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Flixbus, turismo pronto alla ripartenza con una mobilità green

Flixbus, il turismo pronto alla ripartenza con una mobilità green
Foto di Konrad Krajewski da Pixabay

Flixbus, l’azienda verde arancio tedesca dopo aver trasformato il trasporto a lunga percorrenza in autobus, oggi si avvia verso un rilancio del turismo in ottica green

Uno dei principi che hanno guidato il dibattito sul rilancio del turismo, negli ultimi mesi, è la sostenibilità come punto strategico della ripartenza. Questo è quello che afferma FlixBus in base allo studio “Il viaggiatore green”, richiesto dal gruppo all’istituto di ricerca Squadrati. Dallo studio appunto è emerso che in Italia, esiste una comunità di viaggiatori responsabili disposti ad accogliere la sfida di una rivoluzione ecologica nella mobilità.

Lo studio indaga i comportamenti degli Italiani attenti all’ambiente con riferimento al viaggio e, in generale, allo stile di vita, per individuare i preconcetti e le criticità che rischiano di ostacolare la piena affermazione di una concezione propriamente green del viaggio.

FlixBus oggi, come tante aziende che vivono di riflesso al mondo dei viaggi, soffre in seguito alla crisi sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19.

«La visione di un sistema di mobilità integrata efficiente ed ecocompatibile, libero dall’uso del mezzo privato, guida da sempre il nostro operato in tutto il mondo», ha affermato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. «In linea con questa visione, riteniamo che la prospettiva di un rilancio del turismo in ottica di sostenibilità, come auspicato dalle istituzioni, offra agli attori del trasporto un’occasione unica per unire le forze e imprimere una svolta alla mobilità in Italia, e produrre un cambiamento decisivo nella direzione di una società più responsabile».

Ma siamo sicuri che in Italia la situazione infrastrutturale lo permetta? E gli Italiani sono pronti a ripensare la loro idea di viaggio e fare un passo nella direzione di un approccio nuovo, improntato a una maggiore ecologicità? Ma le persone, al di là del tema delle infrastrutture, sono consapevoli della necessità di ripensare il proprio modo di viaggiare?

Una risorsa per il turismo: creare intermobilità investendo sulle infrastrutture

Da una prima considerazione, si evince che molti intervistati utilizzano l’auto privata per spostarsi, sia in città che fra una città e l’altra, per l’assenza di alternative. L’83% difatti, dichiara che rinuncerebbe all’uso del mezzo personale se potesse arrivare a destinazione con mezzi collettivi, e il 53% sarebbe pronto a raggiungere la meta con più mezzi, ma meno inquinanti.

Un dato interessante viene da chi dichiara che pur avendo a cuore lì’ambiente, in vacanza vi presta meno attenzione in vacanza.
Le carenze infrastrutturali, purtroppo, vincolano a scelte di viaggio meno ecologiche anche gli italiani più responsabili che in vacanza diventano inoltre più esigenti a livello di comodità. È fondamentale che gli attori del settore, per una ripartenza del turismo che abbracci le esigenze di una svolta green, collaborino per rendere l’infrastruttura sempre più efficiente e attrattiva.

«Promuovere un approccio intermodale e responsabile al viaggio sempre e in ogni luogo: è questa, oggi, la sfida che gli operatori del settore sono chiamati ad accogliere nell’ottica di un suo rilancio», ha detto Andrea Incondi. «Promuovere la riscoperta del territorio puntando sempre più su mezzi collettivi e su itinerari meno conosciuti e su una destagionalizzazione dei flussi turistici, a beneficio sia dei visitatori che delle comunità locali: questa è la direzione da intraprendere. Per questo, ora, si valorizzino le infrastrutture pubbliche, rendendole sempre più attrattive per incentivare le opportunità di intermodalità anche in vacanza. Si pensi alle autostazioni, che in molte città rappresentano il vero e proprio biglietto da visita per i turisti».

Rivoluzione green della mobilità: guidata da Millennials e Generazione Z

La scarsa consapevolezza dell’anima green dell’autobus rappresenta un altro ostacolo alla ripresa in chiave green del turismo e della mobilità, problema che riguarda soprattutto le generazioni più anziane. Lo studio mette in risalto che l’autobus patisce infatti una maggiore diffidenza sul tema dell’inquinamento rispetto ad altri mezzi come il treno, ritenuto assai più sostenibile: il 65% degli intervistati dichiara che userebbe gli autobus a lunga percorrenza se non inquinassero, e solo il 9% li userebbe per compiere un viaggio in modo green.

In realtà l’autobus può sostituire fino a 30 auto su strada, contribuendo significativamente a contenere il livello di CO2, e quindi rappresenta, di per sé, una soluzione green. Il livello di sostenibilità aumenta nel caso di autobus alimentati con fonti di energia alternative, tema caro a FlixBus, che, primo fra gli operatori della lunga percorrenza, ha sperimentato gli autobus elettrici e a energia solare, e ha messo a progetto il lancio dei primi autobus a idrogeno.

Nella ricerca di Squadrati, l’autobus viene indicato come opzione di viaggio preferita da più di 1 Millennial su 5 (21%) e da quasi 1 su 4 fra gli appartenenti alla Generazione Z (23%), da sempre la fetta predominante del pubblico di FlixBus, complici sì i costi ridotti, ma anche una più spiccata consapevolezza dei benefici derivanti da un approccio intermodale al viaggio.

Se i Millennials (24-39 anni) e la Generazione Z (18-23 anni) si dichiarano propensi a utilizzare mezzi collettivi, i Baby Boomers (54-64 anni) accordano una netta preferenza all’auto privata (68%), confermando l’esistenza di un profondo divario generazionale nelle modalità con cui gli Italiani che dichiarano un orientamento green si relazionano alla mobilità.

Un ulteriore passo da intraprendere per il raggiungimento di una comunità di viaggiatori più responsabili, è senza dubbio supportare la ricerca sulle fonti alternative, sensibilizzando al tempo stesso le generazioni meno giovani circa la reale identità ecologica dell’autobus, per eliminare in via definitiva il bias legato all’inquinamento.

Lo sviluppo del contributo personale aiuta l’ambiente

Sempre secondo l’analisi di Squadrati, non tutti gli intervistati – sebbene si professino fedeli alla causa ambientale e dichiarino vari comportamenti ecologisti – come l’uso di prodotti riciclati e di borracce in vetro, o la riduzione degli sprechi d’acqua – pensano che i propri comportamenti possano influire in modo significativo sull’ambiente: il 68% crede che sia «molto importante» che ciascuno faccia qualcosa per l’ambiente, ma solo il 43% ritiene che le azioni individuali siano «molto influenti» in questo senso.

Quello che ne emerge è uno scollamento tra la consapevolezza della centralità del tema ambientale e la convinzione che ognuno possa contribuire con le proprie azioni a realizzare una comunità più green. Per poter ridurre questo gap, può essere utile adottare un approccio che restituisca dignità e valore ai comportamenti individuali.

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