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Le parole del 2020: tiriamo le somme e guardiamo con fiducia al 2021

Le parole del 2020: tiriamo le somme e guardiamo con fiducia al 2021
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ci siamo lasciati alle spalle il 2020, un anno che difficilmente dimenticheremo e che ricorderemo per i mesi difficili e tristi ai quali ci ha costretto. Ma è tempo di cambiare e di affrontare con speranza il futuro. Per fare questo può essere importante rinnovare anche il nostro vocabolario guardando con fiducia al 2021 e lasciandoci trasportare da una ventata di cauto ottimismo

Per questo Wiko, marchio franco-cinese che si occupa della produzione di smartphone, ha voluto lanciare all’interno della propria community di Instagram un sondaggio per conoscere quali sono state le parole usate e troppo spesso abusate nell’anno appena concluso.

Foto di Lisa Runnels da Pixabay

Ciò che emerge immediatamente con evidenza e soddisfazione riguarda l’interrogativo su quale fosse la parola su cui investire di più nel 2021. Ebbene la giovane community risponde per il 60% dei consensi con sostenibilità, accoppiata ad innovazione che segna un 40%. Una risposta chiara di come i temi ambientalisti e del futuro del pianeta inizino a rappresentare una priorità, tanto meglio se tra le giovani generazioni.

Ma trattando delle parole che meglio rappresentano l’anno della pandemia, non si può prescindere da lockdown, scelto dal 62% dei rispondenti. Da marzo a maggio, con una ripresa dopo l’estate, la chiusura di tante attività commerciali, ricreative e culturali ha davvero sconvolto l’anno, lasciando la parola DPCM con il solo 38% delle scelte.

Sorpresa, ma nemmeno poi tanta, sulla frase da cancellare. Tra marzo e giugno abbiamo vissuto la nostra esistenza, tra canzoni in balcone e pizze da sfornare, guidati da quell’Andrà tutto bene, pieno di speranza ma che, con il trascorrere dei giorni, è sempre più scaramanticamente apparso come “menagramo”. Per ben il 78% dei rispondenti Andrà tutto bene è assolutamente da eliminare.

Guardando alla parola maggiormente abusata scopriamo che trattasi di Smart Working, un’espressione che in inglese invero non esiste, e che ha coinvolto migliaia e migliaia di persone. Tra meeting e call da remoto, c’è chi l’ha amato permettendo maggiore flessibilità, chi meno sentendosi isolato e privato della socialità e del contatto umano, in entrambi i casi è stato sulla bocca di tutti. Smart Working è la più abusata per ben il 70% dei voti e si lascia ampiamente alle spalle l’acronimo tutto italiano Dad (didattica a distanza) fermo al 30%.

Quando si tratta di bannare e cancellare per sempre una parola o termine dal 2021, allora, la sfida si fa più dura. Secondo il sondaggio, distanziamento sociale supera solo di misura l’ansia da nuovo bollettino, con un testa a testa che si conclude con un 52% contro 48%. Pur con tutta la fiducia credo che si tratti di due termini che saremo ancora costretti ad ascoltare.

Cosa accade invece in ambito tech e social, i territori più vicini e affini al brand Wiko e al suo modo di comunicare? I rispondenti al sondaggio hanno richiesto al nuovo anno, con il 78% dei consensi, sempre più streaming e dirette social. Il podcast, fenomeno sempre più coinvolgente, si arresta al 22%.

Parlando di smartphone, non può non essere 5G l’espressione che per il 76% dei rispondenti della community Instagram di Wiko monopolizzerà il 2021. Rallentato dagli avvenimenti del 2020, il 5G sarà l’oggetto delle discussioni più accese del nuovo anno.

In una sola parola, infine, cosa ci riserverà questo 2021? Qui il panel si divide perfettamente a metà: sarà speranza per il 50% dei più ottimisti e incertezza per il restante 50% dei più cauti.

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