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Le polveri di Ponte Morandi

Foto di Huebert World da Pexels

Il 28 giugno il Ponte Morandi di Genova è stato demolito. Un evento spettacolare che non ha certo fatto dimenticare tutto il dolore legato alla  tragedia del 14 agosto 2018. Quasi un anno

Rimangono tante domande ancora senza risposte, detriti, polveri, monitorate dall’Arpal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, il cui direttore generale, Carlo Emanuele Pepe, ha spiegato a GPNews in dettaglio come sono avvenute le operazioni di misurazione.

“Le polveri sottili, PM10 e PM2.5 nello specifico, sono state misurate durante l’esplosione da strumenti in tempo reale, ovvero in grado di fornire i dati minuto per minuto. Sono stati affiancati agli strumenti convenzionali gravimetrici già presenti per il monitoraggio standard di cantiere”, dice Pepe e aggiunge: “Questi ultimi infatti costituiscono il metodo di riferimento a livello normativo ma necessitano dell’analisi in laboratorio dei filtri e quindi non consentono misure in tempo reale. Gli analizzatori di polveri in tempo reale messi in campo per l’esplosione, grazie anche alla collaborazione dell’Arpa Valle d’Aosta, hanno una caratteristica fondamentale: sono strumenti certificati ai sensi del  D.lgs 155/2010 (relativo alla qualità dell’aria, ndr), al pari dei campionatori gravimetrici. Questo vuol dire che la misura rispetta gli standard di qualità e affidabilità richiesti dalla normativa europea e nazionale. Tale certificazione è imprescindibile per il controllore pubblico, poiché attesta la correttezza e attendibilità quantitativa dei dati, che, ricordiamolo, restituiscono quantità di polveri sottili pari a un milionesimo di grammo in un volume di un metro cubo d’aria.

L’estrema precisione e affidabilità della misura in questi casi non è un dettaglio, ma un aspetto essenziale. Anche la scelta dei siti è stata oculata e ha consentito, insieme a quelli dell’ATI (l’associazione temporanea d’impresa del cantiere di Ponte Morandi), di coprire i quadranti a Nord e a Sud rispetto al ponte a due distanze diverse, una molto vicino all’esplosione (circa 100 metri) e una più lontano nelle zone più abitate”.

Che strumentazione è stata usata per la demolizione del Ponte?

Per la giornata della demolizione, Arpal ha installato i seguenti strumenti in tempo reale: • 2 strumenti ottici con misura minuto per minuto di PM10 e PM2.5 (a valle della pila 11 all’interno del cantiere in via del Campasso, a nord della pila 10 sull’edificio di formazione della Rfi, in collaborazione con Arpa Valle d’Aosta); • 1 strumento ad assorbimento raggi beta con misura oraria di PM10 e PM2.5 (a nord della pila 10 nel mezzo mobile a Certosa in via della Pietra); • 1 strumento ad assorbimento raggi beta con dato orario di PM10 e PM2.5 (a valle della pila 11 in Piazza Masnata).

La strumentazione in tempo reale ha consentito di monitorare perfettamente l’esplosione, anche in relazione al cambio di vento che, pur debole, ha girato dai quadranti settentrionali a quelli meridionali.

Relativamente ai limiti normativi con i quali occorre confrontare le misure, è bene ricordare che la normativa non prevede valori di soglia istantanei, ovvero limiti di concentrazione da non superare ogni minuto o ogni ora.

Riconosce piuttosto come critici dei superamenti ripetuti e/o sul lungo periodo, da valutare nel corso di un intero anno di esposizione, ovvero definisce come critici valori che: per un dato numero di giorni in un anno hanno superato un certo valore giornaliero (per il PM10: 50 microgrammi/metro cubo giornalieri superati più di 35 volte in un anno); hanno una media annuale, quindi calcolata su 365 giorni, elevata (per il PM10 e PM 2.5 rispettivamente 40 e 25 microgrammi/metro cubo). Per il monitoraggio dell’esplosione quindi è stato cruciale poter stabilire in tempo reale se e quando si fossero ristabilite le condizioni ante-esplosione, cosa che è avvenuta subito dopo.

Come procede il monitoraggio delle polveri del Ponte?

Con domenica 7 luglio si è conclusa la fase di monitoraggio di qualità dell’aria ‘dedicata’ all’esplosione. Riprende ora, potenziata, l’attività di monitoraggio standard del cantiere, che continuerà comunque ad avvalersi di alcuni punti di misura in tempo reale.

Quali sono gli elementi presenti? Ci sono sostanze potenzialmente pericolose per la salute?

Arpal continua a controllare il monitoraggio di ATI e ad eseguire propri monitoraggi, come sopra esposto, in qualità di ente tecnico per la valutazione della qualità dell’aria ambientale, verificando eventuali superamenti dei limiti di legge sopra richiamati. Oltre alle polveri sottili, parte dell’attività della nostra Agenzia è dedicata alla ricerca di eventuali fibre di amianto aerodisperse: l’aria è stata campionata in diverse postazioni ed i filtri non hanno portato a positività.  Ovviamente le conseguenti valutazioni di tipo sanitario, distinte per l’area di cantiere e per l’ambiente di vita, sono in capo alla Asl.

Fino a quando le polveri, secondo le previsioni, stagneranno nell’aria?

Le opere di mitigazione attuate, prima, durante e dopo l’esplosione hanno permesso di contenere il fenomeno di dispersione. L’uso del bagnamento, sia durante l’esplosione sia nelle usuali attività di cantiere, è la principale tecnica per contenere la produzione di polveri. Ovviamente le piogge naturali così come la circolazione atmosferica sono fenomeni che agevolano l’abbattimento delle concentrazioni di polvere.

Voi siete gli unici ad occuparvi di questo tipo di monitoraggio?

Con Arpal anche ATI ha collocato proprie centraline i cui dati vengono, a loro volta, verificati da Arpal e pubblicati sul sito commissariale.

I dati relativi al Ponte Morandi sono poi elaborati da voi o vengono inoltrati ad altri organismi?

Arpal verifica quotidianamente l’affidabilità dei valori misurati (e li ha verificati minuto per minuto durante l’esplosione, rendendoli immediatamente disponibili ai tavoli decisionali di Commissario e Prefettura). Ha quindi pubblicato sul proprio sito relazioni quotidiane dedicate al post-esplosione e ora prosegue la pubblicazione di report settimanali dedicati al monitoraggio di cantiere. Tali report sono completi di  grafici di confronto anche con altri siti dell’area cittadina, utilissimi per dare un’idea dell’eventuale scarto rispetto ai valori tipo in altre zone di Genova.

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