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Problema carburanti, la soluzione arriva dall’Hydrometano?

Problema carburanti, la soluzione arriva dall’Hydrometano
Foto di Roman da Pixabay

Comunemente nota come “hydromethane“, questa miscela può fornire un’alternativa pulita ai combustibili fossili convenzionali, una rivoluzione verde.

Per valutare il potenziale dell’Hydrometano è fondamentale però la comprensione delle sue implicazioni scientifiche e tecnologiche.

Il prof. Marco Mele, accademico della SFBM (gruppo GSE) a tal proposito spiega l’importanza di tale nuovo vettore energetico.

Hydrometano, le parole del prof. Marco Mele

L’idrogeno è l’elemento chimico più abbondante dell’universo, ma è raramente presente in forma pura sulla Terra. È quasi sempre combinato con altri elementi, per esempio nell’acqua (H2O)”.

“Tuttavia, l’idrogeno può essere prodotto da varie fonti di energia, inclusi i combustibili fossili e le energie rinnovabili. Una volta prodotto, l’idrogeno può essere miscelato con il metano per formare un combustibile per l’autotrazione. Dal punto di vista scientifico, la combinazione di idrogeno e metano può essere molto vantaggiosa.

“L’idrogeno – prosegue Meleha un’alta densità energetica per unità di massa, il che significa che può fornire grande quantità di energia rispetto alla sua massa. Questo rende l’idrogeno un combustibile molto efficiente. D’altra parte, il metano (il principale componente del gas naturale) ha una densità energetica relativamente alta per unità di volume, che consente di immagazzinare e trasportare grandi quantità di energia in un piccolo spazio. Quando l’idrogeno e il metano sono miscelati, formano un combustibile che combina i vantaggi di entrambi. Il metano fornisce una densità energetica voluminosa, mentre l’idrogeno con la sua alta densità energetica per massa potenzia l’efficienza complessiva del combustibile”.

“Importante notare – continua Marco Meleche la miscela di idrogeno e metano quando viene bruciata produce acqua ed emissioni di CO2 che sono generalmente inferiori rispetto ai combustibili fossili convenzionali. Tuttavia, l’uso dell’idrogeno come combustibile presenta alcune sfide tecnologiche. Per esempio, l’idrogeno ha una larghissima gamma di limiti di infiammabilità e richiede un’elevata energia di innesco, aspetti che possono causare problemi di sicurezza. Inoltre, l’idrogeno può provocare il fenomeno della fragilità dell’idrogeno nei metalli, che può ridurre la durata di motori ed equipaggiamenti”.

“Nonostante queste sfide il progresso tecnologico e la ricerca scientifica stanno avanzando rapidamente verso nuove soluzioni. Nuovi materiali resistenti alla fragilità dell’idrogeno sono in fase di sviluppo e i progressi nella tecnologia delle celle a combustibile stanno apportando miglioramenti nell’efficienza e nella sicurezza dell’uso dell’idrogeno.

“La miscela di idrogeno e metano per l’autotrazione può fornire una soluzione sostenibile ed ecologica alle sfide energetiche del futuro, nonostante le sfide tecniche presenti.

Una migliore comprensione delle implicazioni scientifiche e una continua innovazione tecnologica saranno essenziali per realizzare il pieno potenziale di questo interessante mix di combustibili”– conclude il prof. Mele.

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