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Panamericana: on the road dall’Alaska fino alla Terra del Fuoco

Panamericana: on the road dall'Alaska fino alla Terra del Fuoco
Photo Credit: Deposiphotos

La Panamericana è di molto “oltre” la mitologia simbolica di Capo Nord. Un viaggio inevitabilmente caratterizzato da un metafisico “Pathos delle distanze”.

Panamericana è la strada che collega l’Alaska all’Argentina. Uno di quei viaggi che una volta riusciti a realizzare, potremmo definirci  autentici ”viaggiatori”. “Non le moltitudini transumanti che profanano ogni luogo sacro”, come amava definirle Nicolas Gomez Davila, reazionario e antimoderno scrittore contro il mondo, autentico “Compagno di solitudine” (a proposito di Compagni di solitudine, da leggere il bellissimo libro di Stenio Solinas, dal titolo omonimo, “per una educazione intellettuale”). Percorrendo la Panamericana ci si attesterà come nostalgici di una visione meno turistica ma “isolazionista”, dal caos e dalla gente.

La Panamericana è un sistema di strade integrate lungo circa 28 mila chilometri.  Attraverso queste strade il punto più a nord, l’Alaska, viene collegato con il punto più a sud, l’Argentina e la Patagonia.

Negli ultimi anni l’Alaska è diventata una meta particolarmente popolare per i viaggiatori animati dal “sacro fuoco” della Wanderlust. In Alaska non troviamo solo parte del “wild” di Jack London. Troviamo anche Christopher McCandless che nell’ultimo periodo della sua vita si trova in Alaska col suo Magic Bus. Un itinerario che passa per almeno 20 Stati, 10 ecosistemi diversi, un viaggio che nel passato hanno fatto uomini come Che Guevara e, per tornare a lui, Bruce Chatwin.

Panamericana: la storia di un percorso leggendario

Panamericana, dunque, significa avventura vera, anche per gli stati che si attraversano e i luoghi, alcuni abbastanza a rischio, dove ci si conduce. La Panamericana nasce con la Convention on the Pan-American Highway nel 1937. Si tratta di una convenzione a cui appongono la firma Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Perù, Canada e USA.

La Panamericana, in origine era una rete ferroviaria, è stata realizzata in parte nella prima metà del Novecento. Intorno agli anni Cinquanta la tratta principale era già segnata. Oggi il tracciato della Panamericana è segnalato e percorribile in tutta la sua lunghezza, anche se sono presenti alcune deviazioni e alcuni rami “non ufficiali” nel suo percorso dall’America del Sud a quella Settentrionale e viceversa.

Una rete viaria tra le più iconiche al mondo che rappresenta una sfida per chi decide di mettersi alla prova con un viaggio indimenticabile (da non farvi mancare anche l’America in treno, altra esperienza esaltante). Fondamentale, prima di mettersi in viaggio, preparazione fisica adeguata e il contatto diretto con tutte le amministrazioni turistiche locali per poter viaggiare in sicurezza.

Si parte da Prudhoe Bay

Partendo dall’Alaska, si scende lungo la costa dell’Oceano Pacifico e si arriva fino alla mitica Ushuaia, il punto più estremo del Sud America, questo il tragitto. L’itinerario ufficiale, come potete vedere dalla cartina inserita in questo contributo, ha inizio da Prudhoe Bay, uno dei luoghi più a Nord del mondo, a una latitudine superiore a quella dell’Islanda, tanto per intenderci.

Da Prudhoe Bay che rappresenta “l’incipit” della Pan-American Highway si attraversa tutta l’Alaska per arrivare al confine con il Canada. Qui si passa per Edmonton, città dove il percorso propone un bivio: passare vicino ai Grandi Laghi Americani e per gli stati centrali degli USA (in giro per per Minneapolis e Dallas) oppure passare per Calgary e scendere attraverso le meraviglie naturali del Colorado e dell’Arizona. Entrambi i percorsi arrivano a Sant’Antonio in Texas.

Dal Texas al canale di Panama

Passato il confine del Texas, si arriva in Messico e da Nuova Laredo ha inizio la tratta originale della Panamericana. Si passa per Monterrey e Città del Messico. Da qui si passa in Guatemala e si arriva a El Salvador. Per la prima volta si potrà ammirare l’Oceano Pacifico. Si passa poi in Honduras ad Amatillo, poi in Nicaragua prima di entrare in Costa Rica attraverso Peñas Blancas. A Panama si entra attraverso il Paso Canoas in direzione del celebre Canale di Panama.

Il Canale di Panama collega il centro-nord America al Sud America. Vicino al confine con la Colombia, il percorso si interrompe. Mancano 100 km che si dovranno percorrere su strada sterrata. Successivamente si attraversa l’Ecuador con la Ecuador Highway 35, poi tutto il Perù, attraversando il confine a tra Arica e Tacna, con la Peru Highway 1.

Da Valparaiso a Buenos Aires

In Cile l’approdo è a Valparaiso, una delle città allo stesso tempo più romantiche e contraddittorie del Cile. Paesaggi bellissimi vengono interrotti da urbanizzazioni sfrenate e sobborghi dove la popolazione vive in condizioni di estrema povertà.

In Cile, la Panamericana porta fino a Santiago. Poi è possibile optare tra due soluzioni: continuare dritti verso sud fino a Quellon senza poi continuare in Argentina perché non ci sono strade che permettono di farlo. O anche seguire il percorso originale della Panamericana per uno splendido coast-to-coast del Sud America.

Dopo aver percorso oltre 15.000 km sulla costa occidentale del continente, si arriva all’ultimo tratto del viaggio arrivando a Buenos Aires. Nella capitale argentina non potrà mancare una serata ad ammirare i ballerini di tango che si esibiscono nei popolari locali del quartiere La Boca – qui non perdete il museo delle cere di calle de Caminito e lo stadio del club calcistico Boca Junior, La Bombonera – e prima di rimettersi in viaggio fare una scorta di mate, la leggendaria bevanda energetica argentina, bevuta nella celebre zucca rotonda.

Da Buenos Aires si può percorrere tutta l’Argentina fino alla città più a sud del mondo, Ushuaia, dove termina la Panamericana. Ushuaia, nella Terra del Fuoco Argentina, è la leggendaria località tra l’Oceano e la gelida pampa dell’entroterra.

Ushuaia è una terra di confine (la rinomata “fine del mondo”) caratterizzata da incredibili paesaggi sferzati dai gelidi venti antartici, dalla suggestiva foresta subpolare Magellanica e dalle grandi colonie di pinguini che abitano le spiagge appena fuori dal centro urbano. Prima di partire non bisogna perdersi il Museo della fine del mondo, dedicato alla storia e all’ambiente della Terra del Fuoco estremo lembo dell’America meridionale. Arrivati a Ushuaia, ci si potrà fermare a guardare l’orizzonte e dire: io ci sono, il mondo è bello, nonostante le sue asperità.

Photo Credit: Depositphotos.

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