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Giornata mondiale zone umide 2024, tema il benessere umano

Giornata mondiale zone umide 2024, tema il benessere umano
foto @Fabio Cianchi

Le wetlands: fiumi, stagni, lagune, laghi e paludi sia d’acqua dolce che salmastra su cui porre attenzione e preservare. I dati dal 1970 non sono positivi.

La Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day) ricorre domani 2 febbraio per ricordare la firma avvenuta nel 1971 della Convenzione internazionale nella città iraniana di Ramsar, sulle zone umide di importanza internazionale.

La Convenzione di Ramsar definisce zone umide “le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri”.

È proprio la Convenzione l’unico trattato internazionale sull’ambiente che si occupa di questi particolari ecosistemi. Si tratta di ambienti che, oltre ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantiscono ingenti risorse di acqua e cibo e svolgono una funzione fondamentale di mitigazione dai cambiamenti climatici.

Giornata mondiale delle zone umide, il tema “Wetlands for Disaster Risk Reduction”

Il tema scelto per quest’anno è “Wetlands for Disaster Risk Reduction” ossia “Zone umide e benessere umano“, scelto per sottolineare il ruolo delle aree umide nella riduzione degli impatti sulle comunità di eventi estremi quali inondazioni, siccità e cicloni, nonché per il contributo che questi ambienti forniscono per aumentare la resilienza a tali eventi.

Una data importante il 2 febbraio, World Wetlands Day, per richiamare l’attenzione sulla ricchezza in termini di biodiversità e quanto sia fondamentale il mantenimento degli ecosistemi, per il benessere umano.

Le zone umide d’importanza internazionale ad oggi inserite nell’elenco ufficiale di siti della Convenzione di Ramsar per l’Italia sono 57, distribuite in 15 regioni, per un totale di 72.288 ettari.

L’integrità di questi ecosistemi è minacciata dalle attività umane. Il WWF ne indica una perdita di circa il 35% dal 1970. È importante salvaguardare questo patrimonio e cercare di ripristinarlo.

L’Italia, per i migratori una penisola speciale

Le aree umide rappresentano il luogo ideale per anatre selvatiche, uccelli limicoli, spatole, che migrano dai paesi più freddi per ‘svernare”. In questi anni si stanno osservando variazioni sia nelle rotte migratorie che nei periodi di permanenza degli uccelli, probabilmente a causa del cambiamento climatico: specie che prima raggiungevano il centro Africa per trascorrere i periodi più freddi utilizzando la nostra penisola come ‘ponte’ di sosta, tendono a restare: accade per gli assioli, piccoli uccelli notturni simili a civette, per i cavalieri d’Italia, trampolieri eleganti, e persino per le rondini.

Si tratta di un trend che va osservato negli anni per verificarne la reale portata.

Inoltre, osservazioni con numeri record di fenicotteri si sono verificate negli stagni costieri come Orbetello e Diaccia Botrona, ma sempre in Toscana si vede anche un aumento di specie cosiddette aliene, come l’ibis sacro (circa 3000). 

La salinizzazione eccessiva di alcune lagune poi riduce la presenza di specie più sensibili a questo fattore come le folaghe.

WWF, le Oasi e gli eventi previsti

Nelle Oasi del WWF, dal nord al sud (la prima creata, quella di Burano in Toscana è un’area umida costiera) per tutto il weekend 2-4 febbraio sono previsti eventi speciali dedicati a questi ambienti:

– Nel Casale spagnolo di Orbetello, nell’omonima riserva WWF, il 2 febbraio percorso scientifico divulgativo per le scuole, il 3° seminario interattivo sul clima e la biodiversità

– dal 3 al 4 febbraio, sempre in Toscana, nella Riserva naturale Lago di Sibolla inaugurazione della Mostra fotografica dedicata alle Zone Umide “Wonders in Wetlands”, passeggiata il 4 febbraio 

– alla Riserva e Oasi WWF Lago di Serranella (CH), dal 2 al 4 febbraio tre giornate di incontri e attività alla scoperta dell’importanza delle zone umide per il benessere delle persone – venerdì 2 – serata/ incontro alla scoperta delle wetlands e della loro biodiversità presso Cascina Romaa San Donato Milanese

–  domenica 4 nell’Oasi del Bassone/Torbiere di Albiate in provincia di Como escursioni guidate in una delle ultime ‘torbiere’, ambienti particolarmente a rischio

– domenica 4 – Oasi Le Foppe, lungo l’Adda pulizia dei nidi artificiali presenti nell’area.   

– domenica 4 – presso il Lago Mezzola/Pian di Spagna (vicino al Lago di Como) passeggiata naturalistica

– nello Stagno Didattico dei Giardini Margherita, nel cuore di Bologna, sabato 3 apertura straordinaria con visita guidata

– il 4 febbraio, il WWF Sicilia Nord Occidentale, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide organizza una visita guidata al Gorgo di Rebuttone, zona umida temporanea a pochi km dalla città di Palermo.

QUI il programma

WWF, i progetti di tutela

La criticità delle zone umide sta riducendo negli anni la biodiversità per questo il WWF da anni si sta impegnando su vari fronti:

  • per ricreare piccole zone umide per il ripristino di habitat naturali fondamentali per molte piante acquatiche rare, per invertebrati come libellule, coleotteri d’acqua dolce, molluschi, pesci anfibi. Il WWF ha coordinato la realizzazione di oltre 140 tra stagni, pozze di montagna, abbeveratoi come habitat riproduttivi per anfibi protetti come rana di Lataste, tritone crestato italiano, ululone dal ventre giallo e pelobate fosco insubrico;
  • per favorire il ripristino di zone umide volte all’assorbimento di nutrienti provenienti dall’agricoltura o dalla zootecnia. È in corso un progetto per ridurre l’inquinamento da nutrienti in una delle aree più critiche della pianura padana tra il Mincio e l’Oglio;
  • per ripristinare le zone umide perifluviali (lanche e rami laterali) il WWF, insieme ad ANEPLA, è stato promotore del progetto di rinaturazione de Po inserito nel PNRR che prevede il ripristino di ben 700 ettari di zone umide lungo il Po dal Piemonte al Delta.

Fonte: WWF

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