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Mascherina si o mascherina no: questo è il dilemma

Mascherina si o mascherina no: questo è il dilemma
Foto di Vesna Harni da Pixabay

Mascherina si o mascherina no? Sono controverse le disposizioni da parte dell’OMS e dei virologi che spesso vengono intervistati. E se su una cosa l’OMS e tutti i medici sono d’accordo e cioè che per prevenire il rischio di infezione da Coronavirus è prioritario curare l’igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie, quando poi si va nel dettaglio e si cerca di capire cosa si intende per curare le secrezioni respiratorie si crea una doppia autorevole opinione che ha mandato in crisi tutti noi.

I virologi di tutta Italia chiamati a dare pareri raccomandano a tutti di indossare le mascherine per uscire di casa ma l’OMS ne raccomanda l’utilizzo solo a persone malate e a sanitari che sono a contatto o che assistono pazienti conclamati. Come dobbiamo comportarci?

Il contagio

La risposta è da rintracciare in un dato che si sta evidenziando in queste ultime settimane e che riguarda l’insidiosa contagiosità dei soggetti in incubazione che risultano asintomatici per almeno 14 giorni. In questo periodo di incubazione si stima che una persona può infettare almeno altre 18 persone liberando il virus nell’aria o intaccando le superfici con cui viene a contatto.

Il virus infatti sopravvive e si diffonde nell’aria all’interno di goccioline di saliva e si deposita nelle superfici quando incontra un substrato organico invisibile ad occhio nudo dentro il quale sopravvive e dal quale viene protetto per alcuni giorni.

Esistono due tipi di goccioline di saliva cosiddette contagiose: un aerosol molto fine emesso con la respirazione che evapora dopo pochi secondi, uccidendo qualsiasi virus al suo interno e goccioline più grandi emesse parlando o con un colpo di tosse o uno starnuto che percorrono una distanza di circa un metro e mezzo prima di depositarsi a terra per gravità.

Il rischio

Ed ecco spiegato perché è considerato molto alto il rischio di avvicinarsi ad una persona malata. Queste particelle infatti possono arrivare direttamente alle mucose orali, olfattive o oculari dell’altra persona infettandola. Ciò giustifica la necessità decretata di evitare gli assembramenti e i contatti diretti tra le persone in modo che l’aerosol fine evapori prima di raggiungere chi sta vicino a noi e che le particelle più grandi cadano a terra prima di raggiungerci.

Ecco perché all’aria aperta, in macchina da soli o anche in ambienti chiusi con aria ferma con poche persone e rispettando la distanza di sicurezza maggiore di un metro, non è necessario indossare le mascherine di alcun tipo.
Ciò non vale per ambienti come il supermercato perché c’è il rischio che le distane non vengano rispettate mentre vale per spazi chiusi come gli ascensori perché anche vi fosse appena transitata una persona malata non sono più presenti particelle contagiose nell’aria perché evaporate.

Ecco come spiegare l’apparente contraddizione tra le affermazioni dei virologi intervistati e le disposizioni dell’OMS: dobbiamo considerarci tutti come dei potenziali malati a causa del periodo di incubazione e tutti possibili trasmettitori del virus. Quindi è lecito indossare tutti le giuste protezioni nel modo e nelle situazioni corrette.

Si, perché il pericolo vero non è di essere contagiati ma di contagiare gli altri senza sapere di essere positivi.
Le indicazioni su come usare le mascherine si sprecano in video tutorial, indicazioni ufficiali e meme social che a volte ci rendono più leggera la situazione che stiamo dolorosamente affrontando. Ma hanno anche creato un ulteriore dubbio su quale mascherina è meglio utilizzare.

Mascherina, la più indicata allora?

Tutti ci chiediamo se è più efficace la mascherina chirurgica oppure quelle cosiddette per la protezione delle vie respiratorie, classificate a seconda dell’efficienza purificante in FFP1 (normalmente utilizzata come antipolvere), FFP2 o FFP3 che si differenziano per la capacità filtrante dell’aria in entrata.

Ricordiamoci che coprire naso e bocca con una mascherina serve per evitare che le goccioline non si allontanino dal soggetto malato contagiando il prossimo perché il vero pericolo non è di essere contagiati ma di contagiare noi stessi l’altro ed è fondamentale che questi dispositivi siano costruiti nel rispetto delle norme vigenti e acquistati solo se correlati del marchio CE, seguito dal numero dell’ente di controllo che ne legittima la vendita.

La mascherina chirurgica, ha per costruzione, la capacità filtrante per l’aria in uscita riuscendo a trattenere le particelle emesse con un colpo di tosse o con il respiro ma è scarsamente efficace per l’aria in entrata. Al contrario le FFP filtrano per costruzione molto bene l’aria in entrata e per niente quella in uscita, ma per facilitare la respirazione e ridurre il riscaldamento del respiro hanno davanti una valvola che non è un filtro e che lascia uscire l’aria non filtrata. Ecco perché tali mascherine FFP sono sconsigliate a pazienti infetti o che potrebbero essere portatori del virus in incubazione.

La scelta corretta e come indossarle

La scelta corretta per uscire di casa è dunque quella della mascherina chirurgica perché assorbe le esalazioni ed impedisce la diffusione del virus. Lo ripetiamo, siamo tutti potenzialmente contagiosi e non dobbiamo trasmettere il virus al prossimo.

Lasciamo dunque le FFP2 e FFP3 al personale sanitario perché oramai le mascherine sono diventate un bene prezioso e poco reperibile, praticamente introvabile alla popolazione ed è per questo che se ne raccomanda l’uso solo in situazioni corrette,e senza sprecarle.

Inoltre l’utilizzo dei dispositivi FFP sappiano che per essere efficace deve essere accompagnato dall’utilizzo di occhiali di protezione, come infatti avviene negli ospedali e utilizzare queste mascherine impropriamente aumenta il rischio di contagio per la parte delle mucose oculari.

Il modo corretto di utilizzare le mascherine chirurgiche è quello di indossarle solo dopo aver accuratamente lavato le mani per almeno 30 secondi con il sapone oppure con una soluzione alcolica al 75%; vanno indossate allungandole bene sul naso e sul mento, modellando il ferro nasale in modo da farla aderire bene al viso.

Mentre si indossa è fondamentale non toccare mai la parte esterna neanche per sistemarla meglio perché si rischia di contaminarla e di contaminare le mucose nasali e oculari; si sfila dal viso toccando solo gli elastici e deve essere smaltita all’interno di una busta di plastica ben chiusa e rimessa nella raccolta indifferenziata. Salvo avere la possibilità di smaltirla correttamente nei contenitori dei rifiuti speciali ospedalieri.

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