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Piantando, l’impegno di due giovani per la riforestazione del Cile

Piantando, l'impegno di due giovani per la riforestazione del Cile

Piantando è una realtà giovane, nata da un’idea di Andrea Evangelista e Chiara Riente. Anzi, come dicono, nata da un seme. È con un seme di avocado infatti che Andrea torna dal Cile nel 2018, e parte la sfida: “Vendiamo questo alberello e contribuiamo ad un progetto di riqualificazione in Cile, sarà come riportarlo a casa. La piantina può essere il simbolo del cambiamento, manifestando il proprio impegno per un pianeta diverso.”

Da qui nasce Piantando, nel 2019, per permettere a tutti di contribuire nel proprio piccolo ad un mondo migliore. Andrea e Chiara insieme a Fundación Reforestemos, movimento cittadino impegnato nel riconoscere e recuperare il valore ambientale degli ecosistemi del Cile, hanno dato vita ad una splendida “missione” tramite Piantando: aiutare il recupero di aree ad alto valore ambientale e allo stesso tempo sensibilizzare sull’importanza di questi luoghi.

Piantando, l'impegno di due giovani per la riforestazione del Cile

Questa è la loro storia. Andrea Evangelista la racconta in questa intervista.

Andrea, come è nata l’iniziativa e perché partire dal Cile, come siete arrivati all’idea di riforestare in Patagonia tu e Chiara, come siete entrati in contatto con Fundacion Reforestemos?

Il progetto in Cile è il primo progetto che abbiamo sostenuto, nato da un’associazione di cittadini a seguito degli incendi che hanno devastato la Patagonia. Da un anno siamo impegnati assieme a loro per riforestare intere aree di boschi nativi distrutte da incendi causati da alberi introdotti artificialmente. Ho conosciuto personalmente le persone che hanno lanciato il progetto e mi sono innamorato del loro impegno genuino, sano e reale, non dettato dal marketing o dalla comunicazione. L’idea di impegnarci e sviluppare questo progetto dall’Europa, dall’Italia, è derivato dalla naturale declinazione dei nostri valori. Lavorare per avere un impatto positivo, è semplice a dirsi ma applicarlo nella vita di tutti i giorni è molto più complesso. Piantando è il nostro sogno, il nostro progetto, il nostro impegno per un pianeta diverso, per una società diversa. Tutto è nato da un nuovo alberello in Cile.

Come si svolge la vostra attività? Spieghiamo ai lettori cosa fate precisamente, con quali “esperienze” tu e Chiara siete arrivati all’idea di realizzare Piantando?

Piantando è una società benefit che avvia e sostiene progetti a impatto sociale e ambientale nel mondo. Per sostenere finanziariamente i nostri progetti vendiamo piccole piantine grasse in vaso di ceramica fatta a mano e colleghiamo un codice univoco ad ogni piantina, che corrisponde al progetto scelto dalle persone.
Per portare avanti l’attività abbiamo accordi con piccoli artigiani locali e vivai, perché l’impatto passa anche dal rapporto coi fornitori. Produrre vasi in cina o vendere certificati digitali sarebbe stato molto più remunerativo ma abbiamo scelto la strada difficile perché crediamo nel nostro modello. Io e Chiara veniamo da ambiti diversi, io mondo ingegneria e ricerche di mercato, Chiara mondo comunicazione e agenzie creative. Abbiamo unito le nostre competenze per realizzare il progetto che ci accompagnerà nei prossimi anni e abbiamo deciso di dedicare tutto il nostro impegno e competenza in questo.

Piantando, l'impegno di due giovani per la riforestazione del Cile

Il principio di Piantando è basato su un modello semplicissimo: quello ideato da Tom’s e tanti altri dopo di lei. Compri un prodotto, dietro c’è un’azione concreta che fa del bene. Non una donazione ma un medicinale in più per chi ha necessità, un pozzo d’acqua, un albero. Ogni piantina di Piantando ha un codice unico che la collega al progetto scelto e noi siamo la garanzia a supporto di questa catena, assicurandoci che i soldi derivanti dalla vendita delle piantine siano utilizzati operativamente sul progetto.

Impatto non è solo “liberarsi la coscienza”; è risorse, vantaggio per una comunità, sensibilizzazione. I progetti che abbiamo attivi oggi riguardano la costruzione di pozzi d’acqua potabile in Malawi grazie alla collaborazione con “Il pozzo dei Desideri”, l’invio di spedizioni mediche in Perù e la realizzazione di progetti agroforestali in Italia. Il futuro che immaginiamo per Piantando è quello di una realtà che sia sempre più credibile come realizzatrice di progetti d’impatto. Già oggi stiamo implementando sensori di aziende partner all’interno dei progetti e sviluppando una piattaforma che permetta di seguire i progetti in real time.

Piantando, l'impegno di due giovani per la riforestazione del Cile

Perché gli alberi nativi e perché il documentario? Spieghiamolo

Non neghiamolo, i documentari difficilmente attecchiscono sul grande pubblico. Ma il nostro mini-doc ha uno scopo ben preciso: dimostrare che raccontare è più facile dopo aver fatto le cose. Gli alberi nativi rappresentano più della metà della biodiversità terrestre del pianeta e sono fondamentali perché:
– costituiscono una barriera protettiva per il suolo contro l’erosione;
– offrono cibo e riparo per la biodiversità che ospitano;
– purificano l’aria assorbendo CO2;
– regolano il ciclo dell’acqua trattenendo l’acqua piovana;
– contrastano gli effetti del cambiamento climatico.

La rinascita delle foreste, il mini documentario

Ogni anno, fattori come l’approvvigionamento di terreno per l’agricoltura/l’allevamento, l’espansione urbana e gli incendi boschivi contribuiscono alla diminuzione e al deterioramento delle aree boschive presenti sul nostro pianeta. In Cile siamo impegnati per questo da più di un anno e il documentario ha lo scopo di informare riguardo un problema reale, una storia reale basata su anni di sfruttamento intensivo. Informare e sensibilizzare rientra per noi nel compito di chi vuole avere un impatto positivo.

Di cosa ha maggiormente bisogno il Cile e la Patagonia dal punto di vista ambientale, come è la situazione?

Il Cile è un paese complesso. Tralasciando i fattori socio economici, i cittadini Cileni sono molto sensibili alla delicatezza del proprio ecosistema, essendo il Cile una landa protetta a est alle Ande e a ovest dal Pacifico. Dopo l’Australia, è il paese più protezionista per quello che riguarda l’importazione di specie alloctone. C’è bisogno di ripristinare lo status delle cose antecedente all’intervento distruttore dell’uomo. Ripristinare boschi Nativi e favorire di nuovo lo sviluppo della biodiversità di un paese con una Natura selvaggia e bellissima.

Quali iniziative avete in programma dopo questo progetto? In Italia?

L’Italia è il nostro paese, che amiamo con tutte le sue contraddizioni e difficoltà, soprattutto se si cerca di fare impresa in un certo modo. Abbiamo avviato due progetti forestali (non accessibili al B2C al momento) perché stiamo validando il nostro modello e l’efficacia del gestire attività trentennali di riqualificazione. Un lavoro complesso, lungo e che non può cedere alle necessità di marketing. In Italia abbiamo già piantumato più di 2.000 alberi tra il Veneto e l’Abruzzo e sarà proprio da qui che partiremo con il lancio della nostra tecnologia. Oltre alla riforestazione, l’Italia è terreno fertile anche per altre tipologie di progetto, come quelli di tutela della biodiversità. Stiamo collaborando con apicoltori e allevatori per studiare assieme un progetto di tutela di specie animali e floreali e collegare l’attività di protezione alle nostre piantine.

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