fratturati hanno più di 80 anni e quattro su dieci si tratta di una donna oltre gli 85 anni.

L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di osteoporosi?

“L’inquinamento atmosferico (il particolato con un diametro minore di 2.5 micron) è stato recentemente associato a un incremento di tasso di ospedalizzazione per fratture femorali e di polso in 9 milioni di americani over 65 anni e in 6000 norvegesi – dichiara la professoressa Elena Colicino del Mount Sinai Hospital di New York e componente del Comitato Scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA),  – Una cattiva qualità dell’aria (con elevati livelli di PM2.5, PM10 e black carbon) è stata, inoltre, associata a una riduzione della densità ossea in uno studio condotto sia su uomini di mezza età, che su uomini tra 75 e 76 anni”.

“Nei nostri studi di analisi dei grandi database sanitari come le schede di dimissione ospedaliera, abbiamo dimostrato che dopo i 70 anni di età le fratture di femore sono una causa di ospedalizzazione di gran lunga superiore all’infarto – spiega il dottor Prisco Piscitelli, epidemiologo dell’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM) e Vice presidente di SIMA – Sappiamo che già dal 2005 i costi sanitari delle fratture femorali negli ultra sessantacinquenni in Italia – e dunque su base osteoporotica – hanno superato il miliardo di euro/anno se si include la riabilitazione, superando i costi degli infarti acuti del miocardio che si verificano oltre i 45 anni di età. Il 68% delle fratture si verifica dopo gli 80 anni e in particolare il 40% in donne ultra-ottantacinquenni, mentre il 17% si registra negli ultranovantenni. Rispetto agli inizi degli anni 2000, quello delle fratture femorali sta diventando sempre più un problema del grande anziano”.

Alcuni fattori ambientali, tra cui Il piombo, il mercurio, e il cadmio, hanno mostrato di contribuire alla demineralizzazione ossea e a un più alto rischio di osteoporosi. Si affacciano anche nuove esposizioni chimiche (PFAS, sostanze perfluoroalchiliche o acidi perfluoroacrilici), principalmente presenti nei packaging alimentare, nel pentolame e come inquinanti indoor, che agendo sul sistema endocrino modulano gli ormoni e hanno un impatto sulla salute delle ossa, provocando una riduzione della loro densità e osteoporosi, principalmente nelle donne in menopausa”, aggiunge la professoressa Elena Colicino.

“Cambiamenti tecnologici e politici volti a ridurre le emissioni atmosferiche dannose potrebbero ridurre l’impatto economico per la sanità pubblica anche in quest’ambito”, conclude il professor Alessandro Miani, Presidente di SIMA.

Fonti:

Foto: Pixabay

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