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Il Green deal europeo, un ruolo centrale per l’economia post covid-19

Il Green deal europeo, un ruolo centrale per l’economia post covid-19
Il Green deal europeo, un ruolo centrale per l’economia post covid-19

“Il mondo sta affrontando una crisi senza precedenti. In poche settimane, la pandemia covid-19 si è diffusa nel mondo provocando un’enorme tragedia umana e una battuta d’arresto economica di cui non abbiamo ancora visto il pieno impatto”. Con queste parole inizia il messaggio firmato dagli undici ministri dell’Ambiente dei Paesi dell’UE, tra cui l’italiano Sergio Costa, per chiedere che il Green Deal sia al centro della fase di ricostruzione resiliente nel post coronavirus. Il documento integrale è pubblicato in climate change news

Green deal, il documento

Ecco alcune dichiarazioni dei ministri dell’ambiente dell’Europa riportate nel documento: “Accogliamo con grande favore che i Capi di Stato e di Governo il 26 marzo abbiano invitato la Commissione a iniziare a lavorare su un piano globale di ripresa dell’Ue che comprenda la transizione verde e la trasformazione digitale. Chiediamo alla Commissione di utilizzare il Green deal europeo quale quadro di riferimento per questo esercizio e quindi di continuare il percorso di attuazione delle iniziative ivi previste”.

“Costruire un ponte tra la lotta contro il covid-19, la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici”, sono le parole dei ministri che sottolineano come il Green deal costituisce una nuova strategia di crescita per l’UE. Ribadiscono, inoltre, l’importanza di aumentare gli investimenti, in particolare nei settori della mobilità sostenibile, delle energie rinnovabili, delle ristrutturazioni degli edifici, della ricerca e dell’innovazione, del recupero della biodiversità e dell’economia circolare”.

“Le nostre società hanno chiuso i battenti, le frontiere sono chiuse, la disoccupazione è in forte aumento e le aziende stanno soffrendo. L’attenzione attualmente è concentrata sulla lotta alla pandemia e alle sue conseguenze immediate. Dobbiamo iniziare a prepararci per ricostruire la nostra economia e introdurre i necessari piani di ripresa che possano ridare all’Europa e ai suoi cittadini un progresso e una prosperità rinnovati e sostenibili. Nel fare ciò, dobbiamo ricordarci che la crisi climatica ed ecologica perdura e che lo slancio nel combattere questa battaglia deve rimanere una priorità dell’agenda politica”, come si legge nel documento.

Un importante obiettivo

La Commissione vuole presentare, entro settembre del 2020,  una valutazione di impatto per potere tagliare le emissioni di gas a effetto serra tra il 50% e il 55% rispetto ai livelli del 1990. Aumentare cioè l’obiettivo 2030 dell’UE prima della fine di quest’anno aderendo al calendario dell’accordo di Parigi, nonostante il rinvio di Cop26, che  avrebbe dovuto tenersi a novembre a Glasgow.

 “Non dobbiamo cedere alla tentazione di mettere in campo soluzioni a breve termine in risposta all’attuale crisi, che rischiano di bloccare l’Ue in un’economia dei combustibili fossili per i prossimi decenni. Dobbiamo invece rimanere determinati ad innalzare il target al 2030 dell’Ue entro la fine di quest’anno“, è quello che affermano i ministri europei.

Il Green Deal deve fare le scelte giuste al fine di rispondere alla crisi economica consentendo al contempo di trasformare l’Europa in un’economia sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico. I ministri quindi esortano a proseguire con tutti gli strumenti nell’agenda che impegna l’Ue a un obiettivo emissioni zero al 2050.

“Dobbiamo inviare un forte segnale politico al mondo e ai nostri cittadini, mostrando che l’Europa sarà leader e darà l’esempio anche in tempi difficili come quello attuale e aprirà la strada verso la neutralità climatica e l’attuazione dell’accordo di Parigi. Nello stesso spirito, un’azione tempestiva volta a proteggere e conservare la biodiversità deve costituire una parte fondamentale della nostra risposta alla crisi globale sanitaria e ambientale e un aspetto chiave allo scopo di assicurare la sopravvivenza e il benessere delle nostre società”, è la conclusione del documento.

Gli undici ministri firmatari
• Leonore Gewessler, federal Minister for climate action, environment, energy, mobility, innovation and technology of Austria
• Dan Jørgensen, Minister for climate, energy and utilities of Denmark
• Krista Mikkonen, Minister of the environment and climate change of Finland
• Sergio Costa, Minister of environment, land and sea of Italy
• Juris Pūce, Minister for environmental protection and regional development of the republic of Latvia
• Carole Dieschbourg, Minister for the environment, climate and sustainable development of Luxembourg
• Eric Wiebes, Minister of economic affairs and climate policy of the Netherlands
• João Pedro Soeiro de Matos Fernandes, Minister for environment and climate action of Portugal
• Teresa Ribera Rodríguez, fourth vice-president of the Government and Minister for the ecological transition and demographic challenge of Spain
• Isabella Lövin, Minister for environment and climate, and deputy Prime Minister of Sweden
• Elisabeth Borne, Minister for the ecological and inclusive transition of France

Articolo curato dalla redazione e realizzato con il contributo di Manola Testai.

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