Tra le richieste principali vi è la necessità di introdurre un price cap europeo per arginare la speculazione finanziaria che sta gonfiando i costi dell’energia.
Il tema dei costi dell’energia è oggi centrale. Tutti noi ci rendiamo conto di come i prezzi delle bollette siano schizzati in maniera preoccupante. Le difficoltà delle famiglie sono le stesse delle aziende e di conseguenza dell’intero sistema produttivo. Un forte grido di allarme per l’esplosione dei costi energetici arriva da Unionplast.
Si tratta dell’associazione che rappresenta le imprese italiane di trasformazione e riciclo delle materie plastiche e conta 300 aziende che occupano 21.655 addetti. Dunque, un settore cruciale per il sistema manifatturiero nazionale, oggi secondo solo alla Germania in Europa.
Marco Bergaglio, Presidente di Unionplast, ha voluto precisare e specificare quali sono le richieste e sottolineare la necessità di un intervento del Governo non più rimandabile: “La crisi dei prezzi dell’energia sta mettendo in ginocchio il settore plastica, un comparto altamente energivoro che comprende oltre 5.000 imprese e dà lavoro a più di 100.000 persone.
Siamo in una situazione di emergenza che rischia di compromettere la continuità operativa di molte aziende e l’intero sistema economico nazionale. Questo problema non riguarda solo la plastica, ma tutte le filiere collegate, come l’agro-alimentare, l’edilizia, la sanità e l’automotive, essenziali per il Paese”.
Le conseguenze della crescita del prezzo dell’energia
Mentre nel 2024 il prezzo dell’energia aveva segnato una media di 108 euro a MWh, oggi siamo a 150 euro a MWh, con un impatto devastante su migliaia di aziende.
Il mancato intervento dell’esecutivo farà sì che molte imprese saranno costrette a fermarsi, innescando un effetto domino che colpirà le filiere strategiche per l’Italia e comprometterà l’intero tessuto produttivo del Paese.
Il rischio è di alimentare una spirale inflattiva che impatterà su prezzi e competitività, con gravi ripercussioni per l’economia nazionale.
Cosa chiede con urgenza al Governo Unionplast
Le misure da adottare, secondo Unionplast, non sono rimandabili, per questo lancia un appello al Governo, sollecitando, già dal Primo Consiglio dei Ministri, provvedimenti concreti per limitare i danni causati dall’aumento dei costi energetici.
Tra le richieste principali vi è la necessità di introdurre un price cap europeo per arginare la speculazione finanziaria che sta gonfiando i costi dell’energia, ma anche di coinvolgere attivamente il GSE nei Power Purchase Agreements (PPA) per ridurre il rischio di controparte e garantire alle imprese un accesso più stabile e vantaggioso all’energia.
Non solo. Unionplast chiede che i proventi ETS (Enti del Terzo Settore) vengano destinati a investimenti mirati che possano portare a una decarbonizzazione reale e sostenibile delle imprese, prendendo esempio dalle politiche attuate in Germania, per consentire all’industria plastica italiana di mantenere una competitività sostenibile all’interno dell’Unione Europea.
“La plastica è uno dei pilastri dell’economia italiana. Se non si agisce ora, rischiamo di compromettere la sopravvivenza stessa del settore, con ripercussioni devastanti su tutta l’economia. Non possiamo permetterci di perdere un settore così vitale per il Paese”, ha chiosato Bergaglio.