(Adnkronos) – "I casi umani di West Nile individuati a Latina fanno rumore perché sono fra i primi dell'anno e perché sono stati segnalati come autoctoni nella regione Lazio. Però questo virus, come indicano i vari rapporti dell'Istituto superiore di sanità (Iss), anche dello scorso anno, oltre ad essere altamente presente ed endemico nel Nord Italia, soprattutto nella fascia della Pianura Padana, circola anche nel Sud Italia, in particolar modo negli animali: negli uccelli, che sono l'ospite principale, e nelle zanzare. E ci sono stati anche dei casi confermati in passato in altre Regioni del Centro-Sud". A tracciare il quadro all'Adnkronos Salute è Sara Epis, professore associato di parassitologia all'università degli Studi di Milano e nel direttivo della Società Italiana di Parassitologia. Il virus West Nile, spiega l'esperta, "viene trasmesso infatti dalle zanzare che definiamo 'notturne', la Culex pipiens in particolar modo. Zanzare che circolano anche nel Centro-Sud. In queste aree, poi, abbiamo visto uccelli positivi al virus e gli uccelli sono il principale 'serbatoio' del patogeno. Insomma, la presenza di casi umani autoctoni non stupisce". Di casi ce ne saranno altri, mentre ci inoltriamo nella stagione tipica di West Nile. "Di sicuro li avremo nel Nord Italia, dove già sono state registrate le prime infezioni nel mese di giugno, soprattutto nel Nord-Est. Per dare un numero, l'anno scorso ci sono stati in Italia più di 450 casi confermati di West Nile, con anche decessi. Più o meno negli ultimi anni il dato si aggira sempre intorno a 400 casi diagnosticati, con un picco concentrato nei mesi di luglio e soprattutto agosto, con a seguire la coda di settembre". L'uomo che 'ospite' è per questo virus? "Il West Nile è fondamentalmente mantenuto in natura dalla trasmissione da parte della zanzara infetta e dagli uccelli, che sono il reservoir – chiarisce la parassitologa – Quindi queste zanzare, che sono 'ornitofile', pungono gli uccelli, però possono pungere accidentalmente anche l'uomo e gli equidi, dunque i cavalli in particolare. Però sia gli equidi che l'uomo sono ospiti accidentali a fondo cieco. Nell'uomo il virus non raggiunge concentrazioni ematiche sufficientemente elevate da permettere l'infezione di altre zanzare attraverso la puntura, impedendo così il mantenimento del ciclo di trasmissione. Il ciclo del West Nile si mantiene grazie alle zanzare, che fungono da vettori e amplificatori, e agli uccelli, che rappresentano il principale serbatoio del virus". Come tendenza, osserva Epis, "negli anni si è visto un aumento dei casi di arbovirosi, perché c'è probabilmente in corso un'espansione, tant'è che ci sono i piani di monitoraggio per queste arbovirosi, incluso il West Nile e l'Usutu virus. Cosa lo sta determinando? Sicuramente il cambiamento climatico sta aiutando questo processo, favorendo una presenza sempre più stabile delle zanzare. Temperature più alte e inverni miti favoriscono la sopravvivenza delle zanzare vettori (in particolare Culex pipiens) e ne accelerano il ciclo riproduttivo, aumentando le popolazioni e prolungando la stagione di trasmissione. E probabilmente sta contribuendo anche il ruolo degli uccelli, la loro presenza anche più in ambienti di città. Ma i fattori che potrebbero aiutare questo trend potrebbero essere veramente tanti". Come proteggersi? "Stando attenti, durante le ore notturne, a usare repellenti, abbigliamento adeguato con maniche lunghe, evitando quindi l'esposizione ad eventuali punture nelle zone dove sappiamo che il virus circola", conclude. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
