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Quiet park in Ecuador, dove a parlare è solo il silenzio

Quiet park in Ecuador, dove a parlare è solo il silenzio
Foto di Alex Sidlinskiy da Pixabay

Quiet Park in Ecuador. Se amate la “movida”, il rumore, o il “divertissement” tra selfie e bocche “a culo di gallina”, lasciate perdere. Questo articolo e questo posto non fanno per voi. Ma se avete in programma di andare oltre l’Italia e l’Europa Quiet Park è la destinazione giusta. Soprattutto se avete bisogno di pace, tranquillità e di un abbraccio della natura esotico e un po’ “oltre”

C’è infatti un posto al mondo dove la cosa più importante è il silenzio. La quiete è un bene importante da valorizzare e da tutelare in questo luogo. Qui il silenzio non è solo d’oro ma è una vera e propria visione del mondo, una “weltanshauung” che inesorabile punta alla castrazione metafisica di spaccaballe e petulanti ossessioni in odor di promiscuità. Almeno sono quste le “buone intenzioni” di cui è lastricata la via per il fiume Zabalo.

Quiet park, siamo in Ecuador. Avvolti da una natura il cui linguaggio è quello della pace e del benessere, un abbinamento indimenticabile per ritemprarci e trovare nuove energie. Qui, lungo il fiume Zabalo, troviamo un posto speciale, quello che è stato dichiarato il primo Quiet Park al mondo, “un luogo aperto a chiunque necessiti di un momento di pace interiore, dove tutti si impegnano ogni giorno per proteggere il silenzio come una risorsa naturale”.

In questa affascinante area dell’Ecuador non troviamo il caos delle strade intasate di traffico, e nemmeno gli insediamenti urbani o commerciali, né il movimento della “transumanza” dell’overtourism. No. Qui, lungo il fiume Zabalo, non sentiamo nemmeno il rumore del passaggio degli aerei sopra le teste.

Ci troviamo nel bel mezzo di un milione di acri protetto dagli indigeni Cofán dell’Ecuador, una delle più antiche culture indigene sopravvissute nell’Amazzonia ecuadoriana, primi difensori e custodi di questo ambiente davvero unico che rende il nostro pianeta un universo speciale.

Quiet Park, una riserva gestita dagli indigeni Cofan e dall’associazione Quiet Parks

“Verrà il giorno in cui l’uomo dovrà combattere il rumore inesorabilmente come il colera e la peste”. Sono le parole di Robert Koch, batteriologo vincitore del Premio Nobel, il Quiet Park inizia sul proprio sito la presentazione del progetto relativo a questo luogo meraviglioso.

Il parco è gestito dalla Quiet Parks International (un’associazione no profit che si dedica a diffondere la quiete in tutto il mondo) e protetto dai Cofán dell’Ecuador. Un luogo di pace assoluta dove chi vuole ancora sentirsi viaggiatore prima che turista potrà fare un’esperienza esaltante. Di silenzio e natura.

“Il fiume Zabalo è un Eden vivente ha sottolineato in un articolo su La Stampa l’ecologo Gordon HemptonÈ come camminare dentro un enorme orologio biologico, dove puoi quasi sentire il ticchettio della natura. È un’esperienza trasformativa”. Un luogo più unico che raro, dal momento che “la quiete naturale è diventata una specie in pericolo”. Eh sì, nonostante le fisime elettriche, abbiamo ancora ampi spazi di rincoglionimento se non pensiamo a una strategia a difesa del nostro sistema neuronale.

Nel 2019 la foresta pluviale amazzonica degli indigeni Cofan ha ricevuto il più alto riconoscimento di Quiet Parks International (QPI) come First Wilderness Quiet Park. Il territorio che circonda il fiume è ora diventata questa avvolgente area dedicata al silenzio con l’auspicio che molti altri parchi seguano l’esempio dell’Ecuador. Non parlatene troppo in giro. Altrimenti, anche lì, c’è il rischio che arrivi qualcuno in monopattino.

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