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Green Road Award, “Oscar” all’Abruzzo per il progetto Bike to coast

Green Road Award, "Oscar" all'Abruzzo per il progetto Bike to coast
Green Road Award, "Oscar" all'Abruzzo per il progetto Bike to coast

Il 16 febbraio 2020 a Verona, si è tenuta la cerimonia per assegnare il “Green Road Award”, l'”Oscar” italiano del cicloturismo, in occasione del Cosmo Bike Show, il più celebre Festival della bicicletta.

A vincere il primo premio è stato l’Abruzzo grazie al progetto Bike to coast, con i suoi 131 km di ciclovia che legano Martinsicuro a San Salvo:  “Un percorso prevalentemente costiero che, oltretutto, nel tratto conosciuto come Costa dei trabocchi – ha aggiunto Mauro Febbo, Assessore al Turismo presenta scorci di straordinaria bellezza naturalistica che meritano di essere vissuti in sella ad una bici e che abbiamo il dovere di far conoscere di più e promuovere in Italia ed all’estero”.

Bike to coast, 131 chilometri di pista ciclabile

Questa straordinaria pista ciclabile costiera, non solo è da oggi una delle “road bike” più belle d’Italia, che innalza il livello qualitativo dell’esperienza offerta al turista in Abruzzo, contribuendo ad aiutare le strutture ricettive che lavorano nel settore del turismo. Rappresenta anche la possibilità per gli occhi di chi la percorre, di osservare un tratto di litorale ancora profondamente legato alla natura del territorio, dove si alternano coste frastagliate a spiagge più basse e sabbiose, lidi ricchi di movida a lidi solitari quasi nascosti e sconosciuti.

I 131 chilometri di pista ciclabile del Bike to coast, che toccano 19 comuni della costa abruzzese, coinvolgono luoghi unici e mozzafiato: come la Torre di Cerrano, una suggestiva costruzione sulla spiaggia risalente al 1200 e facente parte del sistema di fortificazioni litoranee a difesa del Regno di Napoli dall’incursione di Turchi e Saraceni. Questa zona di litorale tra Silvi e Pineto, fa parte di un’area marina delimitata in sette chilometri di costa, che completa un programma di protezione e valorizzazione dell’ambiente.

Green Road Award per la “regione più verde d’Europa”

Qui esiste una rete di oasi sottomarine che hanno consentito, in questi anni, la salvaguardia, il ripopolamento e lo studio dell’ecosistema marino. Ricordiamoci infatti che l’Abruzzo è chiamata “regione verde d’Europa” con l’oltre il 30% del territorio protetto in oasi e parchi nazionali.

Ma la Road To Bike interessa anche la suggestiva Costa dei Trabocchi, nei suoi 42 chilometri di tratto costiero di cui fanno parte i trabocchi appunto e chiamata Via Verde, in richiamo al colore della pista, che risalta nel suo essere così vicina all’azzurro del mare. Una parte esaltante del progetto Bike to coast.

La Via Verde e i trabocchi

Pedalando sulla Via Verde, ammirerete i trabocchi: macchine da pesca protese verso il mare, descritti, dipinti, fotografati da sempre, celebrati da molti artisti e testimoni di un’antica civiltà legata alla pesca e al mare.

D’Annunzio, nel “Trionfo della morte” scriveva sui trabocchi, nel periodo in cui soggiornava con Barbara Leoni nel suo rifugio lungo la costa: “La grande macchina pescatoria composta di tronchi intrecciati, di assi e di gomene biancheggiava simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano…. pareva vivere di una vita propria avere un’aria e un’effigie di corpo animato. Il legno esposto per anni ed anni al sole, alla pioggia, alla raffica mostrava la sua fibra .. si sfaldava si consumava , si faceva candido come una tibia o lucido come l’argento o grigiastro come la selce… acquistava un’impronta distinta come quella d’una persona su cui la vecchiaia e la sofferenza avessero compiuto la loro opera crudele”.

Queste palafitte ancorate agli scogli, agli abruzzesi piace pensare siano silenziose vedette e fedeli guardiani della nostra costa. Un tempo vi abitavano le famiglie dei pescatori più poveri della zona, assicurando alla gente di mare stabilità, in quanto vi si poteva pescare senza allontanarsi dalla casa; oggi sono rinomati ristoranti dove si possono degustare le prelibatezze della tipica cucina di mare.

Parte del percorso ciclabile chiamato Via Verde è un po’ più vintage, per così dire, rispetto al vivace lungomare del nord dell’Abruzzo, più moderno e accattivante, ma che ha tutti i suoi comfort e le due idoneità per affascinare chi la osserva e la vive.

Ortona, la “Stalingrado d’Italia”

La lunga pista ciclabile Via Verde parte da Ortona: ricca di storia e patria di grandi ed eclettici artisti come Francesco Paolo Tosti o Cascella, zona acclamata e ben voluta dalla famiglia de’ I Medici, soprattutto da Margherita d’Austria, Ortona ha sia un tratto di spiaggia con sabbia, con hotel e camping appena fuori dal centro del paese, che diverse baie e insenature con i sassi dove l’acqua è cristallina.

Passata alla storia come la “Stalingrado d’Italia” per via della sua partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale, Ortona è una città ricca di cultura e dalle antiche origini. Del suo passato conserva un notevole patrimonio artistico, come il Castello Aragonese: una fortificazione ai margini della città e a strapiombo sul mare, visitabile e riportato nelle condizioni più simili a quello che era un tempo.

Il castello offre una vista stupenda sul mare sottostante e, attraverso una gradinata, si accede direttamente alla Pista Ciclabile Via Verde. La Via Verde della Road To Bike arriva fino a Vasto marina, intrigando chi la percorre con la suggestiva riserva naturale di Punta Aderci. Nella stupenda e selvaggia Riserva Naturale sorge sulla spiaggia ghiaiosa e, principalmente, questo scenografico e imperdibile Trabocco.

L’area protetta

L’area protetta della riserva, con i suoi 285 ettari che vanno dalla spiaggia di Punta Penna, attigua al Porto di Vasto (Punta della Lotta), alla foce fiume Sinello (confine con il comune di Casalbordino), ha come figura di spicco il Trabocco, circondato da scogliere con vista panoramica sul mare.

Intorno alla spiaggia, con acqua limpida dal fondale sabbioso dove si possono ammirare stelle marine, pesci e polpi, non ci sono bar o stabilimenti ma solo la natura e quindi completamente incontaminata dalla civiltà. Inoltre lungo la spiaggia non mancano delle grotte dove cercare refrigerazione dalla giornata calda.

Foto: Sonia Reginelli

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