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Più RESPECT per un futuro sostenibile, l’intervista a Riccardo Balbo di IED

Più RESPECT per un futuro sostenibile, l'intervista a Riccardo Balbo di IED
Più RESPECT per un futuro sostenibile, l'intervista a Riccardo Balbo di IED

RESPECT! è il tema unico delle discussioni di tesi dei corsi triennali con cui si è concluso questo anno accademico di IED. Un anno difficile, quello 2020, che tuttavia non ha fermato i progetti di questi ragazzi. Progetti attraverso i quali è possibile immaginare e vedere un futuro davvero sostenibile grazie al rispetto. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Riccardo Balbo in quest’intervista su Green Planet News.

Questo difficile anno accademico per IED si è concluso con la discussione delle tesi dal tema unico “RESPECT! Persone. Futuri. Luoghi.”. Nonostante le difficoltà affrontate a causa del lockdown, vissuto nel bel mezzo dell’anno scolastico, gli studenti, con il sostegno di professori e di tutto lo staff dell’accademia, sono riusciti a portare a termine i loro progetti, con dei risultati davvero eccellenti. Un tipo di scuola che ce l’ha fatta, nonostante il lockdown, nonostante il covid.

E che anzi del cambiamento, ha fatto suo punto di forza. Il futuro d’altronde è proprio ciò di cui si occupa una scuola di design e a dirmelo è lo stesso Direttore Accademico di IED. Riccardo Balbo che in quest’intervista per Green Planet News, ci ha parlato un po’ di più di questo tema e del grande mondo che è l’Istituto Europeo di Design.
IED nata nel 1966 dall’intuizione di Francesco Morelli, è oggi un’eccellenza internazionale di matrice italiana.

Una scuola che offre ai suoi studenti una formazione più che completa nei campi del Design, della Moda, delle Arti Visive e della Comunicazione, guardando costantemente al futuro. Un futuro che però è possibile scorgere e immaginare chiaramente a partire dalle tesi che hanno presentato i ragazzi della scuola. Progetti che nascono dall’interpretazione del tema RESPECT! e che proprio a partire da questo, rimandano a un futuro che è sostenibile a 360 gradi.

RESPECT! Le tesi

Tanti i progetti proposti e tutti interessanti e innovativi. Tra questi troviamo Tempo di Ricarica, sviluppato dal gruppo interdisciplinare di diplomandi di Design, Arti Visive e Comunicazione in collaborazione con Enel X società del Gruppo Enel, che si occupa di sperimentare e sviluppare prodotti innovativi e soluzioni digitali nei settori in cui l’energia mostra il suo maggior potenziale.

Con i ragazzi di Design che si sono occupati dell’ideazione di un prototipo di stazione di ricarica e quelli di Comunicazione e Arti Visive che si sono concentrati sulle campagne di promozione della mobilità elettrica, scopo del lavoro era quello di valorizzare e diffondere servizi legati all’utilizzo di energia alternativa nell’ambito della mobilità urbana. 

Ma tanti sono i progetti che si sono occupati di un tipo di sostenibilità che non è strettamente ambientale, ma che è anche culturale e sociale e di cui RESPECT! è sicuramente parola d’ordine. Così nasce Humana After All, la collezione di Fashion Design che guarda all’imperfezione fisica e alla deformazione nel suo rispetto, come un qualcosa di unico e centrale per la creazione stessa della collezione.

Il lavoro parte dall’analisi, distruzione e ricreazione de “Le Modulor” di Le Corbusier, il modulo basato su un uomo standardizzato che è misura e canone del rapporto tra l’essere umano e lo spazio abitativo. La collezione nasce alterando l’unità di misura umana standard, prendendo come riferimento un corpo definito dall’imperfezione, come nel caso della scoliosi. Un progetto che sicuramente guarda al futuro, un futuro che prevede un maggiore rispetto per le differenze nonché per le imperfezioni di cui del resto, gli esseri umani tutti sono provvisti.

La stessa cosa fa We are 24 che nasce per sensibilizzare sul tema della diversità e così dell’inclusione. Lo fa nell’ambito del macrotema Human Football Club suggerito dal sito FootbAll Nerd, che analizza i legami tra il mondo del calcio e temi quali omofobia, misoginia e maschilismo. A proporre l’organizzazione di un torneo di calcio, è il progetto di Graphic Design. Un torneo davvero speciale, giocato da 6 squadre che indossano maglie dei colori dell’arcobaleno, colori del movimento LGBT e che avranno il numero 24, insulto omofobo in Brasile.

La partita con i suoi giocatori in campo, vuole vincere l’omofobia e conquistare un qualcosa che dovrebbe essere di diritto dalla nascita: il rispetto!

Avant Défilé 2020

Le iniziative non finiscono qui! Infatti con Avant Défilé 2020 sarà possibile visitare un mondo di progetti, attraverso una stanza virtuale. Si tratta di una speciale vetrina di presentazione dei migliori progetti di tesi dei diplomandi IED Moda Milano. Una virtual exhibition immersiva che sarà possibile visitare dal 23 settembre tramite app e piattaforma web. Un’iniziativa inoltre, che renderà le creazioni graduate IED per la prima volta permanenti.

16 progetti di 18 giovani autori, in uno spazio virtuale in cui lo spettatore potrà muoversi autonomamente. Vediamo come IED anche in questo caso abbia trasformato un anno difficoltoso in nuove possibilità, in un’occasione per esplorare nuove strade percorribili.

RESPECT! Persone. Futuri. Luoghi. Perché è stato scelto questo tema?

C’è da fare una premessa: IED da ormai due anni ha deciso di orientare tutto il suo operato verso la sostenibilità. Questo vuol dire che non ci sono alcuni corsi sulla sostenibilità e altri no. Ciò significherebbe infatti, prevedere una possibilità alternativa ad essi. Faccio un esempio: inserire un corso di Moda Sostenibile sarebbe come ammettere che volendo potremmo anche insegnare moda non sostenibile. IED invece orienta tutto il suo lavoro verso la sostenibilità.

E per realizzare ciò abbiamo lavorato in maniera programmatica decidendo che tutto quello che avremmo fatto, tutti i corsi, avrebbero avuto un’importante matrice di sostenibilità. Parlare di sostenibilità oggi come se fosse una novità o una possibilità alternativa fra le altre, è sbagliato. Dovrebbe essere infatti unica possibilità obbligatoria. Per noi di IED la sostenibilità è uno stato necessario e il design stesso non esiste se non è sostenibile. Obiettivo di IED è di diventare una scuola sostenibile e green a tutto campo.

Quando abbiamo cominciato a ragionare sulla sostenibilità anche all’interno delle tesi, abbiamo pensato di definire un tema che potesse essere una sorta di macro tema. A quel punto, con alcuni amici e collaboratori di IED, ci siamo domandati quale fosse oggi uno dei principali problemi che reggono il mondo non sostenibile. Infine, siamo giunti a identificarlo nella mancanza di rispetto. Basti pensare a quante cose interessanti sarebbe possibile fare se vi fosse un po’ più di rispetto.

Se si rispettassero di più gli animali, gli altri individui, la natura, le regole stesse. Da qui il lancio del tema RESPECT! che secondo noi sta alla base e alla radice della questione stessa della sostenibilità. Di fatto è un tema che vuole occuparsi di sostenibilità a tutto campo, non solo a livello ambientale. Dando al tempo stesso la possibilità ad ognuno, a ogni studente e professore, di scegliere il modo con cui interpretarlo.

Tra i progetti più interessanti infatti non troviamo soltanto soluzione di design sostenibile, ma anche progetti legati ad eventi calcistici, eventi legati al rispetto di genere; come anche attività legate al rispetto del passato. Alcuni studenti hanno interpretato il tema come rispetto nei confronti di limiti, difetti o imperfezioni.

IED e i suoi studenti come hanno affrontato il difficile periodo del lockdown?

È stato un momento difficilissimo che noi come scuola abbiamo sicuramente vissuto a fasi. Fasi che però non corrispondono alle famose fasi 1,2,3. Abbiamo invece vissuto una prima fase di panico. Una fase che sarà durata più o meno una settimana a cui è succeduta una seconda fase molto più lunga. La fase del “tutti a lavoro, rimbocchiamoci le maniche”. In quel momento era evidente che l’unica cosa che potessimo fare era lavorare e reinventare tutto ciò che poteva essere reinventato.

Poi c’è stata una terza fase in cui da un lato, quello che avevamo fatto fino a quel momento funzionava, e dall’altro si poteva addirittura cominciare a pensare alla fase successiva, a cosa avremmo fatto una volta che tutto questo sarebbe finito. E abbiamo anche provato a fare un salto temporale immaginandoci come sarà la scuola tra un anno. Queste sono le fasi che noi come scuola abbiamo vissuto, intendendo per scuola non una semplice istituzione, ma una comunità.

Gli stessi studenti non sono mai stati passivi. La community per IED è fondamentale, una comunità di persone con interessi diversi che insieme concorrono a formare la scuola. E che durante il lockdown abbiamo cercato di mantenere viva. La vita durante il lockdown è stata una vita in cui ci si è autoadattati, in cui ci si è autoinventati, in cui ci si è dati delle regole che poi potevano cambiare. Anche in questo caso comunque abbiamo pensato di adottare un sistema che fosse sostenibile, dove la cooperazione diventa fondamentale.

È stato un modo resiliente di affrontare il covid. E in alcuni casi, nonostante le difficoltà, anche un qualcosa di migliorativo.

Dopo questa esperienza, com’è cambiata la vostra visione del futuro?

Di fatto il futuro, in una scuola di design, è il tema principale su cui si lavora. Penso che la scuola in generale si occupi di futuro, in quanto forma persone che proprio nel futuro faranno qualcosa, le prepara a questo. Tutto ciò, per una scuola di design, vale a maggior ragione! Il progetto di design vuole infatti migliorare il presente confrontandosi costantemente con il futuro.

E la visione del futuro di IED è possibile scoprirla dentro i suoi corsi, nelle idee che nascono dall’incontro tra gli studenti e i docenti. Quello è il futuro! Abbiamo studenti che nelle loro tesi hanno immaginato un futuro in cui è possibile una riduzione delle differenze, degli sprechi, dei costi. Dire che la visione del futuro di IED è sostenibile, è ovvio!

Come si prepara IED al nuovo anno accademico?

Per noi di IED ad avere la priorità è sicuramente la comunità. E dunque, prima di tutto ci stiamo occupano della sua sicurezza. A questo scopo abbiamo raddoppiato le aule e dunque dimezzato il numero di studenti al loro interno; faremo delle lezioni online e in presenza, con una didattica mista. Per gli studenti che invece inizieranno quest’anno, il primo semestre sarà anche online. Infatti anche le materie che si faranno in presenza, sarà possibile seguirle online nel caso in cui lo studente non possa recarsi a scuola.

E questo perché la scuola è aperta, non siamo in lockdown. La cosa fondamentale però, è garantire la sicurezza. E noi stiamo facendo tutto ciò che è possibile fare anche rispetto alle prescrizioni date. Dovremo aspettare di vedere cosa succederà dopo il 30 gennaio, soprattutto per capire quali saranno i cambiamenti da quel momento in poi. Per il momento la parola d’ordine è sicuramente flessibilità!

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