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Labirinto della Masone, affascinante dedalo tra i bambù

Foto Pexels

Un labirinto di bambù, attraversando una foresta che pare di essere nel sud-est asiatico e che invece si trova a pochi chilometri da Parma, a Fontanellato. È il Labirinto della Masone, realizzato da Franco Maria Ricci, un’architettura verde, il più grande labirinto al mondo, che si snoda su otto ettari di terreno

Internamente troviamo circa 200 mila piante di bambù a conferire al periplo green questa “unicità”, piante appartenenti ad una ventina di specie diverse, che vanno dai 30 centimetri di altezza per arrivare sino a 15 metri. Il percorso è lungo oltre 3 chilometri, una camminata di raro effetto.

Franco Maria Ricci spiega così la sua idea del labirinto: “Io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un Giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo. La passione per il bambù – questa pianta elegantissima, ma così poco utilizzata in Occidente, e specialmente in Italia – mi suggerì la materia prima ideale”.

Il bambù è una pianta sempreverde, dall’eleganza inconfondibile, vigorosa, che cresce in maniera molto rapida. La sua forza è l’elevata fotosintesi che riduce l’anidride carbonica restituendo ingenti quantità di ossigeno.

All’interno del labirinto, tra le specie presenti troviamo il Phyllostachys bissetii, il bambù maggiormente usato per il Labirinto con un fogliame denso e morbido, particolarmente adatto ai climi rigidi, il Phyllostachys vivax Aureocaulis”, un bambù gigante che raggiunge i 15 metri d’altezza e che presenta delicate e rare striature verdi e il Phyllostachys Aureasulcata “Spectabilis” con i culmi alla base che hanno un particolare e curioso andamento a zig-zag.

La Fondazione Franco Maria Ricci ha fatto anche del bambù uno strumento importante per il recupero del paesaggio padano proponendo anche di mascherare con le piante i tanti capannoni presnti sul territorio.

Franco Maria Ricci spiega così la scelta del bambù: “C’è, sul retro della mia casa a Milano, una sorta di hortus conclusus, un giardinetto circondato da alte mura. All’inizio non sapevo che farne; poi, un giorno, un giardiniere giapponese, competente e gentile, mi suggerì di piantarci un boschetto di bambù. Per acquistare i pochi bambù che mi erano necessari andai in Provenza, dove scoprii la Bambouseraie d’Anduze. Si tratta di un vivaio che ospita circa 200 specie diverse di bambù, è la più grande piantagione in Europa. Nel mio giardinetto milanese i bambù crebbero subito rigogliosi. Mi stavo innamorando di quella pianta. Tornai alla Bambouseraie e questa volta i miei acquisti furono ingenti: avevo deciso di piantare un giardino di bambù sulle terre che circondavano la mia casa di campagna, a Fontanellato. Ancora una volta si trattò di un esperimento felice. Sino a quel momento il bambù non aveva alcun rapporto col Labirinto; poi un giorno ebbi una folgorazione: quella pianta mi offriva la materia prima ideale per costruirlo.”

Il colpo d’occhio è fantastico, una galleria verde dove filtra appena qualche raggio di sole. Tanto per essere tranquilli, visto che sempre di labirinto si tratta, all’entrata lo staff vi fornisce numero identificativo e telecomando per contattare qualcuno in caso di smarrimento. All’interno del dedalo, sono presenti alcuni punti con il numero di emergenza per fare in modo che non facciate la fine del Minotauro.

Il Labirinto della Masone è aperto tutti i giorni, inclusi i festivi. È chiuso il martedì e le festività del 25 dicembre e del 1 gennaio. L’orario di apertura è dalle 10.30 alle 19.00. La biglietteria è aperta fino alle 18.00. La visita non ha limite di tempo, ma è bene prevedere almeno un’ora e mezza per vedere il labirinto di bambù, le gallerie e le mostre temporanee.

Nei cinquemila metri quadri attorno al labirinto troviamo il Museo che raccoglie l’intera collezione di opere d’arte raccolte da Franco Maria Ricci in cinquant’anni, la Biblioteca, alcuni spazi per mostre temporanee, un Archivio e strutture turistiche che assicurano ogni comfort.

Da visitare anche la Corte Centrale e la Corte d’ingresso. E la torretta panoramica, da cui si può vedere il labirinto dall’alto. L’architettura e il dialogo ininterrotto tra le forme e i volumi non poteva che essere la caratteristica di un luogo così suggestivo. Accanto al Labirinto sorgono Il Bistrò, il Caffè e la gustosa Gastronomia parmigiana, sono affidate alle mani abili dello chef “stellato” Spigaroli.

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