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L’importanza di percorrere almeno 10mila passi al giorno, i dati di uno studio australiano

L’importanza di percorrere almeno 10mila passi al giorno, i dati di uno studio australiano
L’importanza di percorrere almeno 10mila passi al giorno, i dati di uno studio australiano, foto di Clem Onojeghuo da Pexels

L’aumento del numero di passi è collegato a un minor rischio di morte e malattie cardiovascolari, indipendentemente dal tempo trascorso in modo sedentario.

Il Charles Perkins Centre dell’Università di Sidney ha condotto un interessante studio per dimostrare quanto faccia bene camminare ed abbandonare quanto più possibile uno stile di vita sedentario.

Lo studio è stato condotto su un ampio campione di oltre 72mila persone e pubblicato sul British Journal of Sports Medicine. Il risultato finale a cui si è giunti è che ogni passo aggiuntivo fino a circa 10mila passi al giorno favorisce un ridotto rischio di morte (39%) e di malattie cardiovascolari (21%), indipendentemente dal tempo trascorso in stato sedentario.

Ognuno di noi, con i moderni smartwatch, ha la possibilità di monitorare quotidianamente il numero di passi e quindi cercare di fissare dei precisi obiettivi che possono aiutare la nostra salute.

Non è certo una novità che camminare fa bene, studi precedenti hanno mostrato un’associazione tra un maggior numero di passi giornalieri e livelli più bassi di morte e malattie cardiovascolari, così come si è dimostrato che un comportamento sedentario aumenti i rischi.

La novità dello studio australiano è che per la prima volta, si è misurato oggettivamente, tramite dispositivi indossabili da polso, come i passi giornalieri possano compensare i rischi per la salute derivanti da un comportamento sedentario elevato.

Il primo autore e ricercatore, il Dott. Matthew Ahmadi, ha dichiarato: “Lo studio intende trasmettere un importante messaggio di salute pubblica, per cui ogni movimento conta e le persone possono e dovrebbero cercare di compensare le conseguenze per la salute del tempo sedentario inevitabile aumentando il numero di passi giornalieri“.

Il professore Emmanuel Stamatakis, autore principale e direttore del Mackenzie Wearables Research Hub presso il Charles Perkins Centre, ha affermato che questo crescente corpo di ricerca sull’attività fisica mediante misurazioni basate su dispositivi offre enormi opportunità per la salute pubblica.

Il conteggio dei passi è una misura tangibile e facilmente comprensibile dell’attività fisica che può aiutare sia le persone nella comunità che i professionisti della salute. Speriamo che queste evidenze portino a dettare precise linee guida sull’importanza dell’attività fisica e di conseguenza sui rischi di uno stile di vita sedentario” ha tenuto a precisare il Professor Stamatakis.

I ricercatori hanno utilizzato i dati di 72.174 individui (età media 61 anni; 58% donne) dello studio UK Biobank – un importante database biomedico – che avevano indossato un dispositivo accelerometro al polso per sette giorni per misurare la loro attività fisica.

I dati dell’accelerometro hanno aiutato a stimare il numero di passi giornalieri e il tempo trascorso in stato sedentario, cioè, seduti o sdraiati mentre erano svegli.

Il gruppo di ricerca ha quindi seguito la traiettoria di salute dei partecipanti collegando i dati di ospedalizzazione e i registri di morte.

Il conteggio medio di passi giornalieri per i partecipanti era di 6222, mentre la soglia di 2200 passi al giorno è presa come punto di riferimento per valutare l’impatto dell’aumento dei passi sul rischio di morte e sugli eventi cardiovascolari.

Il tempo medio trascorso in stato sedentario era di 10,6 ore al giorno; quindi, i partecipanti allo studio sedentari per 10,5 ore al giorno o più venivano considerati con un tempo sedentario elevato, mentre coloro che trascorrevano meno di 10,5 ore al giorno venivano classificati con un tempo sedentario basso.

Necessarie alcune correzioni escludendo i partecipanti con cattiva salute, sottopeso o che avevano avuto un evento di salute entro due anni.

I ricercatori hanno anche tenuto conto di fattori come età, sesso, etnia, istruzione, l’essere o meno fumatori, il consumo di alcol, dieta e storia genitoriale di malattie cardiovascolari e cancro.

Durante un percorso medio di 6,9 anni, si sono verificati 1633 decessi e 6190 eventi cardiovascolari.

Dopo aver tenuto conto di altri potenziali fattori influenti, gli autori hanno calcolato che il numero ottimale per contrastare il tempo sedentario elevato fosse tra 9 e 10mila passi al giorno, per ridurre il rischio di mortalità al 39% e il rischio di eventi cardiovascolari al 21%.

In entrambi i casi, il 50 percento del beneficio si ha tra i 4mila e i 4500 passi al giorno.

Gli autori hanno tenuto a riconoscere la possibilità che altri fattori non misurati avrebbero potuto influenzare i risultati, tuttavia si è giunti alla conclusione che “qualsiasi quantità di passi giornalieri superiore ai 2200 passi al giorno di riferimento era associata a un rischio inferiore di mortalità e di eventi cardiovascolari, per tempi sedentari bassi e alti. Accumulare tra 9000 e 10mila passi al giorno abbassava in modo ottimale il rischio di mortalità e di eventi cardiovascolari tra i partecipanti altamente sedentari“.

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