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Una Fondazione per dare vita al MUVIN, EcoMuseo Internazionale del Vino di Verona

Una Fondazione per dare vita al MUVIN, EcoMuseo Internazionale del Vino di Verona
Una Fondazione per dare vita al MUVIN, EcoMuseo Internazionale del Vino di Verona, foto di Arthur Brognoli da Pexels

A Vinitaly, alla presenza del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia e dell’AD ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo Roberta Garibaldi, si è annunciata la nascita di una Fondazione, aperta alla partecipazione di enti, imprese, società, o gruppi di persone e che verrà istituita entro fine maggio, con l’obiettivo di supportare la realizzazione del MUVIN, l’EcoMuseo Internazionale del Vino di Verona

Il Veneto è la prima Regione d’Italia per produzione di vino e Verona detiene lo stesso primato rispetto a tutte le altre province d’Italia. È quarta in Italia per presenze turistiche, è considerata la capitale italiana del vino con vocazione internazionale anche per la sua Fiera Vinitaly, la più nota al mondo come fiera del vino italiano.

Logo per gentile concessione dell’Ufficio Stampa Giulia Buia – Comunicazione

Per queste ragioni si è deciso che sia il capoluogo scaligero la sede del nascituro MUVIN-EcoMuseo internazionale del Vino. Un progetto innovativo per dare visibilità e attenzione ad un prodotto vanto ed orgoglio italiano.

Il Comitato promotore del MUVIN-EcoMuseo internazionale del Vino di Verona ha annunciato nel corso di una conferenza stampa all’interno della fiera internazionale Vinitaly, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, la nascita della Fondazione MUVIN.

Questa verrà istituita entro fine maggio e si dedicherà a supportare il progetto di un museo 4.0 strutturato su percorsi e spazi esperienziali con focus sulle eccellenze dei vitigni italiani ed internazionali, sui cambiamenti climatici che ne influenzano la crescita, sui processi di trasformazione dell’uva in vino, sulle tipologie dei vini e sulle tecnologie green per la loro produzione.

All’interno dell’EcoMuseo MUVIN ci sarà spazio per presentazioni temporanee di vini italiani e internazionali, manifestazioni culturali in cui il vino incontra la musica, l’arte, la letteratura e la scienza, proposte educative e laboratori per i più giovani ma anche approfondimenti per esperti e ateliers esperienziali tematici. Dal vino degustato nell’apposita wine&food court a quello raccontato dai protagonisti del mondo wine e dai letterati nella Biblioteca Libreria dei vini.

Abbiamo l’idea di realizzare in Italia musei iconici del gusto – ha spiegato il Ministro Garavagliache nel resto del mondo sono già un’attrazione potente ed in questo senso è ottima l’idea di realizzare il Museo della Pizza a Napoli, così di un Museo del Vino proprio a Verona. C’è una voglia di Italia pazzesca nel mondo e anche gli italiani hanno un gran voglia di muoversi; quindi, dobbiamo guardare al futuro con grande ottimismo perché il Museo del Vino intercetterà questa nuova voglia di turismo”.

Da destra il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia e il Prof. Diego Begalli, Direttore del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona (Foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa Giulia Buia – Comunicazione)

Alla conferenza stampa hanno preso parte il Prof. Diego Begalli, Direttore del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona che guida il Comitato Promotore del MUVIN-EcoMuseo Internazionale del Vino di Verona e la Prof.ssa Roberta Garibaldi, AD di ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo per la quale “i musei del gusto affiancano all’azione di tutela ed interpretazione del patrimonio enogastronomico una funzione turistica come la Citè du Vin di Bordeaux, rinomato Museo della cultura del vino, che accoglieva prima della pandemia una media di oltre 400 mila visitatori l’anno.

La valorizzazione dei musei del gusto può concorrere a creare ulteriore valore per il territorio perché possono diventare hub poli-funzionali che favoriscono la scoperta del nostro Paese, strumenti privilegiati di informazione per un turista sempre più orientato verso un’offerta capace di mettere in rete le ricchezze enogastronomiche e culturali”.

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