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Taklamakan, il gigante arido dove il cielo è come un quadro di Van Gogh

Taklamakan, il gigante arido dove il cielo è come un quadro di Van Gogh
Taklamakan, il gigante arido dove il cielo è come un quadro di Van Gogh

Taklamakan, in Asia Centrale, un gigante arido, il deserto che si trova lungo la Via della Seta, conosciuto con un apocalittico appellativo: mare della morte. Ma è anche il luogo dove il cielo di notte si trasforma in un incanto stellato come in un quadro di Van Gogh

Taklamakan, un deserto da scenario dell’Apocalisse. La vegetazione è quasi assente, non piove mai, pochi animali come il cammello della Battriana e l’asino selvatico asiatico, scomparsi dal resto della Cina. Il resto è il nulla.

Siamo sulla Via della Seta in una vasta area situata nella regione cinese autonoma dello Xinjiang. I mercanti, in passato, facevano tappa lungo le oasi che costeggiavano la zona. Una terra attraversata da viaggiatori che si dovevano muovere con profondo rispetto verso il deserto: “se entri, non ne esci più”, ecco il significato della parola Taklamakan nella lingua uiguri locale che potrebbe anche ammonire ad una tale bellezza da non volerne più andare via.

Taklamakan, un “glorioso” trascorso

Peter Hopkirk ne Il Grande Gioco descrive così il Turkestan cinese (l’attuale Xinjiang) e il Taklamakan, che domina la regione: “In passato aveva conosciuto grande prosperità, poiché la Via della Seta, che collegava la Cina imperiale alla remota Roma, passava di qui. Ma, cessato da tempo questo traffico, quasi tutte le sue oasi erano state inghiottite dal deserto e la regione era praticamente ricaduta nell’oblio”.

L’area che separa la Cina dall’Asia occidentale e dall’Europa non vive più i fasti di un tempo. Sono terre lontane dal mare, caratterizzate da catene montuose, fiumi e steppe. Il Taklamakan, in buona sostanza, con la sua posizione isolata e le sue dure condizioni climatiche, resta fuori dalle rotte turistiche più “commerciali”.

Come nella celebre Notte stellata di Van Gogh

Il Taklamakan vale l’ipotesi di un bel viaggio alternativo. Il Taklamakan, infatti, non è solo “inospitale”. È anche il luogo di cieli mozzafiato che rendono di una selvaggia e misteriosa bellezza questa zona del mondo, come immergersi nella Notte stellata di Gogh.

Avete presente quelle meravigliose immagini con i cieli stellati che avvolgono, con le scie luminose che sembrano farvi da culla indimenticabile per i vostri sogni migliori? Ecco, molte di quelle immagini provengono dal deserto cinese del Taklamakan.

Quanto è sorprendente il Creato capaci di porre un sottile equilibrio, spesso invisibile alle nostre elucubrazioni, in ogni forma del suo divenire, anche quella più dura. Le fotografie del deserto del Taklamakan sono una “sciabolata all’anima”. Lo struggimento intenso arriva dal contrasto tra il buio, la luce del cielo e gli alberi di Populus Eupoda che assistono, come “convitati di pietra” anzi di legno, ai pochi movimenti presenti.

Le stelle diventano pennellate luminose di un artista invisibile, un magico divertimento tra dei annoiati che smaltiscono la sbornia “d’umanità”. Trasformando il “mare della morte” in un oceano di felicità, semplicemente stando con gli occhi all’insù. E magari, come nella Notte delle lanterne in Thailandia, affidando alle stelle i nostri desideri e le nostre più recondite speranze.

Qualche informazione utile

Lo scalo aereo di riferimento per raggiungere il deserto del Taklamakan è l’Urumqi Diwopu International Airport, situato poco a nord del capoluogo del Xinjiang, Urumqi. È da qui che partono i principali tour organizzati per visitare il deserto e i suoi dintorni.

Ecco i principali

  • tour dello Xinjiang che coinvolgono anche città-oasi del Taklamakan e prevedono una/due escursioni di qualche ora nel deserto;
  • tour dedicati solo al Taklamakan, alle sue oasi e ai siti archeologici, con diverse escursioni.

Foto Pixabay

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