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Quali sono i vari tipi di rifiuti industriali?

Quali sono i vari tipi di rifiuti industriali?
rifiuti industriali

L’avvento dell’industrializzazione ha portato con sé tutta una serie di effetti che hanno impattato sia sul mondo produttivo che sull’ambiente. Ogni percorso che porta alla creazione di nuovi prodotti parte dell’uso di materiali che solo in parte entreranno concretamente a far parte del lavorato finale. Il resto va a finire tra quegli scarti di produzione, spesso radioattivi e nocivi per la salute umana, che possono essere difficili da riciclare.

Il termine rifiuto industriale si riferisce a ogni tipo di sostanza, sia essa liquida, solida o gassosa, che rimane al termine dell’attività di produzione su base industriale, e per il quale non è previsto alcun tipo di strategia tesa al suo smaltimento o riciclo.

La gestione dei rifiuti industriali è uno dei pilastri dell’impegno di Procter & Gamble in materia di sviluppo eco-compatibile, spinto dall’introduzione di packaging ecosostenibili, dal progetto Zero Scarti in discarica, passando per tutte le soluzioni efficaci per il riciclo della plastica e dei pannolini.

L’obiettivo dell’azienda sin dal 2010 è stato quello dell’azzeramento dei rifiuti di produzione e di consumo, con una riduzione drastica dei conferimenti in discarica. In sostanza, si punta al riutilizzo totale di quei materiali che non vengono convertiti durante il processo produttivo. Oggi gli stabilimenti di P&G non inviano scarti di produzione in discarica.

Le categorie principali di rifiuti industriali sono quattro, ma al loro interno possono confluire materiali che hanno la necessità di essere trattati in maniera molto diversa.

E proprio per l’esigenza di trovare soluzioni adeguate al loro smaltimento o per il riutilizzo, è importante capire quale sia la loro natura. Ecco quali sono.

Rifiuti liquidi

I rifiuti liquidi possono essere prodotti sia in ambito domestico che industriale. I processi industriali hanno la necessità di utilizzare enormi quantità di acqua e di altri liquidi che possono entrare in contatto con sostanze nocive, radioattive, organiche, chimiche, e altra acqua piovana o sporca.

Questo comporta che i liquidi di produzione portino con sé una quantità indefinita e indefinibile di agenti potenzialmente inquinanti che una volta riversati nei mari e fiumi, possono causare veri e propri disastri a livello ambientale. I poli produttivi devono installare degli impianti per il trattamento di questi liquidi per evitare che questi vadano a impattare sugli ecosistemi e sulle popolazioni delle zone limitrofe. 

Rifiuti solidi

In questa categoria vanno ricompresi materiali come carta, plastica, legno, packaging, metalli e così via, che non sono più utili al termine di un determinato processo produttivo. Quello che può essere considerata una materia prima per un settore, può essere considerato rifiuto per un altro.

Per questo buona parte di questi materiali viene conferita ad impianti appositi per essere riutilizzati o riciclati. Questo tipo di pratiche possono davvero ridurre drasticamente i costi di gestione dei rifiuti e possono garantire una soluzione efficace contro la dispersione degli stessi nell’ambiente.

Rifiuti chimici

La gran parte delle attività industriali producono rifiuti di origine chimica che possono essere infiammabili, corrosivi e tossici. Lo smaltimento di questo tipo di rifiuti deve essere gestito da professionisti vista la loro pericolosità per l’uomo, per gli animali e per il mondo vegetale.

Con le preoccupazioni sempre crescenti sull’impatto dell’attività industriale sull’ambiente che ci circonda, tutte le attività di produzione industriale devono rispettare protocolli e standard precisi e particolarmente severi per limitare al massimo i rischi per la nostra salute. 

Rifiuti tossici

Buona parte dei rifiuti generati dall’industria, compresi quelli di ospedali, autofficine, e impianti chimici, sono tossici e pericolosi. Se non trattati in maniera adeguata questi possono quindi creare seri guai alla salute e produrre danni ambientali difficilmente sanabili.

Ecco perché esistono degli standard e delle procedure che indicano in maniera precisa il percorso da seguire per il loro smaltimento attraverso strutture specializzate e autorizzate

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