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Zeoliti formate da acqua di mare e scarti di combustione da usare come antinquinanti

Zeoliti
Zeoliti antinquinanti da acqua del mare e residui incombusti delle centrali termoelettriche (foto Pixabay)

Sintetizzare le zeoliti e impiegarle per bonificare terreni e acque contaminate. Si tratta di zeoliti particolari, però, cioè “zeoliti da fly ash”, ceneri leggere, ottenute dai rifiuti incombusti delle centrali termoelettriche

Per saperne di più abbiamo parlato con Claudia Belviso, la ricercatrice dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Imaa-Cnr) che si è occupata del progetto.

Claudia Belviso, cosa vuol dire “sintetizzare” la zeolite?

Le zeoliti sono minerali presenti in natura (zeoliti naturali) oppure possono essere formate (sintetizzate) utilizzando diversi materiali come ad esempio sorgenti pure di silicio e alluminio; minerali argillosi e/o altri minerali o scarti industriali come il fly ash che utilizzo nella mia sperimentazione.

Questa zeolite è uno “spazzino del mare”?

È un’espressione non propriamente corretta dal punto di vista scientifico, anche se usata in qualche articolo giornalistico. Si tratta di una terminologia che potrebbe però essere legata alla modalità con cui io sintetizzo le zeoliti. Il processo messo a punto presso i laboratori dell’Istituto del Cnr a cui afferisco riguarda infatti la sintesi, quindi la formazione, di tale tipo di materiale da fly ash utilizzando acqua di mare, reperibile a costo zero, piuttosto che la consueta acqua distillata e a temperature inferiori a 45°C, riducendo così nettamente anche la spesa energetica. Di qui presumo derivi la definizione data di “spazzino del mare”.

Come si forma questo tipo di zeoliti?

Il processo oggetto della mia attività di ricerca consente la trasformazione dello scarto generato dalla combustione di carbone nelle centrali termoelettriche. Si tratta quindi della trasformazione di uno scarto, cioè il fly ash, ceneri leggere, appunto, in materiale utile, le zeoliti.

Sono dunque sintetiche, non naturali?

Certo, con questo processo si formano zeoliti di sintesi e non naturali. Esse però sono caratterizzate dalle stesse proprietà che contraddistinguono gli equivalenti naturali.

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Zeoliti sintetizzate: una sorta di spugna per bonificare acque e terreni contaminati ad esempio da metalli pesanti (foto Pixabay)

A cosa possono servire tali zeoliti?

Le zeoliti sintetizzate con la metodica sviluppata possono essere utilizzate in numerosi contesti tra cui la bonifica di suoli e acque contaminate da elementi pesanti e/o sostanze organiche. Oppure nel settore dell’edilizia, nel campo dell’agricoltura… solo per fare alcuni esempi.

Di cosa si occupa l’istituto in cui lei fa ricerca?

L’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale fa capo al Dipartimento Terra ed Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’unico del Cnr con sede principale nella Regione Basilicata.  Le attività di ricerca dell’Imaa sono  rivolte allo sviluppo ed all’integrazione di tecnologie di “Osservazioni della Terra” da satellite, da aereo e dal suolo finalizzate allo studio di processi geofisici ed ambientali.

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