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La pericolosissima norma che porta la caccia in città

La pericolosissima norma che porta la caccia in città
Foto di Paul Henri Degrande da Pixabay

 “Una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia”, così il WWF definisce l’emendamento alla Legge di Bilancio che stravolge la gestione faunistica italiana. Il provvedimento inserito nella Legge di Bilancio introduce una norma che consentirà la caccia nelle aree protette e nelle aree urbane, tutte le specie e per tutto l’anno

È pericolosissimo prevedere la possibilità di cacciare in città e in parchi e riserve naturali che sono frequentati da cittadini, escursionisti, bambini (magari impegnati in attività di educazione ambientale). Già oggi sono decine ogni anno le persone – anche del tutto estranee alla caccia – vittime di “incidenti” di caccia, figuriamoci cosa potrà accadere se si consentiranno battute di caccia nei nostri centri urbani.

Viene da chiedersi se i parlamentari che stanno votando a favore di questo provvedimento si rendano effettivamente conto di cosa stanno approvando e se sono pronti anche ad assumersene le responsabilità.  

Il provvedimento non ha alcuna giustificazione tecnico-scientifica e non è un caso che la norma ridimensioni fortemente il ruolo di ISPRA affidando direttamente la gestione faunistica ai cacciatori e ad organi regionali non ben identificati.

Viene ridimensionato anche il ruolo dei Carabinieri Forestali che diventa solo “eventuale” e ridotto a questioni tecniche e di coordinamento delle azioni di prelievo. 

Viene ignorata la recente riforma della Costituzione che oggi all’art. 9 tutela “la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”: Governo e Parlamento stanno abdicando a gestire la fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, affidandosi totalmente ai cacciatori. Siamo poi di fronte ad una palese violazione delle direttive e dei trattati europei che esporrà il nostro Paese a procedure d’infrazione che poi saremo tutti chiamati a pagare.

Si sta per introdurre nel nostro Paese una caccia senza regole mascherata da attività di controllo. Un’attività che peraltro non porrà alcun freno alla proliferazione dei cinghiali perché si continua ad insistere nell’errore di affidare ai cacciatori la gestione faunistica, nonostante sia stata proprio la caccia a determinare, prima, l’immissione dei cinghiali a scopo venatorio in tante parti d’Italia e, dopo, il loro aumento attraverso sistemi di caccia sbagliati che determinano il disgregamento dei branchi moltiplicando il successo riproduttivo. 

Dunque, è legittimo, e questo non solo a parere del Wwf, manifestare preoccupazione per unapproccio alla gestione faunistica che rischia in maniera, evidentemente, troppo caotica e pericolosa nel primo “Rambo” di turno, quello incauto però, non quello capace di contrapporsi a un sistema di massa e di potere, che si sente investitio di chissà qualce missione. A danno dell’ambiente, degli animali e sopratttuto delle persone che hanno in mente una ben diversa possibilità di convivenza con il pianeta e quello che ci offre.

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