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“Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone”, l’arte giapponese tra Seicento ed Ottocento in mostra a Roma

“Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone”, l’arte giapponese tra Seicento ed Ottocento in mostra a Roma
Katsushika Hokusai: Veduta del tramonto presso il ponte Ryōgoku dalla sponda del pontile di Honmaya, per gentile concessione dell'Ufficio Stampa

Filo conduttore del percorso espositivo è il filone artistico conosciuto come Ukiyoe, parola giapponese che letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”.

“Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone” è una mostra, visitabile da martedì 20 febbraio a domenica 23 giugno presso il Museo di Roma a Palazzo Braschi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e coprodotta e organizzata dalla Sovrintendenza Capitolina e da MondoMostre, con il supporto di Zètema Progetto Cultura.

A cura di Rossella Menegazzo, l’esposizione propone un percorso nell’arte giapponese tra il XVII e il XIX secolo attraverso centocinquanta capolavori provenienti dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova e dal Museo delle Civiltà di Roma, firmati dai maestri del periodo Edo (che va dal 1603 al 1869), tra cui Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, di cui verrà presentata anche la Grande Onda di Kanagawa, Keisai Eisen e la grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada.

Filo conduttore del percorso espositivo è il filone artistico conosciuto come Ukiyoe, parola giapponese che letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”.

Affermatosi a partire dalla metà del Seicento, l’Ukiyoe porta al centro dell’attenzione il mondo contemporaneo giapponese del tempo legato alla nascita delle città, di nuove classi sociali, gusti e mode, che i maestri contribuiscono a diffondere insieme a nuovi valori estetici, educativi e culturali omogenei in tutto il Paese.

La forte influenza esercitata dall’arte giapponese e dall’Ukiyoe sulla cultura occidentale di fine Ottocento e inizio Novecento è restituita in mostra attraverso il racconto dell’esperienza unica di due artisti italiani, lo scultore Vincenzo Ragusa e l’incisore Edoardo Chiossone.

Katsushika Hokusai: La Grande Onda presso la costa di Kanagawa, per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

Invitati entrambi dal governo giapponese Meiji di fine Ottocento come formatori e specialisti nei primi istituti di grafica e arte, furono figure-chiave nello sviluppo delle prime professioni artistiche di stampo occidentale, insieme ad Antonio Fontanesi per la pittura e Giovanni Vincenzo Cappelletti per l’architettura.

La conoscenza profonda del Giappone nei lunghi anni di permanenza permise loro di diventare anche collezionisti, formando due tra i più importanti nuclei di arte orientale in Italia, oggi conservati presso il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e al Museo delle Civiltà di Roma.

In mostra la presenza italiana in Giappone di fine Ottocento e l’affascinante aspetto del collezionismo orientale in Italia sono anche testimoniati da alcuni pezzi appartenenti al Museo delle Civiltà di Roma, acquisiti da Luigi Pigorini e appartenuti al primo Console italiano in Giappone Cristoforo Robecchi e al conte Enrico di Borbone, conte di Bardi, gran parte della cui collezione è oggi al Museo d’Arte Orientale Venezia.

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