Vivere senza plastica, Una guida per cambiare il mondo, una bottiglia di plastica alla volta è il libro di Will McCallum (HarperCollins 15,00 € – 240 pag.- traduzione di Paolo Lucca)
McCallum è il responsabile di Oceans Greenpeace UK e portavoce della loro campagna contro l’uso della plastica. Attivista anti-plastica che di recente è arrivato fino in Antartide trascorrendo un mese lì con la propria squadra allo scopo di scoprire se questo materiale fosse arrivata sino a lì, nella regione più remota della terra.
Sono circa 12,7 milioni le tonnellate di plastica che stanno invadendo gli oceani ogni anno, uccidendo oltre un milione di uccelli e ben 100.000 mammiferi marini. Una situazione pressoché drammatica. In termini di peso entro il 2050 potrebbe esserci più plastica negli oceani che pesci. Questo è sicuramente il flagello della nostra epoca. Ma noi, ciascuno di noi, individualmente, può cambiare la situazione? Come possiamo fare la differenza, nel nostro piccolo?
È forse questa la domanda principale a cui tenta di rispondere McCallum con Vivere senza plastica, fornendo prima un’attenta e approfondita analisi della situazione attuale a livello ambientale e consigliando poi soluzioni concrete per riuscire a fare la differenza, partendo da tanti piccoli gesti individuali che potrebbero davvero cambiare la nostra vita su questo pianeta. Bisogna tuttavia cominciare a pensare che quella da compiere sia una vera e propria battaglia senza ignorare che sia così.
Per l’autore del libro, una serie di piccoli gesti individuali che tutti insieme portano al cambiamento, sono necessari e fondamentali. Gesti che possono essere compiuti da chiunque, e che possono unire tutti quanti, al di là delle differenze sociali o culturali.
Una vera e propria guida per cominciare a vivere bene senza plastica, perché ciò è possibile e necessario. McCallum ci dà attraverso il suo libro, una serie di consigli e di accorgimenti per eliminare definitivamente la plastica dalle nostre vite partendo dall’attrezzatura di cui fornirci, come borracce per l’acqua in sostituzione delle bottigliette di plastica, oppure di tazze termiche per il caffè o ancora borse o zaini per la spesa; ma anche azioni o accorgimenti veri e propri per eliminare sistematicamente tutta la plastica che si trova nelle nostre abitazioni, perlustrando stanza per stanza, dal bagno alla cucina, consigli su come sostituire certi prodotti o su cosa sarebbe meglio acquistare o no; fino ad arrivare a come poter avviare delle vere e proprie campagne per avere un mondo senza plastica. Un libro che vuole essere una vera e propria “chiamata alle armi” per unire le forze di tutto il mondo e porre fine alla nostra dipendenza dalla plastica dalle conseguenze drammatiche.
Will perché hai deciso di scrivere Vivere senza plastica?
Stavo ricevendo così tante domande da persone che chiedevano cosa potessero fare per aiutare a fermare la crisi della plastica, che ho pensato che il modo più semplice per rispondere sarebbe stato quello di mettere tutto in un libro.
In società come le nostre, è possibile un cambiamento così radicale come quello che proponi nel tuo libro?
Penso che sia assolutamente possibile affrontare la crisi della plastica perché non credo che i cambiamenti proposti siano in realtà così radicali. Penso che il vero cambiamento che deve avvenire soprattutto a livello mentale è quello di fare in modo che, oltre ad agire nella nostra vita personale, non dobbiamo dimenticare di avere un governo e le aziende per renderci conto anche del loro ruolo nel problema.
Quanto è urgente oggi vivere totalmente e definitivamente senza plastica?
In un momento in cui gli oceani stanno affrontando più minacce che mai, da cambiamenti climatici, inquinamento, estrazione mineraria e pesca eccessiva, non possiamo assolutamente permetterci di aggiungerne un altro. E quindi ridurre drasticamente la plastica nella nostra società è essenziale – non è una scelta.
Cosa è davvero necessario per affrontare la catastrofe ambientale che stiamo vivendo?
Dobbiamo ripensare un mondo si investono grandi quantità di energia nella produzione di qualcosa che viene usato una volta, solo per pochi minuti, solo per essere gettato via. Ricordare che non abbiamo risorse illimitate e comportarci di conseguenza è fondamentale per affrontare i nostri problemi ambientali.
Quali sono state le esperienze fondamentali che ti hanno portato sino a qui?
Sono state così tante le esperienze, e non è stata affatto una strada lineare quella che mi ha portato qui. Ma è stato soprattutto il fatto che ogni volta che sono entrato in un bellissimo paesaggio e ho visto l’impatto che noi umani abbiamo – se vedesse una spiaggia nel nord dell’Iran con più plastica che rocce o un’autostrada a sei corsie tagliata sulla montagna nelle Alpi – ci comportiamo come se avessimo più pianeti di quelli che abbiamo.
Cosa vorresti dire principalmente ai lettori del tuo libro?
Se vedi qualcosa che ti fa preoccupare o arrabbiare a causa del suo impatto ambientale, parlane, arrabbiati, lamentati – non possiamo normalizzare il declino ambientale.
Che progetti hai per il futuro e che cosa ti auguri?
Penso che ora la sfida sia quella di assicurarsi di non pensare ai diversi problemi ambientali come differenti fra loro e scollegati – che continuiamo a connettere i punti, perché se trattiamo i sintomi individualmente non arriveremo mai al cuore del problema.