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Fiat Topolino: la vecchia gloria elettrizzante non elettrica

Fiat Topolino: la vecchia gloria elettrizzante non elettrica
Photo Credit: Depositphotos

Una delle leggende in grado di riportare alla mente tanti ricordi: è la Fiat Topolino nella versione giardinetta, un vero e proprio mito che ha finito per trasformare il trasporto delle piccole merci. Doveva “motorizzare” gli italiani.

“Sulla Topolino amaranto si va che è un incanto nel quarantasei, Se le lascio sciolto un po’ la briglia mi sembra un Aprilia e rivali non ha“: in una delle più belle canzoni di Paolo Conte, la protagonista è lei, la Fiat 500, ribattezzata Topolino dalla somiglianza nel muso con il roditore di Walt Disney che quando la vettura nacque conosceva il suo maggiore momento di celebrità. Non un aggeggio elettrico oggi così in voga per mettere la nostra economia nelle mani degli altri. Una vettura epocale che nasce in un periodo che si rivelerà tragico.

Infatti, se Hitler commissiona a Ferdinand Porsche la realizzazione di una vettura che non deve superare il costo di mille marchi e nasce il Maggiolino, è perché vuole imitare ancora una volta la politica e la propaganda di quello che considera il suo maestro ossia Benito Mussolini.

L’idea della Topolino, infatti, la si deve al duce che chiede a Giovanni Agnelli – siamo nel 1930 – di realizzare una automobile che non deve superare il costo di cinquemila lire allo scopo di motorizzare gli italiani. Dante Giacosa, un collaboratore di Antonio Fessia, uno dei progettisti più importanti della Fiat, prova a disegnare quella che nella sua mente deve essere una piccola Balilla, la vettura realizzata insieme allo stesso Fessia e che tanto successo riscuoteva. Nel 1936, nasce la Fiat 500, Topolino che in realtà costa 8.900 lire circa venti volte lo stipendio di un operaio specializzato.

La Fiat 500 B ovvero la Topolino Giardinetta

All’inizio la Topolino veniva proposta in 2 versioni: Berlina due porte  e Berlina due porte trasformabile che aveva il tetto apribile. La Topolino venne anche proposta nel 1936 in una variante Furgone, destinata all’esercito che garantiva una portata di 300 kg. Si verificarono però dei cedimenti del piano di carico in quanto le sospensioni non riuscivano a garantire la giusta portata e la Topolino venne modificata con un allungamento del telaio con la sostituzione delle mezze balestra con balestra intere. La Fiat 500 A venne ribattezzata a balestra  lunga.

Nella versione in rosso, la Topolino aveva un fascino irresistibile. Oggi che siamo afflitti da “mostruosità elettriche”, molte delle quali prive di senso se non per asseverare la cupidigia di servilismo nei confronti di un “orientalismo” che si sta comprando tutto, fa bene rivedere certa creatività del nostro passato. E senza approcco ideologici ma sostanziali.

Ma è con la Fiat 500 B che arriviamo alla Giardinetta anzi Giardiniera perché questa era la sua definizione originale. Siamo nella primavera del 1948, è passata la guerra e la voglia di ricostruire è tanta e ci avviamo verso il boom economico. La Fiat 500 B viene presentata con tante modifiche che ne perfezionano motore e struttura. Il motore ha la testata in ghisa con valvole in testa con aste e bilancieri e consente una potenza di circa 17 cavalli.

Il telaio viene ottimizzato con la presenza della barra trasversale stabilizzatrice posteriore e l’adozione di ammortizzatori telescopici idraulici su tutte le ruote. Non solo. La Fiat 500 B arriva alla velocità di 95 km/h e ha il riscaldamento per il massimo comfort durante l’inverno. La grande novità è costituita dalla versione Giardiniera Belvedere, 4 posti con portellone posteriore che rende più agevoli le operazioni di carico e scarico, aumentando la capienza con l’abbattimento del sedile posteriore.

La variante “di lusso”

La variante più “di lusso” è quella che trae ispirazione della “woodie” americane e sarà la prima vettura sul modello della moderne “Station Wagon”, la Giardinera Legno con le fiancate in legno e faesite che sarà l’orgoglio della sezione Carrozzerie Speciali che la realizzerà.

Nel 1951, però, la versione in legno verrà sostituita dalla più pragmatica Giardiniera prodotta con lamierati metallici a stampaggio. In questa versione le vendite subiranno una considerevole impennata e sono i classici furgoncini Topolini che ancora oggi si sentono talvolta “sfrecciare” con il motore dal caratteristico suono. Con l’arrivo della Seicento, la Topolino Berlina verrà messa fuori produzione. Siamo nel 1954. La Topolino “Station Wagon” andrà avanti ancora un altro anno ma, nel 1955, di fronte all’inesorabile avanzare del boom economico, andrà in pensione e con essa una fetta importante della storia italiana.

Photo Credit: Depositphotos.

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