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Aiutiamo le spiagge italiane a “liberarsi” dalla plastica

Aiutiamo le spiagge italiane a "liberarsi" dalla plastica
Foto Pixabay

Il programma di monitoraggio previsto dalla Strategia Marina del Ministero dell’Ambiente eseguito dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e  dal Snpa (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) ha evidenziato come ormai la plastica abbia invaso i litorali italiani e i nostri mari: su 64 spiagge monitorate tra il 2015 e il 2017 infatti la media dei rifiuti ritrovati ogni 100 metri lineari di spiaggia ha superato le 777 unità, per un totale di 180.000 oggetti spiaggiati, l’80% dei quali in plastica, tra cui bottiglie e sacchetti, contenitori per alimenti, cassette per il pesce in polistirolo e lenze da pesca in nylon

Nei fondali marini la situazione non è migliorata, visto che sono stati rinvenuti tra i 66 e i 99 rifiuti per kmq, composti perlopiù di plastica anche in questo caso (77%): un’emergenza amplificata dalle indagini condotte su un campione di 150 esemplari di tartarughe Caretta Caretta spiaggiate in Italia, di cui il 68% presentava plastica ingerita con una media di 12 oggetti per animale, praticamente tre tartarughe su quattro.

Non è andata meglio nemmeno sulla superficie dei nostri mari, dove i rifiuti hanno continuato a galleggiare con una densità media di 3 oggetti per kmq: il problema non riguarda solo i macrorifiuti, ma anche i microrifiuti, cioè quelli di dimensioni inferiori a 5 mm, tanto è vero che è possibile stimare che circa 28 miliardi di particelle galleggino nelle acque intorno all’Italia, in quanto la densità delle microparticelle rilevate è maggiore a 175mila per kmq.

Il monitoraggio inoltre ha posto l’attenzione sulla continua invasione delle specie aliene nei nostri mari: si stima infatti che ci siano almeno 250 specie non indigene, di cui il 68% ormai “con fissa dimora” lungo le nostre coste, che rischiano di provocare danni ecologici, economici e alla salute umana, nonché alla biodiversità.

L’Associazione ForumAmbientalista auspica che le attività di studio e controllo sullo stato di qualità degli ambienti marini siano un primo significativo passo per affrontare poi sistematicamente le criticità intervenendo con provvedimenti normativi sostenibili e campagne di sensibilizzazione che rispettino l’ecosistema marino.

A questo proposito ForumAmbientalista saluta con favore l’introduzione del Ddl SalvaMare, che permette ai pescatori di portare a riva la plastica raccolta con le reti durante le battute di pesca e la campagna #PlasticFreeChallenge per rispondere all’allarme dei rifiuti in mare, dove in particolare il 95% dei rifiuti in mare aperto, oltre 150 milioni di tonnellate, è proprio di plastica.

Foto: Pixabay

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