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Umani e amici a quattro zampe, storie di felicità e la scienza lo conferma

Foto di Sven Lachmann da Pixabay

Avere un “amico peloso” significa prima di tutto prendersene cura nel modo giusto. Alimentazione, tempo e attenzioni di ogni tipo rappresentano un impegno importante che va preso con coscienza

Una volta con noi, però, la relazione che nasce con il nostro “quattro zampe” è incredibile, un dare e avere che ripaga di ogni altro “sacrificio” e che insegna la responsabilità, l’amore e l’amicizia.

I livelli di ossitocina e cortisolo negli esseri umani e nei propri cani sono associati a modelli comportamentali

Anche gli scienziati indagano sulla gioia donata da un animale domestico. In alcune società, per esempio, i cani sono diventati un punto centrale della vita familiare e possono essere visti a tutti gli effetti come membri della famiglia. La relazione di attaccamento tra un proprietario e il suo cane può essere considerata funzionalmente simile a quella tra un genitore e un figlio.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, l’interazione tra un essere umano e il proprio “Fido” si traduce in livelli crescenti di ossitocina sia nel proprietario sia nel cane. La ricerca ha messo in luce livelli elevati di ossitocina sia negli esseri umani sia nei cani e bassi livelli di cortisolo nei proprietari, questi ultimi associati a una descrizione della relazione proprietario-cane come piacevole, interattiva e poco problematica.

Nello svolgimento dei test, “i proprietari e i cani — dichiarano i ricercatori — potevano percepire reciprocamente lo stato emotivo dell’altro”. L’interazione ha indotto il rilascio dell’ormone ossitocina, che può facilitare e stimolare le interazioni sociali amichevoli, indurre effetti antistress e ansiolitici e aumentare la fiducia.

Pet Face, meccanismi alla base delle relazioni uomo -“quattro zampe”

Ma non è tutto. I tratti del viso e i segnali facciali, in particolare lo sguardo, sarebbero fattori influenti nella percezione umana degli animali e nella regolazione del legame umano con le specie animali da compagnia, in particolare i cani.

Ad affermarlo una interessante review sul tema, che spiega come la preferenza per gli animali con caratteristiche particolari emerga molto presto durante lo sviluppo. Nello specifico, “i bambini di appena 3 anni sembrano essere attratti e mostrare attenzione visiva preferenziale per le facce che conservano le caratteristiche infantili”.

Secondo gli esperti, questa e altre prove simili suggeriscono che la presenza di tratti neotenici sia fisici sia comportamentali nelle specie animali più comuni potrebbe essere in parte responsabile della nostra attrazione per gli amici a quattro zampe e costituire una guida motivazionale per prendersene cura.

Durata del legame e ambiente facilitano il contagio emotivo dagli umani ai cani

È possibile un contagio emotivo fra uomo e cane? I cani (Canis familiaris) convivono con gli esseri umani da oltre 30.000 anni e hanno acquisito doti comunicative. Probabilmente, a seguito del processo di domesticazione, hanno appreso la capacità di leggere le emozioni umane, quindi è fattibile che ci possa essere contagio emotivo tra noi umani e questi adorabili quattro zampe.

Uno studio, condotto in Giappone e pubblicato lo scorso luglio, confermerebbe questa teoria. Gli scienziati hanno scoperto che il contagio emotivo può essere trasferito dal proprietario al cane e che la sua efficacia dipende dalla durata del tempo condiviso con il proprio “Fido”. L’esistenza di tale contagio tra uomo e cane, inoltre, può contribuire alla convivenza.

In questa ricerca, scrivono i membri del team di lavoro, “abbiamo testato l’ipotesi […] secondo cui il contagio emotivo si è teoricamente evoluto attraverso la condivisione dell’ambiente […]”. I risultati supportano pienamente questa teoria: i cani e i loro proprietari sono geneticamente distanti, ma è possibile un contagio emotivo e l’ambiente di condivisione sembrerebbe essere un fattore chiave nel facilitarlo.

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